Parole giuste e sbagliate su donne e disabilità nei media locali del Piemonte | Giulia
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Parole giuste e sbagliate su donne e disabilità nei media locali del Piemonte

Come si parla sui media locali del Piemonte di donne e di persone con disabilità? Un approfondito report realizzato da Ora, Osservatorio regionale Antidiscriminazioni a cui collabora GiULiA fa il punto

Parole giuste e sbagliate su donne e disabilità nei media locali del Piemonte
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Stefanella Campana Modifica articolo

24 Febbraio 2023 - 17.37


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Leggiamo quotidianamente articoli in cui la donna, prima di essere una professionista o un’atleta o qualsiasi cosa sia nella vita, è soprattutto madre o, quando va bene, citata nei titoli con il nome di battesimo e non con il cognome. Per non parlare della non declinazione femminile per ruoli ricoperti da donne. Vediamo continuamente servizi televisivi in cui la disabilità è raccontata attraverso stereotipi abilisti invece di mostrare le persone per quelle che sono: per l’appunto, persone. Il linguaggio sul mondo Lgbtq+ spesso e volentieri è arretrato. Nella nostra professione ancora troppi colleghi e colleghe utilizzano le parole sbagliate per raccontare ciò che accade, dimenticando che dietro quelle storie ci sono persone fatte di carne e ossa che meritano più attenzione da parte di chi fa informazione.

Questo vale anche per i media locali, vicini alle realtà territoriali? Persistono ancora stereotipi o si assiste a una felice capacità innovativa sui temi di genere, delle pari opportunità, dell’abilismo? In Piemonte i giornali locali sono molto diffusi e seguiti. Di qui l’idea che ha spinto GIULIA Piemonte a chiedere la collaborazione dell’Università di Torino e il sostegno della Regione Piemonte per una ricerca in grado di dare risposte. Un report, l’unico nel suo genere, che ha dato vita a ORA, l’Osservatorio Regionale Antidiscriminazioni e che potrete leggere scaricando il pdf in coda all’articolo.

Per mesi sono stati letti e codificati articoli e servizi di 19 testate locali, della TGR Piemonte e di testate online. Sui nove mesi trattati, toccando tutte le province della regione, dal 1 luglio 2021 al 31 marzo 2022 sono passate sotto l’occhio vigile delle ricercatrici del Dipartimento di Culture, Politica e Società di Unito ben 9952 notizie, precisamente 7526 sul genere e 2426 sulla disabilità. Tra gli aspetti al centro dell’indagine, il linguaggio adottato dai media locali in rapporto alle discriminazioni e agli stereotipi prevalenti.  Dalla ricerca – arricchita da una serie di interviste realizzate con alcun* protagonist* dell’informazione locale – sono emersi diversi Piemonti rivelando una pluralità dei territori, come una dimensione metropolitana più dinamica sul genere grazie anche a centri antiviolenza o una maggiore attenzione sulla disabilità in presenza di una cultura della solidarietà sociale. Evidenti gli effetti di interiorizzazione critica dei temi legati alla disparità di genere che risultano più avanzati, mentre si fatica ancora a parlare di abilismo, a riconoscere i meccanismi latenti e a metterli in discussione.

L’Osservatorio evidenzia come parlando di persone con disabilità si tende ancora a rappresentarle come “ragazzi speciali” (sono state notiziate soprattutto persone di sesso maschile), oppure ricorre l’utilizzo del solo nome per fare riferimento a una donna protagonista della notizia. Nel complesso risulta invece corretto l’utilizzo della declinazione al femminile (nel 72,6% dei casi analizzati) nelle notizie al cui centro ci sono soggetti potenziali bersaglio di discriminazione. Ma se si esamina il rapporto tra genere della persona protagonista e correttezza grammaticale il dato conferma una certa resistenza del sistema della notizia: le donne ancora troppo spesso (30,2%) vengono chiamate con titoli al maschile, e non soltanto perché si rispetta la richiesta di una particolare declinazione del titolo stesso. Nel periodo analizzato si sono svolte le elezioni amministrative a Torino, Novara e in 151 comuni piemontesi e i dati rivelano che la politica fatica ancora a includere nei propri discorsi i temi delle pari opportunità, del genere, lasciando ad altre istituzioni (scuola, famiglia) la presa in carico dei diritti e nel dibattito elettorale locale la disabilità emerge come questione residuale.

ORA apre una strada di analisi, indagine e riflessione, che va alimentata e seguita. Un osservatorio di monitoraggio per l’informazione locale, di stimolo per un giornalismo corretto sul territorio regionale. Un cammino già iniziato con una serie di incontri di confronto e formativi a Torino, Cuneo, Vercelli, Alessandria. E che speriamo continui perché  crediamo in un’informazione che non marginalizzi nessuno, che sappia rendere conto dei mutamenti della società e capace di incidere positivamente sull’opinione pubblica, superando stereotipi e discriminazioni.  

Le GIULIE del Piemonte coinvolte nel progetto ORA Stefanella Campana, Sara Iacomussi, Ilaria Leccardi, Elena Miglietti

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