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“Se uno storico, in un futuro lontano, dovesse descrivere la nostra società basandosi sugli archivi della televisione, penserebbe a un alto tasso di mortalità che ha colpito le donne, dai 40 anni in su”.
Questo passo del libro di Daniela Brancati, “Occhi di maschio” – una storia della televisione dal 1954 ad oggi- è la fotografia di come la donna viene rappresentata in tv: giovane, bella, velina o aspirante tale; giovane speranza del cinema o futura star della tv, perché oggi se non vai in televisione non esisti; casalinga felice: ha trovato un nuovo prodotto per la lavastoviglie o un assorbente col quale “puoi entrare tranquilla in ascensore”.
Questo per quanto riguarda la pubblicità e i programmi di intrattenimento. Le cose non vanno meglio nell’informazione: manca il paese reale, quello che fatica a difendere il proprio lavoro, a pagare il mutuo e i libri per i figli, quello che il lavoro lo sta cercando o l’ha appena perso.
Le donne in tv diventano protagoniste quando sono vittime di omicidio o di stupro, quando parlano – e soprattutto se piangono- del figlio o del marito che hanno perso in una tragedia. Vengono invitate come esperte a parlare di moda, di spettacolo, di gossip, raramente si vedono scienziate, economiste, esperte nei vari settori.
Le conduttrici dei tg – tranne qualche rara eccezione – sono tutte carine, giovani, simpatiche. Se sono autorevoli, ma non più giovanissime, devono fare altro. Se poi non condividono la linea editoriale, si cerca di farle scomparire.
L’informazione deve essere attenta all’audience, deve anche divertire, distrarre, c’è bisogno di alleggerimento, di curiosità.
Può succedere che la tragedia di Barletta venga quasi oscurata dalla sentenza che assolve Amanda Knox e Raffaele Sollecito dall’omicidio di una studentessa. Alle operaie morte sotto il crollo della palazzina dove lavoravano in nero, una tragedia annunciata – le crepe sui muri e i rumori inquietanti non erano bastati a far dichiarare inagibile l’edificio – e a Maria, 14 anni appena, viene dedicata la giusta attenzione per qualche giorno. Fino al funerale. Seppellite le vittime, i riflettori si spengono.
Restano invece accesi sulla bella Amanda. ogni giorno una notizia di rilevante interesse pubblico: “le hanno offerto 5 milioni per un libro”, “è uscita a passeggiare con un amico”, “le è stato proposto un film”, “il papà di Amanda ha invitato la famiglia di Raffaele negli Stati Uniti”.
Pochi giorni prima della tragedia di Barletta, un pulmino che portava al lavoro braccianti agricole è andato fuori strada: due donne sono morte, un’altra è rimasta gravemente ferita. Erano di Brindisi, come tante altre aspettavano questo periodo dell’anno per lavorare, andavano a raccogliere l’uva.
Ancora un incidente stradale, questa volta in Calabria: una bracciante morta, una ferita. ne hanno parlato i giornali locali, la piaga del caporalato non fa notizia.
O almeno questo è quello che si presume, si crede di interpretare i desideri delle telespettatrici, dei telespettatori. E dunque la “scatola magica” ci deve dare notizie rassicuranti: “la crisi non c’è”, e quando proprio non si può più negare “c’è, ma è molto meno grave che negli altri Paesi”, “si sta pensando a un piano per lo sviluppo”.
Sulla gravidanza di Carlà sappiamo tutto, ci ha tolto il sonno non sapere se sarebbe stato un parto naturale o cesareo, ma anche questo è superato. E” nata Giulia, sta bene. Sapremo presto anche se somiglia più al premier francese o alla mamma italiana, se prende il latte materno o in polvere ….. Non sappiamo, invece, che fine hanno fatto i bambini nati sulle carrette del mare da mamme in fuga dalla guerra e dalla fame. Ma, a pensarci bene, ci costringerebbe a pensare, a chiederci cosa possiamo fare per loro. Pensieri tristi. Dopo una giornata di lavoro, l’organizzazione della casa, la sistemazione dei figli, vogliamo crearci altri problemi?
Per rilassarci un po”, pensiamo alle manifestazioni che chiedono un paese che rispetti le donne. Sollevano tanti di quei problemi, fanno così tante domande che un tg, per alleggerire un pò il clima, le ha ignorate, mostrandoci invece una corsa di donne con i tacchi a spillo.
Però, si penserà, se è vero che la vita reale non viene raccontata, che le donne esperte vengono cancellate dalla tv, è anche vero che possiamo sperare nel futuro, nelle donne impegnate nella politica. Molte di loro sono in gamba, si danno da fare.
Il pensiero va a Teresa Mattei, una delle prime donne elette nell’assemblea costituente. Aveva appena 25 anni Teresa, ex partigiana, nome di battaglia Chicchi, quando entrò in Parlamento. Fu lei a proporre l’ingresso delle donne in magistratura. Un suo collega le disse “signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne sono proprio strane?”. “Mai quanto possono esserlo gli uomini tutti i giorni del mese” rispose Chicchi.
Altri tempi, penserà qualcuno…
Le cronache dei nostri tempi, in effetti, non parlano di donne “strane” in certi giorni. Ma di donne, di esponenti parlamentari, delle quali certi loro colleghi hanno detto “è più bella che intelligente”, “handicappata del c…..”, “vai a farti sc……”. E cosa dire della cancelliera tedesca Angela Merkel definita “non chiav…..”?
Occhi di maschio, appunto. Di una minoranza dei maschi, per fortuna.
Agli altri maschi e a tutte le donne che non si sentono “strane”, ne subalterne, ne’ “più belle che intelligenti”, si rivolge Giulia per un paese che rispetti le donne.
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