‘Sarà sconveniente, ma non sono vere e proprie molestie’. Il commento di Giuseppe Guastella ad una risposta della ciclista Maila Andreotti è una espressione che inorridisce, quasi a voler minimizzare, se non addirittura giustificare i comportamenti subiti dall’atleta. Una intervista, quella pubblicata oggi su Corriere della Sera, che è palesemente in contrasto con i contenuti e i principi del Manifesto di Venezia.
Cpo Fnsi, Cpo Usigrai e Associazione Giulia Giornaliste denunciano il linguaggio sessista, il tono provocatorio e insinuante, l’approccio denigratorio nei confronti dell’intervistata e di tutte coloro che quotidianamente subiscono violenza, fisica e psicologica, hanno il coraggio di denunciare e finiscono per passare da vittime a bersagli di ulteriore violenza.
Le giornaliste sono state fra le prime a far emergere il Me Too e considerano inaccettabile che la molestia sia definita una ‘strategia tecnica’: c’è una catena, anche nell’informazione, che avalla il metodo di mettere sotto accusa chi ha il coraggio di accusare.
Questo non è un modo di informare.