“Visibili e ascoltate – quando le voci diventano cambiamento” è il titolo dell’evento tenutosi il 5 e 6 dicembre a Lubiana organizzato dall’associazione slovena Ona Ve, che in due giorni di lavori, networking e scambio di esperienze, ha avuto l’obiettivo di rafforzare la presenza e l’autorevolezza delle donne nei media, nella politica e nello spazio pubblico, creando connessioni tra competenze, coraggio e nuove voci. All’evento ha partecipato anche Luisella Seveso di GiULiA Giornaliste, che ha presentato le best practices italiane per un modo più corretto e responsabile di parlare delle donne nei media. Nel suo intervento ha illustrato il funzionamento e l’impatto del database 100esperte.it, nonché la rete europea di database ENWE (European Network of Women Experts), di cui ONA VE fa parte. Ha inoltre evidenziato un dato incoraggiante: secondo il GMMP 2025 (Global Media Monitoring Project), la presenza di voci di esperte nei media italiani è cresciuta dal 14% del 2020 al 30%, del 2025, dimostrando che strumenti strutturati, impegni editoriali e reti di esperte producono risultati concreti e misurabili.
La presidente di Ona Ve Mateja Malnar Štembal, ha richiamato il legame profondo tra visibilità delle donne e qualità della democrazia, ricordando la nascita dell’associazione nel 2021 e la crescita della rete, che oggi conta oltre 630 esperte slovene pronte a intervenire nel dibattito pubblico. Centrali la dimensione europea e il contesto politico, in particolare Marta Kos, commissaria europea per l’allargamento nella Commissione, ha messo in luce le persistenti disuguaglianze strutturali, il cosiddetto “maledetto 20–30%” che rappresenta ancora la quota di rappresentanza femminile e l’importanza dei dati per rendere visibile l’ampiezza del problema. Kos ha sottolineato ancora che la tutela della democrazia, della libertà dei media e delle elezioni è strettamente connessa alla difesa dei diritti delle donne, poiché i sistemi autoritari colpiscono questi diritti per primi.
All’evento ha partecipato anche la presidente della Repubblica di Slovenia, Nataša Pirc Musar, che ha ricordato come per le donne il potere significa soprattutto possibilità di creare cambiamento. Le ricerche presentate legate al GMMP 2025 hanno confermato che nei media sloveni le donne restano fortemente sottorappresentate: solo circa il 27% delle persone interpellate è di sesso femminile, con percentuali ancora più basse nei temi economici e politici. È emerso però un dato significativo: quando l’autrice di un servizio è una giornalista donna, la probabilità di includere esperte supera il 70%. Rimane invece molto limitato l’uso di un linguaggio realmente inclusivo. Esistono in Slovenia come in altri paesi europei cause strutturali che generano disuguaglianza nei media: routine redazionali consolidate, pressione dei tempi e ricorso ripetitivo alle stesse fonti continuano a riprodurre squilibri. Le piattaforme digitali offrono nuove opportunità di visibilità, ma amplificano anche la misoginia online, scoraggiando molte donne dall’esporsi.

Ampio spazio è stato dedicato a progetti, partenariati e finanziamenti europei. Sono state presentate iniziative contro il sessismo nei media, ricerche regionali sulle molestie sessuali ai danni delle giornaliste e nuove collaborazioni, tra cui l’annuncio dell’Accademia di leadership Ona Ve con IEDC – Bled School of Management. Le discussioni sul programma CERV dell’Unione Europea hanno mostrato come sia l’unico strumento UE che offre un sostegno strutturale alla promozione dell’uguaglianza di genere. Una sezione specifica è stata dedicata al rapporto tra donne e potere politico. È emerso come la leadership femminile sia ancora giudicata più severamente e si sviluppi spesso in contesti ostili, rendendo fondamentali resilienza, alleanze e sostegno reciproco.