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Le parole sono importanti: lavoratrici Rai contro Amadeus

Pubblichiamo la nota delle lavoratrici Rai aderenti al Slc-Cgil: "Se le parole 'dette male' hanno un loro peso, anche le parole non dette possono essere importanti".

Le parole sono importanti: lavoratrici Rai contro Amadeus
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19 Gennaio 2020 - 16.36


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Le parole sono importanti. 

Le parole dette male, ma anche le parole non dette.

Da lavoratrici Rai non vogliamo tacere sulla superficialità delle dichiarazioni fatte dal conduttore Amadeus nella conferenza stampa di Saremo 2020 a proposito delle dieci co-conduttrici “tutte bellissime” ed in particolare di Francesca Sofia Novello, scelta per la sua “capacità di stare vicino ad un grande uomo stando un passo indietro”.

Le polemiche e le gaffehanno sempre caratterizzato il Festival di Sanremo ma, proprio per questo, ricordiamo che le scelte artistiche e la risonanza stessa che la kermesse canora acquista in Italia e nel mondo, diventa racconto del nostro paese, dei costumi e della cultura italiana.

Sia chiaro alla Direzione Generale, alla Direzione Artistica del Festival e ai telespettatori che la bellezza è un valore universale che va esaltato in ogni sua forma e definizione.

Non siamo qui per condannare la bellezza femminile ma ci chiediamo se la presenza di così tante donne “bellissime” sia stata davvero la scelta migliore per riscattare quel concetto non sempre velato di discriminazione femminile, che vede le donne “un passo indietro” agli uomini. 

Concetto troppo spesso veicolato dai media e talvolta giustificato come un semplice fraintendimento.

Ma se le parole “dette male” hanno un loro peso, anche le parole non dette possono essere importanti.

Come dipendenti del Servizio Pubblico ci aspettiamo che un organo come la Commissione Pari Opportunità Rai monitori da vicino il senso di certe affermazioni e si faccia garante delle questioni di genere, anche in casi come questi.

Chiediamo che in Rai si presti massima attenzione ai temi della diversità, dell’accoglienza e soprattutto alla rappresentazione di genere, che purtroppo viene ancora mortificata da vecchi cliché.

Ricordiamo inoltre che il Contratto di Servizio ci impone di “superare gli stereotipi di genere, al fine di promuovere la parità e di rispettare l’immagine e la dignità della donna anche secondo il principio di non discriminazione”. 

E sia in presenza di scelte editoriali di vecchio stampo, sia di fronte a dichiarazioni mal dette, lo ribadiremo sempre e a gran voce perché le parole dette e quelle non dette sono la rappresentazione di ciò che pensiamo e di ciò siamo.

Ed essendo la tv del Servizio Pubblico, certe superficialità non possiamo e non dobbiamo veicolarle al pubblico.

Gruppo di Lavoratrici Rai Slc CGIL Roma e Lazio  

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