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I custodi della vita

L'annuncio del Papa ha oscurato l'ennesimo attacco alla 194 durante la Giornata della Vita promossa dalla CEI.di [Barbara Romagnoli]

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19 Febbraio 2013 - 16.23


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Lo scorso 2 febbraio la Conferenza Episcopale Italiana ha celebrato la Giornata della Vita. Nulla di strano per i credenti, se non fosse che in quella occasione alcuni docenti – 8 uomini e 1 donna – di Ginecologia e Ostetricia di università romane – Cattolica del Sacro Cuore, Tor Vergata, La Sapienza S. Andrea e Policlinico, Campus Biomedico – hanno organizzato un incontro dal titolo “Riflessioni su una Legge dello Stato”. La legge in questione è la 194 e il documento da loro presentato a fine giornata e consegnato al cardinale vicario Agostino Vallini non è altro che l’ennesimo attacco ad una legge che dovrebbe garantire l’autodeterminazione delle donne e che dovrebbe essere applicata garantendo, fra l’altro, la presenza e il funzionamento di consultori pubblici in tutto il territorio nazionale.

Nel documento, invece, si legge di diritti del feto, ma soprattutto di un “progetto che guida ogni attività didattica ed accademica indirizzata alla formazione dei futuri quadri dirigenti e degli operatori sanitari, di un corretto approfondimento delle tematiche di ordine non solo medico ma anche bioetico e giuridico legate alle prime fasi della vita intrauterina”: in realtà, come giustamente notato dalla ginecologa Anna Pompili sulle pagine di Micromega, significa voler formare una classe di medici pronti all’obiezione di coscienza così come già avviene diffusamente negli ospedali pubblici e in particolare al Policlinico di Tor Vergata e all’Ospedale Sant’Andrea di Roma, in aperto contrasto con la legge dello Stato. Le donne che capitano qui possono anche accedere a diagnosi prenatale, amniocentesi ed ecografie morfologiche, ma se hanno dei problemi o scelgono liberamente di non portare a termine la gravidanza, devono andare altrove.

Il documento si conclude con una dichiarazione d’intenti che non lascia dubbi: “le Università stimolano la ricerca in questi campi di frontiera fra la medicina, la biologia, l’etica, che operano tutte congiuntamente per definire le più avanzate responsabilità dell’uomo”.
La responsabilità dell’uomo e la, presunta, obbedienza della donna.


Il testo del documento

Le cinque Cattedre di Ginecologia ed Ostetricia delle Università di Roma riconoscono la centralità, nel progetto che guida ogni attività didattica ed accademica indirizzata alla formazione dei futuri quadri dirigenti e degli operatori sanitari, di un corretto approfondimento delle tematiche di ordine non solo medico ma anche bioetico e giuridico legate alle prime fasi della vita intrauterina e, più in generale, a diritti e necessità dell’embrione/feto e della donna gestante, in un contesto che valorizzi pienamente e altrettanto pienamente rispetti, da un lato i vincoli posti dall’attività del legislatore e, dall’altro, le scelte personali in campo etico e la libertà di coscienza.
La Legge 194/1978, a quasi venticinque anni dalla sua introduzione nell’ordinamento italiano, non ha ancora realizzato tutti gli enunciati che, nel riconoscimento del valore sociale della maternità e del diritto della vita umana ad una piena tutela fino dal suo inizio, prevedono una serie di iniziative volte ad assistere gravidanze complesse e ricche di risvolti personali e sociali, garantendo nei fatti la libertà e l’autonomia della scelta della donna.

In questi eventi, nei quali la gestante si trova a rivalutare, suo malgrado, il suo intero progetto di vita, gli operatori sanitari, nel loro insieme, debbono sentirsi tenuti a svolgere tutta una serie di iniziative che, lasciando all’apprezzamento della gestante una scelta consapevole e responsabile, le permettano di operare quanto da lei ritenuto più rispondente ai suoi bisogni ed a quelli del nascituro, in funzione della sua coscienza.
In particolare per il feto è necessario che siano chiari, e maggiormente conosciuti, i suoi diritti, anche non scritti, concernenti la sua vita e le condizioni previste per il suo sviluppo, per permettere alla madre una decisione compiutamente responsabile.

Le sedi universitarie romane, quindi, si sentono pienamente coinvolte in questo itinerario educativo e speculativo, mirante a far conoscere ai propri discenti non solo la complessità dei processi fisiologici della gravidanza e della maturazione embriofetale, ma anche le profonde interrelazioni fra questi e le drammatiche scelte che le gestanti, a volte, sono chiamate ad affrontare, nel rispetto anche di valutazioni etiche adeguate. Inoltre le Università stimolano la ricerca in questi campi di frontiera fra la medicina, la biologia, l’etica, che operano tutte congiuntamente per definire le più avanzate responsabilità dell’uomo.

Prof. Roberto Angioli Università Campus Biomedico
Prof. Domenico Arduini Università Tor Vergata
Prof. Pierluigi Benedetti Università La Sapienza – Policlinico
Prof. Donatella Caserta Università La Sapienza – S.Andrea
Prof. Alessandro Caruso Università Cattolica del S. Cuore
Prof. Antonio Lanzone Università Cattolica del S. Cuore
Prof. Massimo Moscarini Università La Sapienza – S. Andrea
Prof. Emilio Piccione Università Tor Vergata
Prof. Giovanni Scambia Università Cattolica del S. Cuore

 

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