Donne che invecchiano: quanti stereotipi ancora da abbattare | Giulia
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Donne che invecchiano: quanti stereotipi ancora da abbattare

Le donne anziane subiscono una doppia discriminazione, quella di genere e l'ageismo. Un ebook dell'associazione Donne in indica la strada per combattere gli stereotipi

Donne che invecchiano: quanti stereotipi ancora da abbattare
Foto di stephenimage777 da Pixabay
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Evelyn Novello Modifica articolo

25 Gennaio 2025 - 16.35


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Genere e anzianità. Una donna anziana può essere oggetto di discriminazione sia in quanto persona di genere femminile sia per via dell’età matura. Questa doppia discriminazione è l’argomento del progetto dell’Associazione Donne In Donne che hanno la fortuna di invecchiare…perché invecchiare diventi davvero una fortuna” che, dal 2014, articola le sue attività in una serie di incontri, seminari e corsi formativi i cui obiettivi sono smantellare gli stereotipi, contrastare le discriminazioni e divulgare la cultura della vecchiaia.

In particolare, un corso di formazione tenuto presso la ASST Santi Paolo e Carlo di Milano nell’ottobre 2023 ha dato all’Associazione l’occasione di pubblicare, nello scorso dicembre, il primo della serie di e-book Invecchiare al femminile in cui le relatrici hanno approfondito il concetto di ageismo, ancora poco conosciuto, ma sistematicamente presente negli ambiti più disparati, dalla medicina, al lavoro, dalla sfera sociale a quella finanziaria.

Come precisa nell’introduzione dell’e-book Myriam Bergamaschi di Donne In, studiosa di tematiche di genere, per “ageismo” si intende «l’atteggiamento sprezzante e discriminatorio di soggetti appartenenti a una fascia d’età verso soggetti appartenenti a un’altra fascia d’età». In una cultura che venera la giovinezza, essere “in là con gli anni” può voler dire, dunque, essere tacciati di incapacità e inadeguatezza che, a lungo andare, possono essere precursori di una marginalizzazione sociale.

L’ageismo di genere è, poi, doppiamente discriminante perché, in questo caso, lo sprezzo verso la l’età avanzata si somma a quella componente di sessismo che schiaccia il genere femminile sin dall’infanzia. «C’è un’enorme difficoltà a rappresentare la vecchiaia – precisa Silvia Vegetti Finzi, psicologa, pedagogista e storica esponente di GiULiA in Lombardia, coinvolta nel progetto di Donne In. «In sostanza, una donna anziana non deve comparire pubblicamente. Viene spesso oscurata anche se famosa, oppure mostrata attraverso sue fotografie di quando era giovane. Cosa che non avviene nel caso si tratti di un uomo».

La vecchiaia, infatti, assume significati diversi a seconda che si tratti di uomini o donne. I primi sono, per cultura, considerati saggi, rispettabili, degli esempi da seguire. Le seconde, invece, possono facilmente perdere di  valore e stima perché la componente intellettuale passa in secondo piano in favore di quella estetica, che diventa preponderante nel giudizio sociale. Quelle caratteristiche corporee tipiche dell’avanzamento dell’età fanno delle donne mature persone ‘invisibili’.

Superata la sessantina, la figura femminile sembra perdere autorevolezza nel lavoro così come tra le mura domestiche, a meno che non si assuma il pieno carico della cura della famiglia. Come ci spiega Lucilla Tedeschi, medica e referente di Donne In, «l’ageismo appare particolarmente evidente nella sfera professionale e la motivazione è strettamente culturale. La donna anziana, soprattutto nel periodo che precede il pensionamento, perde quei ruoli che tradizionalmente le appartengono. Non potendo più svolgere il compito procreativo, e non essendo più inserita nel mondo lavorativo, diventa pressoché invisibile».

Si aggiunga che la disponibilità economica delle donne è generalmente inferiore rispetto a quella degli uomini, sia nel periodo lavorativo che in quello della pensione. I dati Eurostat per l’anno 2023 mostrano in Italia un tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni pari al 51,1%, sotto la media europea del 64,9%. Anche quando occupate, le donne guadagnano in media meno degli uomini: la Commissione Europea indica che, nel 2024, il divario salariale di genere era del 13%. Tra le cause, la scarsissima presenza femminile nei ruoli dirigenziali. Secondo lo studio dell’associazione European Women on Boards, nel 2021 in Europa la percentuale di donne nei CdA si attestava al 35% e solo il 7% delle aziende era guidata da un Chief Executive Officer (CEO) donna. Questa situazione non può che compromettere le finanze delle donne anche durante la vecchiaia. Il XXIII Rapporto Annuale INPS 2024 mostra, infatti, un divario pensionistico del 30% a sfavore delle donne.

I diversi progetti di Donne In sull’invecchiamento femminile vogliono, quindi, sensibilizzare e contribuire a superare gli stereotipi e i derivanti ostacoli che impediscono alle donne anziane, che non si ritrovano nei modelli di invecchiamento precedenti, di mantenere una degna posizione sociale, lavorativa e familiare. «Negli ultimi anni – continua Tedeschi – abbiamo organizzato numerosi incontri monotematici e gruppi di studio specifici, alcuni su temi quali la solitudine, le perdite, il concetto di cura (degli altri e di sé). Lavoriamo a fianco della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano, nel gruppo di lavoro ‘Invecchiare in una città amica’ insieme ad altre associazioni, e portiamo avanti attività divulgative e di sensibilizzazione presso i Municipi milanesi»

Per poter avere informazioni sull’ebook e sull’attività dell’Associazione è possibile scrivere a associazionedonnein@gmail.com.

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