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'Una ricetta ''segreta'' per lo sviluppo: la conciliazione'

'Due ricerche su welfare e best practice: maggiore occupazione femminile per dare impulso allo sviluppo del paese. Come? Con un''adeguata politica di conciliazione. '

'Una ricetta ''segreta'' per lo sviluppo: la conciliazione'
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12 Febbraio 2012 - 15.24


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Stimolare una crescente

occupazione femminile permetterebbe di dare impulso allo sviluppo

economico del paese, favorire la crescita del Pil e garantire maggiore

equità sociale. Come? Con un”adeguata politica di conciliazione.

È quanto emerge da due recenti indagini promosse da Edenred: la prima,

realizzata dall”Istituto Astra Ricerche, che ha ascoltato i desideri

dei lavoratori in tema di welfare; la seconda, realizzata

dall”Università di Genova in collaborazione con la London School of

Economics, ha analizzato le best practices europee maggiormente

all”avanguardia in fatto di politiche sociali attraverso l”impiego di

buoni servizio, strumenti che coniugano efficienza, flessibilità e

convenienza fiscale.

Eppure, l”importanza della donna nella sfera lavorativa nello

sviluppo del paese è dimostrata anche da una recente indagine della

Banca d”Italia dalla quale emerge infatti che se l”Italia raggiungesse

il 60% dell”occupazione femminile, il Pil crescerebbe del 7% e i

segnali che arrivano dall”agenda politica vanno nella stessa

direzione.
Il ministero per lo Sviluppo Economico ha proposto di

aumentare gli importi deducibili per le aziende che assumono giovani e

donne ed è stato istituito dal ministero del Lavoro il ”Fondo per il

finanziamento di interventi a favore dell”incremento in termini

quantitativi e qualitativi dell”occupazione femminile e giovanile”.

Questi impulsi positivi si scontrano però con una realtà

estremamente difficile per le donne, che denunciano grandi difficoltà

nel continuare a lavorare soprattutto dopo la nascita dei figli: una

recente ricerca Isfol mette in luce come il 40,8% delle italiane

dichiari di aver abbandonato il lavoro dopo la nascita del

primogenito, mentre il 5,6% ammette di aver rinunciato alla propria

vita professionale per dedicarsi alla famiglia o alla cura di parenti

non autosufficienti.

Per fare in modo che il numero di donne impiegate

lavoratrici cresca realmente è necessario investire in politiche di

work-life balance, indispensabili per conciliare ufficio e cure

familiari. Dalle indagine promosse da Edenred, lavoratori e

lavoratrici ”gridano a gran voce” un bisogno di tempo, per svolgere le

incombenze e curarsi dei propri cari o, alternativamente, di servizi

per l”assistenza a bambini e anziani durante l”impegno professionale.

Ad emergere è infatti un”enorme e crescente richiesta di

servizi legati alla persona e al nucleo familiare (88,5%) e, allo

stesso tempo, una profonda insoddisfazione (48,7%) di quanto

attualmente offerto dalle aziende.
La mancanza di un”articolata ed

efficace politica di conciliazione da parte delle imprese, apre

interessanti spazi di sviluppo, anche in Italia, di soluzioni

innovative già attive in numerosi paesi europei come i buoni servizio

che possano rappresentare uno stimolo a frenare la fuoriuscita delle

risorse femminili dal mondo del lavoro.

Le esperienze concrete attuate in Regno Unito, Francia e Belgio,

dimostrano come l”adozione del buono servizio sia efficace nel

promuovere l”occupazione femminile e nel ridurre gli ostacoli alla

maternità per le donne.
Il voucher, dunque, si conferma uno strumento

di welfare immediato e flessibile per offrire varietà e libertà di

utilizzo, un contributo di innovazione e progettualità del quale il

nostro paese ha senz”altro bisogno nel presente scenario

economico-finanziario.

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