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Per gli uomini i media parlano fin troppe di donne (ma le donne dicono di no)

DireDonne, che ha un'intesa di media-partnership con GiULiA, ha festeggiato un anno presentando un sondaggio sulle discriminazioni di genere. Per un italiano su cinque le donne devono stare a casa.

Per gli uomini i media parlano fin troppe di donne (ma le donne dicono di no)
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6 Dicembre 2019 - 00.34


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Donne ancora assorbite dal lavoro familiare, che per un italiano su cinque, ben oltre 8 milioni, dovrebbero restare a casa per prendersi cura dei figli. Donne che per quasi 15 milioni di italiani sono ancora oggi meno valorizzate nel mondo dell’informazione.

È questo lo spaccato che emerge dal sondaggio commissionato dall’Agenzia Dire a Tecnè su ‘Donne e media: la sottile linea rossa della discriminazione di genere’, condotto su un campione di 2mila italiani, dai 18 anni in su, che conferma un senso diffuso di discriminazione e un’affermazione ancora inadeguata delle pari opportunità. 

Il sondaggio è stato presentato questa mattina a Roma al Senato della Repubblica, in occasione dell’evento dedicato al primo anno del canale dell’agenzia Dire, “DireDonne” (che ha un’intesa di media-partnership con GiULiA), dedicato al pensiero di genere e alle pari opportunità.

‘Buone notizie Più voce alle donne’ è il titolo dell’appuntamento, promosso su iniziativa della vicepresidente del Senato Anna Rossomando e dell’onorevole Sandra Zampa, ideatrice di DireDonne. Dopo il saluto del sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, a commentare i risultati del sondaggio sono stati Laura Cannavò, NewsMediaset; Marina Cosi, GIULIA; Gianni Riotta, La Stampa; Simona Sala, Tg1 Rai e Ilaria Sotis, Gr-Radio1 Rai e il direttore dell’agenzia Dire, Nico Perrone.

Donne e lavoro di cura

Le donne lavorano molto più degli uomini se si somma all’impegno professionale anche la cura della casa e dei figli che occupa un tempo pari a 6 ore e 15 minuti al giorno. Nell’81,9% dei casi, infatti, è la madre a farsi carico del lavoro familiare, mentre il padre ‘casa e famiglia’ rappresenta uno sparuto 6,8%. La percentuale cresce all’aumentare della fascia di età, passando dal 73,3% delle 18-34enni al 90,6% delle ultrasessantacinquenni. Condizione che non cambia di molto anche nei casi di coppie con figli in cui entrambi i genitori sono lavoratori full time. Il tempo dedicato al lavoro familiare è, infatti, per il 65,1% a carico delle donne e solo per il 34,9% agli uomini. Quasi un italiano su cinque (19,1%) pensa che le donne dovrebbero stare a casa per prendersi cura della famiglia, un dato piuttosto omogeneo da Nord a Sud, che cresce però all’aumentare dell’età (28,5% degli ultrasessantacinquenni) e diminuisce tra chi ha titoli di studio più elevati (8,6%).

Donne e retribuzioni

Dal punto di vista del ‘gender pay gap’ (divario retributivo di genere) le donne, a parità di ruolo, guadagnano meno per il 39,7% degli intervistati, convinzione radicata soprattutto nel campione femminile (54,6%). Per il 56%, invece, hanno più o meno lo stesso guadagno dei colleghi, opinione diffusa, ancora una volta, soprattutto tra gli uomini (69,9%).

Donne nei media

Per il 31,8% degli italiani le donne continuano ad essere meno valorizzate nel mondo dell’informazione, nonostante il 68% ritenga che abbiano una capacità specifica e una lettura interpretativa della realtà diversa dagli uomini. Nel campione maschile è dominante la convinzione che siano adeguatamente presenti nei media, ma questo dato si conferma solo nella metà di quello femminile (51,5%). Il 63,1% ritiene che giornaliste, conduttrici e professioniste dell’informazione abbiano ruoli analoghi a quelli dei loro colleghi, ma solo il 51,2% delle donne ritiene che sia così contro il 76,1% degli uomini. Il 51,8% degli italiani, poi, crede che non cambierebbe nulla se le donne avessero ruoli importanti nel mondo dell’informazione, tesi sostenuta dal 63,3% degli uomini. Solo il 36,5% degli intervistati crede che sarebbe migliore e a pensarla così sono soprattutto le donne (51,3%). Per qualcuno (6,8%) sarebbe addirittura peggiore. Il 68%, però, crede che le donne abbiano una specifica capacità di pensare e leggere la realtà diversa rispetto agli uomini. A pensarla così sono il 75,7% delle donne contro il 59,6% degli uomini.

Le donne in politica

Oltre i 16 milioni di italiani sono convinti che le donne siano penalizzate in politica e sono 4 italiani su 10 a pensare che le cose andrebbero meglio se ci fossero più donne con ruoli importanti. Un dato che sostengono gli uomini per un 20%, contro il 58,3% delle donne. Per ben 24 milioni di italiani non cambierebbe nulla e anche questa volta la convinzione è più radicata tra gli uomini (64,2%) che tra donne (36,1%).

“C’è un grande lavoro da fare affinchè le donne abbiano ruoli importanti nel mondo delle professioni e anche in quello dell’informazione e ci sarà bisogno di anni. Oltre alle quote, è necessaria una svolta culturale così che i 40 anni previsti per superare il gap di genere possano diventare meno”. Lo ha detto alla Dire il Sottosegretario all’Editoria, Andrea Martella, a margine della presentazione dei risultati del Sondaggio Tecné. 

 

“E’ importantissimo il tema del linguaggio sui temi della violenza, ma non c’è solo questo. L’informazione non puo’ essere neutrale o indifferente ai ruoli delle donne nella società. Oggi registriamo un avanzamento, ma siamo ancora lontani da una parità di forma e sostanza sia perchè nelle testate giornalistiche le donne non hanno ancora sufficienti ruoli apicali, sia per la rappresentazione delle donne sui temi importanti”. Lo ha detto alla Dire la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, a margine dell’appuntamento ‘Buone notizie. Più voce alle donne’. “Il ruolo delle donne- ha ribadito- spesso non viene riconosciuto anche perchè non viene rappresentato e c’è una battaglia di valori che deve esser fatta attraverso l’informazione. C’è stato l’impegno di alcuni uomini qui presenti a non prender parte ad appuntamenti in cui non ci sia rappresentanza femminile e- ha concluso- questo mi sembra importante perchè è un tema che non riguarda solo le donne, ma la democrazia”.

Quali le buone notizie che dobbiamo ancora scrivere? “Che il protagonismo e l’intelligenza delle donne siano davvero rispecchiati nell’informazione e che la loro voce arrivi alla società sempre più forte”. Risponde così, all’agenzia Dire, la Sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, commentando i risultati del sondaggio Tecnè presentati al Senato. 

“Il progetto DireDonne- ha spiegato Zampa- è nato per valorizzare le competenze e perchè esiste una specificità del pensiero femminile, come conferma proprio il sondaggio Tecnè; e usare questa specificità puo’ essere una buona opportunità per provare a cambiare le cose che non vanno”.

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