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Un uomo e una donna a capo di Catalunya Verds

Il partito ecologista catalano affida il Coordinamento a Joan Herrera, già segretario generale e Dolors Camats, la voce del partito in Parlamento. Di [Anna Comas i Mariné]

Un uomo e una donna a capo di Catalunya Verds
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3 Maggio 2013 - 00.22


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Barcellona – Tra le decisioni assunte a metà aprile dall”ultima Assemblea Nazionale dell”ICV, Iniciativa per Catalunya Verds, partito ecologista catalano, certo la più eclatante è quella che ne affida il Coordinamento ad un uomo e una donna, Joan Herrera, già segretario generale e co-presidente, e Dolors Camats, la voce del partito in Parlamento, eletta anche lei co-presidente qualche settimana fa dagli organismi democratici di questa formazione politica.

L”Assemblea Nazionale ha deciso anche di sostituire la denominazione di “Co-presidenza” con quella di “Co-coordinamento”, una decisione che avvicina queste due figure a capo del partito più all”ideologia di un”entità di mobilitazione sociale e civica, che di forza di politica tradizionale.


Il contesto

La “femminilizzazione” di ICV non è una decisione dell”ultima ora, e non può essere neanche descritta come una tendenza di moda o un capriccio dei tempi. Questo partito ha una portata ed una tendenza femminista sin dalla sua nascita, come si legge già nei documenti preparatori della decima Assemblea nazionale: “ La femminilizzazione di ICV è un obiettivo centrale della nostra organizzazione. Quanto approvato dalla nona Assemblea Nazionale è il risultato di un lungo processo terminato con la Convenzione del genere, il programma di femminilizzazione, e gli accordi sulla promozione della parità adottati nelle riunioni precedenti.”.

Per ICV, il processo di femminilizzazione del partito si articola su due assi principali: 1. l”inclusione del femminismo, dei diritti delle donne e della parità di genere nella sua agenda politica ed in quella delle istituzioni, 2. l”adozione di valori, forme, esperienze e interessi, modi di intendere e fare politica delle donne e del femminismo; inclusione di più donne nella base sociale del partito e nelle posizioni decisionali.

ICV sottolinea che la “volontà” di femminilizzazione deve essere considerata come una questione di democrazia, una questione di rispetto delle pluralità e delle diversità collettive, e infine una questione di leadership. Rispetto al primo punto – la democrazia – il ragionamento politico del partito è che l”accesso delle donne alla politica ha vissuto e vive grande difficoltà per le sue stesse dinamiche spesso molto maschiliste, e nonostante le donne siano più della metà della popolazione: “la limitata presenza e la partecipazione delle donne in politica fanno della nostra democrazia una democrazia incompiuta”. Rispetto al secondo punto – la pluralità – è chiaro che donne e uomini hanno diverse esperienze e interessi, queste differenze devono essere incluse nell”ambito politico e pubblico, e tanto il punto di vista delle donne quanto l”integrazione delle loro conoscenze ed esperienze negli affari pubblici e nelle forme di partecipazione sono un beneficio per l”intera società. Sul terzo punto – la leadership -, ICV parte dall”assunto che il ruolo di leader previsto dalla politica genera riferimenti, una donna leader può dunque motivare altre donne a partecipare alla vita politica, “gli elementi di identificazione e le aree comuni di interesse hanno un”influenza maggiore, e sono cruciali nei legami politici delle donne.”.

Sintetizzando, la decisione di IVC di porre la “femminilizzazione” del partito e della parità alla base delle proprie strategie politiche fa leva sulla costatazione della realtà presente, una realtà in cui la partecipazione delle donne è diseguale, le donne non sono sufficientemente rappresentate, l”inclusione dei loro interessi è essenziale per completare il sistema democratico. Conclusione: attraverso l”integrazione del valore dell”uguaglianza nel suo programma e la messa in atto di misure che trasformano in questa direzione l”organizzazione interna del partito, ICV si propone come strumento di cambiamento per promuovere e raggiungere la parità di genere in tutta la società.


Co-leadership, perchè?

La scelta della co-presidenza porta con sé un cambiamento radicale nel modello della leadership politica: il più alto organo di rappresentanza e direzione di un partito diventa un corpo collettivo, composto da due persone, di cui “almeno una” deve essere una donna.
Una scelta – dicono a ICV – necessitata nei tempi che corrono per diverse motivazioni : l”inclusione di nuove forme di governance basate su una leadership condivisa; la consapevolezza che un partito di uomini e donne rispecchia la società di uomini e donne e proietta un nuovo modello di riferimento per le relazioni e per la parità di genere; una concezione della politica che mette in evidenza gli elementi di pluralità e la ricchezza delle diversità apportate da uomini e donne provenienti da differenti esperienze e interessi; la certezza che una leadership condivisa dà maggiore forza alle idee perchè più l”idea è condivisa più è forte; la scommessa verso una radicalità democratica, verso strutture più orizzontali, più partecipative, come un elemento di trasformazione e innovazione del modello e della cultura organizzativa.

Un modello da consolidare

La figura dei co-presidenti, o secondo la nuova denominazione approvata dei co-coordinatori, è prevista nell”organizzazione della Giovane Sinistra Verde, dei partiti Verdi, della Sinistra Europea, e recentemente è stata promossa da diverse sezioni locali di ICV, per esempio a Terrassa, Sabadell, San Cugat, Manresa, o Vilafranca del Penedès.
Queste esperienze consolidate hanno mostrato risultati soddisfacenti, per esempio si è chiaramente notato che l”inclusione di più donne negli spazi di partito e nei luoghi delle decisioni ha dinamicamente generato politiche più inclusive.

L”iter ICV.
Il Rapporto politico per l”Assemblea nazionale ha proposto che il massimo organo rappresentativo del partito, sino ad ora la presidenza, passasse da un responsabile unico al un collettivo formato da almeno una donna. Il 12 febbraio 2013, il Consiglio nazionale del partito ha proposto una consultazione interna, prima dell”approvazione da parte dell”Assemblea della proposta di modifica dello Statuto e delle conseguenti norme di adattamento per rendere possibile l”elezione dei co-presidenti, successivamente scelti attraverso le primarie. John herrera e Dolores Camats stati eletti co-presidenti dal Consiglio Nazionale, scelta ratificata dall”Assemblea, che ha deciso la denominazione di Co-coordinatori, per avvicinarli alla realtà della politica diretta.

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