Assolta in appello Marilù Mastrogiovanni ma il calvario giudiziario non si ferma | Giulia
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Assolta in appello Marilù Mastrogiovanni ma il calvario giudiziario non si ferma

Marilù Mastrogiovanni non diffamò gli amministratori di Casarano: assoluzione confermata in appello per la giornalista, GiULiA pugliese e fondatrice del Forum delle giornaliste del Mediterraneo

Assolta in appello Marilù Mastrogiovanni ma il calvario giudiziario non si ferma
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14 Gennaio 2025 - 20.08


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Quanto aveva scritto nelle sue inchieste sulla malagestione dei rifiuti nel basso Salento è tutto vero. Marilù Mastrogiovanni, direttrice del Tacco d’Italia non ha quindi diffamato né l’allora sindaco di Casarano (in provincia di Lecce) Gianni Stefano, né Luigi Loris Stefano, all’epoca consigliere comunale.

Quest’ultimo, al contrario, per aver minacciato e offeso la giornalista tramite Facebook è stato condannato a risarcirla con 7.500 euro, ai quali si sommano 2.500 euro a testa per la cooperativa Idea Dinamica, editrice del Tacco d’Italia e il sindacato dei giornalisti FNSI, costituitosi parte civile. Il consigliere comunale è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali, di primo e secondo grado. Confermata così in appello presso il Tribunale di Lecce l’assoluzione di Mastrogiovanni, difesa dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto dello studio FPS di Bari.

La dichiarazione di Marilù Mastrogiovanni

«Sono soddisfatta che la correttezza e il valore del mio lavoro giornalistico sia stato riconosciuto anche nella sentenza di secondo grado, ribadendo di fatto la necessità di garantire il diritto e la libertà di manifestazione del pensiero e il diritto di critica e di cronaca – ha dichiarato Mastrogiovanni –Sono grata a FNSI e al mio avvocato Roberto Eustachio Sisto per avermi sostenuta credendo in me fin dall’inizio di questa vicenda scandalosa, iniziata con il sequestro del mio giornale. Questa sentenza non mi ha strappato nemmeno un sorriso, perché non è più sostenibile, per la tenuta del sistema democratico, che in Italia i giornalisti possano essere il bersaglio di minacce e querele temerarie che altro non sono che bavagli istituzionalizzati. Sono molto preoccupata per i numerosi procedimenti penali pendenti davanti al Tribunale di Lecce scaturiti da una pioggia di querele, per gli stessi fatti, denunciati con le mie inchieste giornalistiche rigorose e documentate. Sono molto preoccupata anche perché il giornalismo oggi in Italia si regge sul lavoro di giornaliste e giornalisti freelance come me, con le tasche piene solo di tante notizie che interessano all’opinione pubblica ma che non riescono a trovare spazio né compensi dignitosi» ha concluso.

«Questa vicenda dimostra ancora una volta come le querele temerarie siano un problema reale e concreto del mondo dell’informazione. Sono bavagli all’informazione che la politica sta difendendo a scapito dei cittadini» ha commentato la segretaria del Fnsi Alessandra Costante

il calvario giudiziario non è però finito per la pluripremiata cronista pugliese, già presidente della giuria del premio giornalistico dell’Unesco e da poco nominata ambasciatrice europea per o clima, per il suo impegno per le donne e la giustizia climatica e sociale. La aspettano ancora molti processi per diffamazione a Lecce, paradossalmente sugli stessi fatti.

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