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Sole24ore: il "caso Genovese" e gli anticorpi (delle giornaliste)

Il plauso e il sostegno delle giornaliste di GiULiA alle colleghe del giornale e di Alley Oop, per il ruolo avuto nel cambio di narrazione (e nelle scuse del giornale). [di Silvia Garambois]

Sole24ore: il "caso Genovese" e gli anticorpi (delle giornaliste)
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Silvia Garambois Modifica articolo

15 Novembre 2020 - 19.25


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Il Sole24 ore è stato nei giorni scorsi al centro di una forte polemica che è corsa di chat in chat tra le associazioni femminili e femministe, per un articolo sul fondatore di Facile.it, Alberto Genovese, arrestato per violenza sessuale: articolo che nell’incipit diceva “Un vulcano di idee che, al momento, è stato spento” e proseguiva descrivendo i successi di studio e professionali dell’uomo accusato di aver drogato e stuprato una ragazza ad una “festa” in casa sua. Come è stato detto da molte parti: vergognoso.

Articolo che in seguito è stato modificato e sono arrivate anche le scuse del giornale.

 

Quello che però non appare sui media e sui social è cosa successo in redazione, ovvero la mobilitazione delle giornaliste (e dei giornalisti) del Sole24 ore e in particolare delle colleghe che si occupano di Alley Oop, il blog che da sei anni interviene con autorevolezza sui temi delle donne, con contributi di giornalisti del gruppo Sole 24 Ore e di autori indipendenti. Sono loro ad aver ottenuto il risultato, molto importante e non scontato, della modifica della narrazione su quell’episodio. Ad aver portato il giornale a scusarsi.

 

A loro il plauso e il sostegno delle colleghe di GiULiA- giornaliste: hanno dimostrato con i fatti, con la fatica del confronto, che i nostri giornali non sono entità “immodificabili”, non solo negli articoli ma anche o soprattutto nel rapporto con lettrici e lettori.

 

A scorrere i messaggi sotto i tweet ufficiali del Sole24Ore quelle scuse forse non sono neppure bastate ai lettori, che accusano il giornale di mancato controllo. Secondo noi sono critiche eccessive: per un giornale è difficilissimo ammettere “ho sbagliato”. Lo fanno in pochi. Significa comunque mettere un punto fermo all’idea che il racconto della violenza contro le donne deve prima di tutto rispettare vittime e sopravvissute, che i giornali sono essenziali per creare una coscienza critica collettiva, per dare valore alla libertà di stampa.

 

Scuse rare: ma lo ha fatto recentemente anche “il mattino” di Napoli, per un titolo sulla pagina social a proposito di un grave delitto del lecchese (“Il dramma dei papà separati” era scritto in una prima versione poi più volte corretta). E le scuse sono state apprezzate.

 

Le giornaliste del Sole 24 Ore hanno rivendicato la “buona pratica” del Sole con un post:

“Nei giorni scorsi un articolo pubblicato sul sito del Sole 24 Ore come profilo dell’imprenditore Alberto Genovese e delle sue attività ha destato lo sconcerto e l’indignazione nostri e di tante lettrici e lettori. L’articolo è stato modificato e aggiornato sulla base degli sviluppi dell’inchiesta a dimostrazione che esistono gli anticorpi anche interni alle redazioni per cambiare la narrazione intorno ai casi presunti o accertati di violenza sulle donne.

Con il team di Alley Oop siamo impegnate/i ogni giorno nel raccontare notizie, storie e buone pratiche che possono fare la differenza per costruire un’Italia più inclusiva e paritaria. Anche e soprattutto riguardo alla violenza sulle donne, che ci vede in prima linea da anni. Continueremo a fare il nostro lavoro con professionalità, serietà, passione e rigore come sempre, perché crediamo nella strada che abbiamo costruito e che stiamo percorrendo.

La rete che abbiamo costruito in questi 6 anni di lavoro, rappresenta per noi di Alley Oop un sostegno insostituibile. Insieme possiamo fare la differenza”.

 

Quindi, le scuse (via social) del giornale: “Continua a circolare sui social l’immagine dell’inizio dell’articolo su Alberto Genovese pubblicato all’alba di lunedì 9 novembre. L’articolo racconta la dimensione economica del protagonista, imprenditore di startup.

Dopo le primissime segnalazioni, rispetto ad alcune frasi presenti nell’incipit dell’articolo – riservato agli abbonati – siamo intervenuti a cambiarlo perché né per l’autore né per la redazione è accettabile l’equivoco che Il Sole 24 Ore possa difendere persone accusate di fatti così terribili. Tutto questo lo abbiamo ribadito in risposta ai commenti di molti lettori.

Ci scusiamo per non aver valutato nella catena di controllo degli articoli come certe frasi trasmettano una visione che Il Sole 24 Ore rifiuta”.

 

Insomma, care colleghe (e colleghi) del Sole: grazie.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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