Rame/Tg2, se (anche) la Rai giustifica chi stupra | Giulia
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Rame/Tg2, se (anche) la Rai giustifica chi stupra

La lettera di Zeroviolenzadonne al direttore Masi: la stampa ha un ruolo determinante nell’informazione. Perché non avete citato la matrice fascista degli aggressori?

Rame/Tg2, se (anche) la Rai giustifica chi stupra
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30 Maggio 2013 - 15.30


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Gentile Direttore Marcello Masi,

siamo donne e uomini che quotidianamente attraverso il sito di informazione zeroviolenzadonne.it cercano di diffondere un messaggio diverso contro la violenza sulle donne e un punto di vista altro sulla relazione tra uomini e donne. Lo facciamo attraverso contributi che vengono scritti ad hoc per il nostro sito, e attraverso soprattutto una rassegna stampa quotidiana che tocca molti temi, uno fra tutti: la violenza contro le donne.

E proprio questo tema ci porta oggi a scriverLe.

Oggi una grande donna, una grande attrice ci ha lasciati: Franca Rame.

Nella vostra edizione delle 13 le avete giustamente dedicato un servizio all’interno del Tg. Questo, a firma della giornalista Carola Carulli, recitava testualmente “Una donna bellissima, amata e odiata. Chi la definiva attrice di talento che sapeva mettere in gioco la propria carriere per un ideale di militanza politica totalizzante e chi invece la vedeva come la pasionaria rossa che approfittava della propria bellezza fisica per imporre attenzione; finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata. Ci vollero 25 anni per scoprire i nomi degli aggressori, ma tutto era caduto in prescrizione”.

Del suo stupro ha parlato la stessa Franca Rame in più di un’occasione, indicando nella matrice fascista i suoi aggressori.

Metterla in discussione o peggio – come è stato fatto nel vostro servizio – ometterla, è sicuramente una scelta ben precisa di cui ci stupiamo.

Ma ciò che più ci fa rabbrividire è la giustificazione neppure troppo velata degli stupratori, perché questo è stato fatto! Incolpare Franca Rame di “approfittare della propria bellezza fisica per imporre attenzione; finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata” ci sembra del tutto inaccettabile.

Nessuna giustificazione può essere impugnata in caso di stupro: né una minigonna, né una maglietta scollata, né un atteggiamento politico distante da chi scrive un servizio giornalistico. Soprattutto se va in onda su una rete pubblica e in un orario di punta.

I giornalisti e le giornaliste hanno un ruolo determinante nell’informazione, nella formazione e nella costruzione dell’immaginario collettivo.

Sostenere che Franca Rame con la sua indubbia bellezza sia responsabile dello stupro di gruppo che ha subito per mano di fascisti e i cui mandanti non sono oramai più sconosciuti è un atto irresponsabile nei confronti di tutte le donne che quotidianamente subiscono violenza – sia essa fisica, psicologica, economica, sessuale – e che decidono di ribellarsi al proprio aguzzino.

Ed è anche un atto irresponsabile nei confronti della stessa Rame, che con la forza che l’ha caratterizzata in ogni attimo della sua vita – pubblico e privato – ha deciso di rendere collettiva la sua esperienza drammatica. Perché non si sentiva in colpa, perché non aveva alcuna colpa per essere stata stuprata e selvaggiamente aggredita da fascisti.

Chiediamo dunque a Lei e alla giornalista Carola Carulli di spiegarci perché avete deciso di giustificare uno stupro di gruppo e di non citare la matrice fascista degli aggressori.

Distinti Saluti

La Redazione di www.zeroviolenzadonne.it

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