‘Sempre e comunque NO alla spettacolarizzazione dei minori e all’informazione che li usa a fini di audience. Ma anche NO all’informazione che ignora il dramma dei bambini “strappati” ai genitori e gli errori (se non abusi, talvolta) di polizia, magistratura e servizi sociali. Avviene tutti i giorni nel silenzio, colpevole, dell’informazione.
Sono centinaia i casi in cui delle donne sono state convocate in tribunale con i loro figli – perché questi potessero essere ascoltati dai periti nominati dalle parti- e se li sono visti sottrarre più o meno con le stesse modalità. Casi di cui non abbiamo mai saputo.
Il terribile video del bambino di Padova è un’insopportabile dimostrazione dell’insufficienza professionale di tutte le categorie coinvolte. Ed è una denuncia che va pubblicata. Sono immagini che vanno mostrate. Con le dovute cautele, nel rispetto della privacy, per la verità e il diritto di cronaca.
Che traumi ha subito e deve ancora subire quel bambino, mentre adulti, istituzioni e informazione premono, impreparati incompetenti e violenti, sull”acceleratore? L’approccio muscolare della polizia, una giustizia che ascolta non il minore ma teorie senza fondamento scientifico, come la PAS (Sindrome di Alienazione Parentale, discussa teoria senza base scientifica che può prevedere l’affidamento del minore al genitore maltrattante o alla casa famiglia), un giornalismo spettacolarizzante che manda in onda senza coprire il nome della piccola vittima e senza soffermarsi a spiegare.
GIULIA, l’Associazione delle Giornaliste Unite Libere Autonome, chiede all’informazione tutta di accendere, finalmente, i riflettori su questa realtà. E di farlo nella piena garanzia dei diritti dei minori e nel rispetto delle regole previste dalla Carta di Treviso.
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