La copertina è un armadio rosa che nasconde l’urna parlante di sua madre (e gli scheletri di sua figlia) a cui Chiara confessa la sua bisessualità soffocata dal loro rapporto conflittuale che ha ostacolato il percorso per trovare la sua identità. È “Queeranta, meglio tardi che mai”, una graphic novel tra coming out tardivi e lutti complicati, scritti e disegnati da Chiara La Scura, uscito in libreria qualche mese fa per Becco Giallo, casa editrice specializzata in libri di fumetti, e già in ristampa.
È la storia tragicomica, tra memoir e fiction, di una donna grassa di mezza età alla ricerca della sua identità queer ma è la difficoltà tradotta in immagini di una generazione cresciuta in una società eteronormata, senza una cultura queer, in cui sono mancati i modelli di riferimento per scoprirsi e raccontarsi. Centotrentasei pagine disegnate con la sagacia e l’ironia di Chiara Meloni, illustratrice di Olbia e già autrice insieme a Mara Mibelli del libro “Belle di faccia: tecniche per ribellarsi a un mondo grassofobico”, che è anche un progetto per opporsi al controllo dei corpi, alla desessualizzazione di quelli grassi delle donne, agli standard di bellezza classisti, abilisti ed eteropatriarcali fino a dire che «la liberazione dei corpi grassi è una questione femminista».
La storia a fumetti esplora i rapporti familiari, l’esperienza di vivere in un corpo non conforme e le difficoltà a navigare il mondo del dating per una quarantenne “millennial geriatrica” impacciata. In Queeranta, Chiara veicola i concetti del transfemminismo intersezionale, della body positivity e della flat liberation con l’ambizione di colmare un vuoto (anche di narrazione e, soprattutto, nel mondo del fumetto) che ha segnato la sua adolescenza in cui ha «accumulato più domande che risposte».
Un dialogo post mortem con la mamma, (re)incarnazione di tutte le aspettative che una società eteronormata ha sui corpi e sulle scelte delle donne, per parlare di autodeterminazione femminile. E tra crush e dating, con il linguaggio della Gen Z, Chiara La Scura elabora anche il lutto di aver perso le esperienze formative adolescenziali, castrata da insegnanti bigotti e compagni vittime, loro stessi, di pregiudizi. Queeranta si apre con il sogno di Chiara di liberare (le ceneri di) sua mamma dall’armadio, un posto nel quale non sarebbe mai voluta stare, e si chiude con la liberazione di poter vivere la sua sessualità anche con un corpo in cui nessuno voleva farla stare.
Queeranta. Meglio tardi che mai. Di Chiara La Scura, Becco giallo, pp. 136, 18 euro.