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La redazione mette in scena uno speciale contro le discriminazioni

Abbiamo riso e ragionato sulle disparità di genere con la pièce “La conosci Giulia?” andata in scena sabato 6 ottobre al Teatro Massimo di Cagliari [di Giovanna Pezzuoli]

La redazione mette in scena uno speciale contro le discriminazioni

Redazione Modifica articolo

7 Ottobre 2018 - 21.46


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Luci sul palcoscenico davanti a una platea di 750 persone, adulti, giovani e bambini, professionisti della comunicazione e professoresse universitarie, tutte e tutti catturati da uno spettacolo teatrale che tra sketch, testimonianze, scambi di ruolo, canzoni e racconti, scardina i pregiudizi, espliciti o velati che si insinuano nelle pieghe di un’informazione superficiale e riduttiva, alimentando discriminazioni e sessismo. Ma chi sarà mai questa Giulia che aleggia come un fantasma in una scalcinata redazione con una direttrice che non sopporta il termine “prefetto” rivolto a una donna? La suspense è assicurata, il ritmo è incalzante nella pièce “La conosci Giulia?”, andata in scena ieri sera al Teatro Massimo di Cagliari, con ingresso gratuito e 200 persone in lista d’attesa.

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Ebbene sì, si può far divertire e riflettere anche parlando di disparità di carriera e retribuzioni, di educazione delle bambine e corretto uso delle parole, di abusi e molestie.

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Gli applausi scoppiano fin dall’inizio con l’intensa testimonianza di Maria Del Zompo, prima donna a essere eletta “rettrice” (ops…lo dice lei stessa con un attimo di esitazione) dell’Università di Cagliari dopo 400 anni, grande farmacologa che ha realizzato i suoi sogni, conquistando i suoi traguardi passo dopo passo e combattendo contro i pregiudizi.

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La scommessa è riuscita perfettamente all’irresistibile duo Lucido Sottile (Michela Sale Musio e Tiziana Troja), che firma la produzione, affiancato da un cast di attrici e attori tra loro in perfetta sintonia. Nell’immaginaria (ma non troppo) redazione dove si sta preparando “uno speciale contro le discriminazioni” i racconti delle Giulie sarde (c’è chi non fa carriera con le sue scarpe basse e chi viene esclusa dall’adrenalina della cronaca adatta ai soli maschi) si alternano a esilaranti dialoghi che mettono in luce la persistenza di assurdi stereotipi. Ecco che cosa accadrebbe se al posto della moglie fosse “lui” a rilassarsi facendo il punto croce… oppure come verrebbe considerata una ragazza (anziché un ragazzo) capace di cambiare la gomma dell’auto senza l’aiuto maschile… come minimo qualcuno penserebbe che è lesbica. Quel direttore che dà ordini poi sa il fatto suo, quella direttrice che fa la stessa cosa è sicuramente un’isterica.

E via di questo passo tra cori e visioni, bisnonne che sembrano streghe benefiche e testi musicali che esaltano la capacità di sentirsi adeguate (“to be enough”). Senza dimenticare le battute ironiche contro l’omofobia e l’Ave Maria recitata insieme alla figlia di sei anni alla quale non è il momento di raccontare come le antiche dee madri siano state scalzate dal loro trono…

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La pièce rientra nel programma di attività del Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni della Regione Autonoma della Sardegna) per promuovere, insieme a GiULiA giornaliste Sardegna, la parità di genere e contrastare la cultura delle diseguaglianze che sempre più spesso si traduce in forme di violenza. In particolare, verranno coinvolti gli studenti di alcune scuole superiori che hanno assistito allo spettacolo: dovranno preparare un elaborato sui temi trattati e i migliori verranno premiati a marzo. Nel frattempo si preparano repliche dello spettacolo in numerose città.

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