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Non si esce dalla crisi senza le donne

'Le nuove imprese sono al 90 % promosse da donne e giovani ma arrancano nella crisi senza il sostegno necessario. Un articolo di Titti Di Salvo su l''Unità.'

Non si esce dalla crisi senza le donne
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8 Gennaio 2012 - 23.54


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Qualche giorno fa «Se non ora quando», la rete che con le manifestazioni del 13 febbraio e dell’11 dicembre ha fatto emergere il desiderio e la necessità di un nuovo movimento
delle donne, ha preso carta e penna e ha scritto al Presidente del Consiglio, ai segretari dei partiti e alle organizzazioni sociali chiedendo un incontro per proporre il proprio punto di vista sulle scelte necessarie per la ricostruzione civile ed economica dell’Italia,dopo Berlusconi e il berlusconismo.

Due mesi fa 14 donne diverse per culture ed esperienze, sindacaliste, intellettuali, giornaliste, donne della società civile, hanno scritto alla ministra Fornero chiedendo il ripristino della legge contro quelle «dimissioni in bianco» proposte soprattutto alle giovani donne al momento dell’assunzione. Una legge abrogata tre anni fa dal ministro Sacconi e ormai, dopo molto lavoro, universalmente conosciuta.

La lettera alla ministra Fornero era stata preceduta l’8 marzo 2011, in un altro tempo politico, da lettere con le quali si chiedeva a tutti i segretari dei partiti dell’opposizione di allora di riaprire la strada per riconquistare la legge. Sono lettere fortemente politiche
che propongono scelte politiche, scritte da donne che non sono estranee ai partiti, né nemiche, credono fortemente che i partiti siano l’ossatura della democrazia anche se non
possono esaurire le forme della politica e debbono saper ascoltare di più le domande di cambiamento.

Tuttavia queste lettere dal paese reale avanzano proposte e parlano di bisogni, punti di vista, letture della realtà che da sempre fanno fatica ad emergere e rischiano di essere soffocate sia per assenza della forza del punto di vista delle donne nella politica che c’è, sia dal rischio che l’emergenza di oggi sospenda la politica, appanni la realtà delle condizioni materiali delle persone in carne e ossa, in nome dell’oggettività delle scelte necessarie: così mi è apparso il primo tempo del governo Monti.

La nostra idea è che l’emergenza dell’oggi, non solo economica – conta anche la distanza avvertita in modo acuto tra le persone e la rappresentanza politica – la si possa superare solo riconoscendo le cause che l’hanno determinata e agendo su di esse, facendo le scelte giuste tra quelle possibili, quelle necessarie a cambiare il profilo del paese.

Non si esce dalla crisi continuando a mortificare il lavoro, scaricando su chi lavora il peso e il rischio dell’instabilità dei mercati: sulla mortificazione del lavoro si è fondata la competizione sui costi che ha determinato il declino dell’Italia e l’illusione fallimentare della globalizzazione senza regole. Non si esce dalla crisi continuando a negare il futuro ad un’intera generazione condannata alla precarietà che ha il volto soprattutto di giovani donne e francamente la discussione sull’art.18 vista con quegli occhi è paradossale.

Non si esce dalla crisi mortificando la libertà delle donne di essere madri: le statistiche internazionali mostrano un quadro deprimente sulla tutela della salute delle madri
in Italia e dei servizi dedicati.

Non si esce dalla crisi senza riconversione ecologica e di politica industriale, senza investire in qualità dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione: le nuove imprese sono al 90 % promosse da donne e giovani ma arrancano nella crisi senza il sostegno necessario.
Non si esce dalla crisi perpetuando quelle diseguaglianze che sono causa della crisi, in Italia e in Europa. Non si esce dalla crisi facendo cassa sull’età pensionabile delle donne, comminando una parità mai garantita in altri aspetti della vita, mentre su di loro le politiche
pubbliche scaricano la responsabilità della cura di figli e genitori.
Non si esce dalla crisi seppellendo lo stato sociale, il modello sociale europeo e con esso l’Europa.

Non si esce dalla crisi senza investire sulla autonomia di un’intera generazione di ragazze e ragazzi.

Non si esce dalla crisi senza le donne… Ovunque!

Titti Di Salvo

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