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Il peso del peso

'L''ossessione del marito che vuole la moglie "perfetta"(e l''ossessione vicaria della moglie): come se lei fosse uno smartphone ultimo modello... Di [Marika Borrelli]'

Il peso del peso
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3 Ottobre 2012 - 14.57


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È successo negli USA, ma è molto probabile sia accaduto e accada anche altrove, in tutte quelle comunità, cioè, in cui la forma fisica e la bellezza da top model sono un’ossessione.

Hanno un bel daffare anche accorsatissime riviste di moda nel cercare di invertire la tendenza, ovverosia di modificare l’idea secondo cui la donna ideale indossi la taglia 40. Tutt’al più la 42. Più curvy per tutte non serve se poi le mannequin sono prosciugate da digiuni o Photoshop.

Sull’HuffPo del mese scorso è stata raccontata la storia di una donna ossessionata dai suoi fianchi troppo larghi. Diete, attività fisica, abiti ‘comodi’ non riuscivano a trattenere il marito dall’esclamare con costanza: “Quando entro in una stanza voglio che tutti pensino che mi accompagni ad una donna bellissima.” Questa frase era la vera ossessione di Amy Sue.
Un’ossessione vicaria, in quanto le veniva trasmessa dal marito, il vero ossessionato.

Non sono serviti stremanti esercizi, o fare la fame. I fianchi rimanevano larghi. Le ossa non possono dimagrire. Amy Sue non voleva farsi più fotografare, gli specchi di casa si fermavano alla vita.

Eppure, Amy Sue era una bella ragazza e rimase una bella donna con gli anni. Il cruccio dei suoi fianchi annullava ogni altro pregio.

Sedici mesi di analisi le hanno fatto capire che i suoi fianchi larghi erano una tragedia più per il marito che per lei stessa e che, nonostante la convinzione del marito sul fatto che una bellissima donna non dovesse avere fianchi larghi, le persone in ogni caso pensavano a lei come una donna davvero bella.

Amy Sue ha dovuto lasciare il marito, perché la di lui ossessione le stava costando la salute mentale. Non ha cambiato il suo aspetto né i suoi fianchi. Ha solo cambiato il modo di guardarsi e si è finalmente accettata senza condizioni.

Questa storia – che per anni è stata la disperazione di Amy Sue – insegna che i canoni estetici ossessivi sono entrati nella cultura e non sono una questione di genere: appartengono a tutti.

Si vuole una moglie sottile e flessuosa, come si può desiderare l’ultimo modello di smartphone sottile e sberluccicante. Ancora una volta il corpo delle donne è merce, è ‘roba’ da poter modificare, cambiare, magari scegliere, imporre, non solo auto-imporsi. Ci rendiamo anche conto che l’aut-aut ‘prendere o lasciare’ inaridisce spesso le relazioni affettive di coppia, ma allo stesso tempo non si può permettere che le ossessioni altrui sul nostro corpo diventino la tragedia della nostra vita. D’altronde, anche Amy Sue durante tutti gli anni di matrimonio ha dovuto fronteggiare l’aut-aut del marito, meno diretto, ma comunque letale per la loro unione.

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