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Tutte le parole contro la violenza

Incontri, convegni, inziative, manifestazioni contro la violenza alle donne si rincorrono in tutta Italia. Ne raccontiamo qualcuna, per raccontarle tutte...

Tutte le parole contro la violenza
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27 Novembre 2012 - 23.16


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Cento, mille iniziative in tutta Italia, in questi giorni, contro la violenza alle donne. E cento, mille slogan che si rincorrono:”365 NO”, “Rompiamo il silenzio”, “No more”.
Le iniziative di GiULiA – Milano sono illustrate, in questo video, da Marina Cosi. Ma le giornaliste di GiULiA hanno partecipato anche a tante altre manifestazioni in tutta Italia, sul palco o tra il pubblico. Qui ne raccontiamo solo qualcuna, per raccontarle tutte…
ROMA. “Il velo squarciato”

La violenza contro le donne è ormai “una vera e propria emergenza sociale”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio trasmesso al convegno “ Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste nell”esercizio del loro lavoro”, promosso alla Camera dei Deputati dalla Commissione Diritti e Pari opportunità dell”Associazione Stampa Romana, da Ossigeno per l”Informazione e dall”Ordine dei Giornalisti del Lazio. “E” necessario coglierne la portata e le dimensioni effettive”, continua il messaggio del presidente della Repubblica, e “occorrono interventi per tutelare con maggiore efficacia le donne che con coraggio manifestano situazioni di abuso”.

Organizzata in occasione della Giornata Mondiale ONU per l”eliminazione della violenza sulle donne, l”iniziativa ha permesso visibilità pubblica e attenzione istituzionale ad alcune delle storie di ordinaria violenza più oscurate d”Italia, quella contro le croniste minacciate per il lavoro quotidiano, per l”esercizio del diritto di informare. A raccontare le loro storie, dopo l”introduzione di Nella Condorelli e Arianna Voto, presidenti della CPO ASR, sono state quattro giornaliste: Ester Castano, giovanissima cronista che, per i suoi articoli di cronaca, è stata querelata e diffidata formalmente dal sindaco di Sedriano, paesotto a pochi chilometri da Milano, poi arrestato per corruzione, il 10 ottobre scorso; Marilena Natale, giornalista della Gazzetta di Caserta che lavora fra Aversa e Casal di Principe, più volte minacciata per aver denunciato episodi di malaffare che hanno portato, fra l”altro, allo scioglimento del comune per infiltrazioni camorristiche; Luisa Betti, collaboratrice del Manifesto, pluriminacciata per avere descritto il giro di interessi che ruota attorno alle sottrazioni di minori alla patria potestà per asserita Sindrome di Alienazione Parentale (il caso più noto e quello del bambino di Padova prelevato dalla polizia in modo brutale da scuola) e Marilù Mastrogiovani, giornalista di Casarano, in provincia di Lecce, minacciata insieme ai suoi familiari per un”inchiesta in cui rivela come le imprese messe fuori gioco per sospetti collegamenti mafiosi riescono a rientrare nel giro degli appalti.

Alla fine dell”incontro, le giornaliste con le promotrici ed i promotori dell”incontro sono state ricevute dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, che ha definito la violenza contro le donne “una piaga inaccettabile”, una riprova di pregiudizi persistenti e di grettezza culturale. Iniziative come questa, ha aggiunto Fini, “devono essere un monito per ribadire con forza il dovere di tutti, istituzioni e società civile, di affrontare con coraggio i numerosi e tuttora irrisolti aspetti di questo fenomeno, troppo spesso non compiutamente conosciuto nelle sua reale portata.”.

Il presidente della Camera ha inoltre accolto con attenzione l”Appello alle istituzioni, al mondo dell”informazione e alla società lanciato durante il convegno affinché venga data più attenzione e visibilità agli episodi di violenza contro le donne e, insieme, agli episodi di informazione oscurata con abusi e violenza, per garantire il diritto all”informazione ai cittadini e cittadine ed il diritto di informare agli operatori ed alle operatrici dell”informazione. In Italia, ha detto Alberto Spampinato di Ossigeno “c”è una crescente intolleranza per il lavoro dei giornalisti e per il giornalismo critico. Ciò produce un numero di minacce, intimidazioni ed abusi che non ha eguali nell”Unione Europea: è necessario portare questi problemi all”attenzione pubblica nell”interesse della democrazia”.

L”appello ha già l”adesione di varie associazioni e del consiglio comunale di Firenze, che martedi 26 novembre lo ha sottoscritto con un ordine del giorno unanime.

Al convegno hanno portato il saluto, per la FNSI, Giovanni Rossi e Daniela Stigliano, per l”ASR il segretario Paolo Butturini, esponenti della rete Giulia tra cui Alessandra Mancuso e Vanna Palumbo. Presenti tra il folto pubblico giornaliste e giornalisti, deputati e deputate, rappresentanti di associazioni.


LODI. “Non una di più”

Mentre a Casalpusterlengo il gruppo “Donne in circolo” proponeva un’approfondita analisi sulla violenza contro le donne, di fronte ad un pubblico nutrito, il Comitato Snoq (Se non ora quando) di Lodi in un documento definiva ‘oltraggiosa’ la decisione del Comune capoluogo di patrocinare e promuovere la presentazione di un calendario con nudi di 12 giovani lodigiane, benché si trattasse di foto artistiche e di una vendita a scopo benefico, nella Giornata dedicata alla violenza maschile contro le donne.

Pur essendo una realtà di ‘provincia’ (anche se Lodi è destinata a perdere la propria identità e a fondersi con Cremona e Mantova) rispetto alla vicina metropoli milanese, nel Lodigiano c’è fermento e attenzione sulla questione femminile. Ed è significativo che ci sia una mobilitazione che, sviluppandosi in varie iniziative e progetti, parta dalla società civile.

Capire cos’è e come si può fermare la violenza contro le donne è stato l’intento, nel pomeriggio del 25 novembre, di “Non una di più, stop femminicidio’, l’incontro promosso da “Donne in circolo” a cui è stata chiamata a fornire la propria analisi, in particolare sull’influenza dei media e della comunicazione su stereotipi, notizie di crimini e linguaggio sessuato, anche Giulia, tramite la vicepresidente Marina Cosi. Vari esperti (tra cui Francesca Montemagno, vicepresidente di Pari o dispare) hanno spiegato cos’è il femminicidio, hanno fornito dati sull’attività dei centri antiviolenza, hanno parlato di conflitti distruttivi per poi lasciare spazio agli interventi dei presenti.
La Giornata contro la violenza maschile sulle donne era stata ricordata in anticipo venerdì dall’istituto Vegio (liceo della formazione) di Lodi con una mostra di cuori, ciascuno dei quali racchiudeva le storie delle oltre 100 donne vittime di femminici dall’inizio dell’anno.

Snoq Lodi è impegnato a promuovere la diffusione del linguaggio non sessista negli enti pubblici, nel sensibilizzare studenti ed enti locali sulla toponomastica femminile (iniziativa avviata in una scuola media e in una superiore, rendendo i ragazzi protagonisti consapevoli che esiste solo un 10% di vie intitolate a donne, tra cui molte sante), nel porre un’attenzione di genere in vari ambiti, nel supportare il centro antiviolenza di Lodi.
Quest’ultimo, nato il 25 novembre di 2 anni (con il supporto di Provincia e Comune di Lodi) , subito messosi in rete con Questura, Pronto Soccorso-Ao, servizi sociali e quant’altro, ha fatto emergere una realtà territoriale prima sommersa. Dal 2010 ad oggi le lodigiane vittime di violenza che si sono presentate al pronto soccorso (di solito, la punta di un iceberg), come emerso in un recente convegno dell’Ao, sono state tra le 250 e le 300 all’anno.
Sul fronte istituzionale l’assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Lodi si è distinto negli ultimi anni nel promuovere varie iniziative a sostegno delle donne: tra tutte ricordiamo il servizio di consulenza legale gratuito all’interno del Centro Donna, il credito rosa, la campagna “Ora tocca a me” (con uomini che stirano, lavano, cucinano, si occupano dei bambini) e il babysitteraggio per le lavoratrici atipiche. Quest’ultimo progetto ha avuto come capofila l’associazione Donne&Donne di S.Angelo, da sempre in prima linea sulle tematiche di genere, a partire dalla campagna “LiberaMente” promossa nelle scuole.

(di Laura De Benedetti)

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Rompiamo il silenzio”

Una partecipazione numerosa ed attenta ha caratterizzato la tavola rotonda promossa dalla Provincia domenica scorsa in occasione della giornata nazionale della lotta contro la violenza sulle donne svoltasi all’auditorium “Tebaldini” del Comune di San Benedetto del Tronto.

L’indicazione del 25 novembre, come Giornata internazionale contro la violenza sulle donne nacque nel 1981 a Bogotà e venne scelta dal movimento internazionale delle donne latino americane in onore delle sorelle Mirabal attiviste della Repubblica Dominicana assassinate il 25 novembre 1961 perchè si opponevano al regime dittatoriale del loro paese.

Il Vice Presidente della Provincia e Assessore alle Pari Opportunità Pasqualino Piunti e la Presidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità dott.sa Maria Antonietta Lupi hanno espresso viva soddisfazione “per la risposta massiccia della cittadinanza ad una iniziativa che ha inteso “costruire un momento di riflessione e sensibilizzazione su un tema drammaticamente attuale che attraversa tutti gli strati sociali con un aumento del coinvolgimento del ceto medio”.

Al convegno, moderato dal giornalista Rai Antonello Profita e coordinato dall’assessore Piunti e dalla dott.sa Lupi, sono intervenuti il Giudice del Tribunale di Ascoli Piceno Annalisa Gianfelice, il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Benedetto Cap. Giancarlo Vaccarini, gli avvocati Daniela Rocchi del Foro di Roma e Mauro Gionni del Foro di Ascoli, la prof. Maria Rita Bartolomei, antropologa dell’Università di Macerata, la criminologa Margherita Carlini, la responsabile del Centro antiviolenza della Provincia Franca Maroni, la psicologa dott.sa Antonella Baiocchi del Centro antistalking, la prof.ssa Giancarla Perotti del Centro ricerche personaliste “Maritain”, l’Assessore alla Cultura e Politiche Sociali del comune di San Benedetto Margherita Sorge, la Vicepresidente della Commissione Provinciale Pari Opportunità Palma Del Zompo e la consigliera di Parità della Regione Marche Paola Petrucci.

Un parterre dunque veramente qualificato che ha affrontato il tema della violenza sotto diversi profili: da quello giuridico, a quello psicologico fino agli aspetti sociologici e spirituali. Molto interessante l’esposizione della nuova legge sullo stalking che costituisce una normativa avanzata ed efficace a cui ricorrere in caso di molestie e di pesanti intrusioni nella vita privata.

“Con questa iniziativa abbiamo centrato l’obiettivo di questa iniziativa – ha dichiarato l’Assessore Piunti – di sollevare l’attenzione su una problematica sempre più allarmante. E’ necessario quindi tenere alta la guardia per fare sempre più prevenzione invitando le donne a non tacere, ma rompere il silenzio come dice il titolo del convegno per denunciare prepotenze e violenza ed avvalersi con fiducia degli strumenti a disposizione su territorio. A tal proposito la Provincia – ha aggiunto Piunti – ha attivato due centri antiviolenza: uno ad Ascoli e l’altro a San Benedetto che, in tre anni di funzionamento hanno trattato ben 110 casi anche di fuori provincia fornendo un supporto importante”.

“In Italia, secondo i dati Istat, una donna su tre tra i 16 ed i 70 anni è stata almeno una volta vittima di violenza o maltrattamenti. Sempre in Italia vi sono 7 milioni di vittime ed in tutto il mondo 140 milioni. E’ una vera emergenza. La violenza è la prima causa di morte per le donne tra i 16 e i 50 anni. Sappiamo che le denunce sono in crescita, ma ancora troppo poche rispetto al reale fenomeno che si consuma nel quotidiano e che, per quanto diffuso, è ancora spesso taciuto E’ una triste realtà da cui la nostra regione non è certo immune – ha evidenziato – la Presidente della Commissione Pari Opportunità – in questa prospettiva occorre lavora molto, in sinergia con le istituzioni, le forze dell”ordine, le famiglie, i docenti e i dirigenti scolastici”.

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