'Una Consulente di fiducia all''Ateneo del Salento' | Giulia
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'Una Consulente di fiducia all''Ateneo del Salento'

Si occupa della tutela civile, penale e amministrativa, della vittima di molestia sessuale e mobbing. Il 40% degli studenti ha subito molestie. [Maria Luisa Mastrogiovanni]

'Una Consulente di fiducia all''Ateneo del Salento'
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10 Febbraio 2012 - 12.48


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L’Università di Lecce, alla pari di altre università illuminate italiane si dota di una nuova figura per combattere le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro e le molestie sessuali: la consulente di fiducia.
E fa centro.

A meno di un anno di attività sono già due le donne che si sono rivolte a Paola Martino, la consulente di fiducia selezionata dall’Ateneo attraverso un avviso pubblico, per denunciare molestie e mobbing.

Non solo: da un sondaggio on line realizzato dalla stessa Università attraverso la collaborazione delle studentesse e degli studenti del corso di laurea di “Servizio sociale”, coordinati dalla professora Mancarella, è emerso che il problema delle molestie sessuali alle studentesse in Ateneo c’è. Ed è numericamente rilevante, quanto sommerso. Perché le vittime non denunciano.

La domanda rivolta alle studentesse attraverso il sito www.serviziosociale.unile.it era sull’utilità della figura della consulente di fiducia ma il risultato è stato sorprendente, ed è andato in tutt’altra direzione.

Perché non solo ne è emerso che la figura della consulente di fiducia in Ateneo è considerata necessaria, ma che il problema delle molestie sessuali esiste, è sotterraneo e solo attraverso politiche attive di sensibilizzazione ed un vero e proprio ‘presidio’ può essere arginato.

Infatti è risultato che sulle 116 studentesse che in maniera volontaria e anonima hanno risposto alle domande, in 45 pari al 38,8% delle partecipanti al sondaggio ha subito molestie sessuali o morali, mentre 35 studentesse, pari al 30,2% dei votanti, conosce studenti che ha subito molestie.

Le altre, pari al 25% non conoscono la figura della ‘consulente di fiducia’ ma vorrebbero avere più informazioni e il restante 6% non crede che il problema delle molestie esiste in Ateneo.

Il sondaggio è stato realizzato qualche mese fa ma è passato completamente sottotraccia, nonostante ‘ufficializzi’ di fatto il fenomeno.

L’azione di prevenzione delle molestie sessuali in Ateneo parte con il rettore Oronzo Limone, che emana nel 2005 il “Codice di condotta relativo alle molestie sessuali nei luoghi di lavoro” (ai sensi dell’art.49 del CCNL). E’ quel Codice che, ottemperando alla normativa europea (risoluzione del Parlamento Europeo A3/0043/94 del 11 .02. 1994) istituisce la ‘consulente di fiducia’, nominata dal rettore su indicazione del comitato per le pari opportunità e attraverso un avviso pubblico.

La consulente di fiducia si occupa della tutela civile, penale e amministrativa, della vittima di molestia sessuale e morale. Fornisce consulenza ed assistenza ai dipendenti, uomini e donne, oggetto di attenzioni moleste e può avvalersi anche di consulenze di avvocati per assistere le vittime di molestie e mobbing.

E’ suo compito attivare iniziative di formazione e informazione; intervenire, assicurando la massima riservatezza, sia in via preventiva ma anche repressiva, nel caso si verifichino comportamenti molesti psicologicamente o sessualmente che ledano la dignità di chi studia e lavora all’interno dell’Università.
Un compito da oggi ancor più arduo, perché parte dall’amaro dato numerico di quelle 45 giovani donne molestate sessualmente. Che non hanno denunciato.

Intervista alla consulente di Fiducia dell”Ateneo di Lecce

“E’ il segnale che la domanda c’è, e che se sui luoghi di lavoro è attivo il presidio di una ‘consulente’, i risultati si raccolgono”: esperta di politiche di genere e di politiche per la disabilità, già presidente della prima e seconda Commissione pari opportunità della Provincia di Lecce, Paola Martino ci racconta delle difficoltà, ma anche dell’entusiasmo, dei primi mesi di attività: “In una prima fase ho lavorato prevalentemente per far conoscere la figura e il suo ruolo attraverso contatti con docenti, personale tecnico e amministrativo, associazioni studentesche, rappresentanti degli studenti. Inoltre, con la fattiva collaborazione dell’Ufficio Comunicazione dell’Università, è stato preparato e distribuito del materiale informativo.

E’ in fase di stampa un segnalibro informativo ed è stato presentato all’attenzione del Rettore un progetto di sensibilizzazione dal titolo “Fidati di noi”, realizzato in collaborazione con i Corsi di Laurea in Servizio Sociale e in particolare con la prof. Maria Mancarella.

Il progetto, a partire dai risultati di un sondaggio on line pubblicato sul sito di servizio sociale la scorsa primavera che ha fatto emergere l’esistenza di un problema di molestie tra le studentesse, prevede una ricerca-azione, anche in sinergia con gli studenti, per far conoscere questa figura e sollecitare eventuali criticità di molestie subite dalle studentesse”.

Come interviene la ‘consulente di fiducia’ in caso di denuncia?

“Il problema delle molestie sessuali in Ateneo esiste. E, come quello del mobbing, è un campo molto delicato che non emerge con facilità e che necessita di grande discrezione. Ritengo che l’Università del Salento, grazie anche all’intesa attività del Comitato Pari Opportunità, abbia fatto bene a dare vita a questa figura, così come hanno fatto molte altre università italiane. La ‘consulente di fiducia’ di fronte ad una denuncia ha due strade: l’una formale l’altra informale. Attraverso una serie di colloqui, eventualmente assistita da psicologi o avvocati valuta il problema e decide con la vittima come affrontarlo”.

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