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Edith Windsor, una vedova di 83 anni di New York, è al centro della battaglia alla Corte Suprema per i matrimoni gay. La Windsor ha deciso di fare ricorso contro il Defence of Marriage Act, che proibisce al governo federale di riconoscere diritti e benefici alle coppie gay legalmente sposate negli stati dove è permesso, dopo la morte della sua compagna di 40 anni, Thea Spyer, con la quale nel 2007 a Toronto si era unita in matrimonio poi riconosciuto dalla stato di New York.
Alla morte della moglie, la Windsor è stata costretta a pagare 363mila dollari di tasse di successione per l”appartamento che avevano acquistato insieme e la casa al mare, perché la legge non le riconosceva i benefici in materia per le coppie sposate. “Se Thea fosse stata Theo non avrei dovuto pagare”, ha detto in una recente intervista la donna che ha deciso di fare ricorso contro quella che considera il segno tangibile, quello finanziario, di una discriminazione più profonda.
“È una terribile ingiustizia e io non mi aspettavo un trattamento del genere dal mio paese e credo che sia un errore che deve essere corretto”, ha detto ancora la Windsor che è nata nel 1929 a Filadelfia. Sposatasi subito dopo il college, in poco tempo capì il suo vero orientamento sessuale, divorziò e si trasferì a New York dove in seguito iniziò a lavorare nel settore allora pioneristico, soprattutto per una donna, dell”informatica. Nel 1963 in un bar del Greenwich Village, chiamato Portofino, incontrò Thea – che era psicologa e violinista – che divenne la compagna di tutta la sua vita.
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