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LasciateCIEntrare: due volte vittime

'Senza documenti. Sfruttate, comprate e vendute. Umiliate, violentate, ricattate. Incarcerate. Una campagna per una nuova legge sull''immigrazione. Di [Daniela De Robert]'

LasciateCIEntrare: due volte vittime
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8 Maggio 2013 - 17.33


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Ancora una volta sono loro l”anello più debole. Donne, sfruttate, comprate e vendute, messe sul florido mercato del sesso. Umiliate, violentate, ricattate.
Donne straniere arrivate in Italia, prive o private dei documenti, irregolari, e quindi considerate al pari di criminali, e per questo spesso ospiti delle non-galere che sono i CIE.

Eppure nel rapporto programmatico sui CIE del Ministero dell”Interno su di loro non c”è neanche una parola. Niente su quella che viene chiamata la “seconda vittimizzazione”. Ma la maggior parte delle donne rinchiuse nei CIE sono proprio vittime della tratta e di gravi violenze. “Sono soprattutto nigeriane e cinesi, buttate nel circuito della prostituzione – ci dice Ilaria Boiano di Differenza donna-, ma anche del del nordafrica e dell”Europa dell”est sfuggite a violenze nel loro paese o qui da noi”.

A pochi giorni dalle denuncie di Laura Boldrini, dalla catena di femminicidi, dall”appello per convocare gli Stati generali contro la violenza sulle donne e dalla proposta della Ministra Idem per una task force interministeriale che affronti il problema, il documento del Ministero dell”Interno va nella direzione opposta, chiudendo gli occhi su una realtà
drammatica di sfruttamento e violenza.

È ora che tutti aprano gli occhi senza nascondersi dietro a ipocrisie. È ora che donne e uomini, associazioni e istituzioni, giovani e adulti si mettano insieme per un profondo cambiamento culturale nella direzione dei diritti delle donne, siano esse italiane o straniere, con o senza documenti, libero o schiave.

La campagna LasciateCIEntrare boccia senza appello il Documento programmatico sui CIE che – dicono – manifesta la totale ignoranza delle effettive criticità della detenzione amministrativa -, chiede che che il Ministero dell”Interno e le istituzioni governative e parlamentari non ne tengano conto e che venga istituita una conferenza nazionale che coinvolga le associazioni, le commissioni parlamentari, i partiti per lavorare a un programma serio e concreto di superamento dei CIE e di una modifica radicale della legge sull”immigrazione. Anche in nome delle donne due volte vittime.

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