Dopo le smentite, la Rai fa marcia indietro: via la clausola di maternità | Giulia
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Dopo le smentite, la Rai fa marcia indietro: via la clausola di maternità

Il comunicato della direttrice generale, Lorenza Lei. Ma sul web si moltiplicano le testimonianze di donne che, dopo la gravidanza, hanno perso il posto alla Rai.

Dopo le smentite, la Rai fa marcia indietro: via la clausola di maternità
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21 Febbraio 2012 - 14.55


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‘Roma, 21 feb – La Rai fa marcia indietro sulla contestatissima clausola che consente l”interruzione del rapporto di lavoro in caso di maternita” ed esultano le giornaliste e i giornalisti precari che hanno denunciato il caso. La dg Lorenza Lei precisa di essere pronta a modificare quel punto dei contratti di collaborazione, gettando acqua sul fuoco di una polemica che ha scosso il vertice di Viale Mazzini, dopo la bufera Sanremo. Non la sola, se si considera che l”azienda ha dovuto anche precisare quasi in contemporanea che il pagamento del canone su pc e smartphone, finito nel mirino questa volta delle imprese, non e” dovuto per il semplice possesso, come appariva in una lettera inviata alle aziende, ma solo in caso di utilizzo di tali apparati per la ricezione televisiva. A scuotere la tv pubblica arriva anche la condanna ad un maxi-risarcimento a vantaggio della Fiat per un servizio di Corrado Formigli ad Annozero, che l”azienda ha deciso di impugnare.

A Festival concluso, insomma, i fronti polemici sembrano moltiplicarsi e, se all”ordine del giorno del cda di giovedi” prossimo c”e” il caso Sanremo, appare difficile che gli altri temi sul tappeto non vengano affrontati. A partire dalla clausola sulla maternita” finita nel mirino della rete dei precari di Erroridistampa che ha chiamato in causa direttamente la dg Lorenza Lei, anche per spirito di solidarieta” femminile. E la dg interviene spiegando – tramite l”azienda – che ””non ha alcuna difficolta” a togliere”” la clausola ””dai contratti, per una diversa formulazione che non urti la suscettibilita”, fatta salva la normativa vigente che non e” nella disponibilita” della Rai poter cambiare””. ””E” una prima vittoria per tutte le precarie e i precari che per anni hanno firmato quel contratto umiliandosi pur di lavorare””, esulta Paola Natalicchio, portavoce del blog Erroridistampa. Il tema resta sul tappeto, tanto che il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, annuncia: ””Vedro” la dg nei prossimi giorni””. Interviene anche la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: ””Non conosco la clausola , ma se dovesse essere vera non mi pare una cosa buona””. La rete di donne Se non ora quando definisce il punto del contratto ””un segno della barbarie dei tempi””, mentre la Fnsi chiede di ””indagare a fondo su tutti i contratti irregolari””. Se dal Pdl Alessio Butti apprezza ””la capacita” di ascolto e apertura”” della Rai, dal Pd Giovanna Melandri chiede ””chiarezza di fronte ad una clausola che indigna””. E” immaginabile che giovedi” del tema si parli nel cda che vedra” all”ordine del giorno il caso Sanremo ed eventuali provvedimenti collegati, cosi” come richiesto dai consiglieri Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis. E” attesa la relazione della dg su quanto accaduto nella settimana del Festival, dal monologo di Adriano Celentano ai problemi tecnici, fino al taglio di un break pubblicitario. Non e” escluso che da alcuni consiglieri arrivi la richiesta di sostituire il direttore di Rai1, Mauro Mazza, ma – fanno notare ambienti del consiglio – il potere di proposta appartiene alla direzione generale e si attende di capire quale sara” la sua posizione.

Ministra Fornero: nei prossimi giorni vedo Lei sui contratti
“Vedo Lei nei prossimi giorni”. Così la ministra del Lavoro, Elsa Fornero, ha risposto ai giornalisti a margine di una audizione alla Camera, su un possibile incontro con la direttrice generale della Rai, Lorenza Lei, per discutere delle clausole ”maternità e malattia” contenute nel contratto dei precari.

Errori di stampa, bene Lei. Ora stop ai contratti truffa

Contratti a termine da consulente o autore testi, che in realta” nascondono un lavoro giornalistico a tutti gli effetti, ovviamente senza le tutele e le retribuzioni del contratto di lavoro dei giornalisti. E” la nuova denuncia del coordinamento Errori di stampa contro la Rai, proprio all”indomani dell”allarme sulla clausola gravidanza che ha indotto l”azienda a tornare sui suoi passi e la stessa direttrice generale della Rai Lorenza Lei a rivedere la clausola. Ora, dice il coordinamento delle giornaliste e dei giornalisti precari di Roma, “Chiediamo pero” – come avevamo gia” fatto nella nostra lettera aperta lanciata ieri – che la revisione riguardi interamente i contratti-truffa imposti ai colleghi giornalisti che lavorano nei programmi di rete. Contratti da consulente, presentatore-regista, autore-testi, che di fatto mascherano un lavoro giornalistico a tutti gli effetti. Questi contratti instaurano dei rapporti tra precari e azienda di finto lavoro autonomo e sono inaccettabili.

La Cpo Asr: “No a clausole discriminatorie nei contratti di lavoro autonomo”
Nella giungla del lavoro precario ed autonomo, è particolarmente odioso l’utilizzo di una clausola contrattuale che permetta di licenziare le lavoratrici in maternità. Ed è ancora più grave che questa pratica contrattuale sia attuata dal servizio pubblico, pagato da tutti i cittadini, e al cui vertice oggi siede una Direttrice Generale donna. Accogliamo dunque con favore l’impegno di Lorenza Lei ad eliminare immediatamente questa clausola discriminatoria dai contratti Rai.

La Commissione Diritti e Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, nel sottoscrivere il documento del coordinamento giornalisti precari di Roma “Errori di Stampa” contro la “clausola gravidanza” nei contratti di consulenza Rai, è al fianco di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori che da anni vedono violati i loro diritti, sia attraverso clausole vessatorie come quella stigmatizzata, sia più in generale attraverso l’applicazione di contratti non giornalistici a partita iva, che troppo spesso mascherano un rapporto di lavoro subordinato e a tutti gli effetti giornalistico, per i quali la Rai come altre aziende editoriali rifiutano oltretutto di versare i contributi obbligatori all’Inpgi, l’istituto previdenziale dei giornalisti.
Quella segnalata da “Errori di stampa” è solo la punta di un iceberg di sfruttamento del lavoro “free-lance” e “precario” che traduce in contratti di lavoro autonomo la mera volontà aziendale di aggirare tutele e welfare delle giornaliste e dei giornalisti; una realtà di cui reclamiamo la totale emersione attraverso l”apertura di un tavolo specifico fra le parti.
Nell’auspicare un coordinamento con i sindacati di base e confederali a maggior tutela delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi, la Cpo dell’Asr chiede l’immediata rimozione delle clausole vessatorie (maternità, malattia, infortunio) dai contratti di collaborazione stipulati dalla Rai, e invita i Cdr a vigilare, ai sensi del Cnlg, su tutti i contratti di collaborazione stipulati dalle aziende editrici.

Marcegaglia: “Non è cosa buona”
””Non conosco la clausola ma se dovesse essere vera non mi pare una cosa buona””. Cosi” la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha risposto ai giornalisti, a margine di un convegno a Firenze, che le chiedevano un commento sulla clausola di maternita” che sarebbe emersa in alcuni contratti della Rai.

Usigrai: l”azienda chiarisca sulla clausola”

“Anche noi che abbiamo ottenuto nel contratto e negli accordi del precariato tutte le garanzie possibili per la tutela della maternita’ attendiamo che la Rai chiarisca la vicenda denunciata da Errori di stampa su una sorta di clausola di gravidanza, precisando che si tratta di contratti stipulati nelle reti e non nelle testate dove vigilano i nostri comitati di redazione e che comunque fino a oggi nessuna giornalista ha ritenuto di portare, anche riservatamente, all’attenzione dell’Usigrai l’esistenza di una clausola del genere”. Cosi’ Carlo Verna, segretario nazionale dell’Usigrai e Alessandra Mancuso, delegata esecutivo nazionale Usigrai Pari Opportunità. “La questione del giornalismo nelle reti e del cosiddetto infotainment e’ problema, invece – continuano – spinoso posto da anni e tuttora irrisolto. Si tratta di tema su cui abbiamo chiesto da tempo risposte e il coinvolgimento dell’ordine dei giornalisti e dell’istituto di previdenza”.

Il comunicato della Rai

La direzione generale precisa in diversi punti cardine il quadro della vicenda. La prima precisazione e” che “i cosiddetti precari della Rai sono collaboratrici e collaboratori legati all”azienda da contratti di lavoro subordinato a tempo determinato e godono, tutti, delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori, quelle riferite alla maternita” incluse. Al riguardo, giusto per evidenziare l”atteggiamento della Rai nei confronti del precariato, val la pena di aggiungere che la Rai e” stata tra le prime aziende, se non la prima, a assicurare stabilita” alle precarie e ai precari, garantendo loro un numero di mesi minimo di lavoro all”anno, nonche” l”assunzione a tempo indeterminato al maturare di determinati requisiti temporali. Questo ben da prima che intervenisse una legge dello Stato a regolare la materia e addirittura riconoscendo i periodi d”assenza per maternita” come periodi lavorati validi ai fini della maturazione dei requisiti per il diritto alla garanzia d”impegno”.

In secondo luogo, vi sono i lavoratori autonomi, “che invece non godono delle tutele previste dallo Statuto dei Lavoratori, evidentemente per la scelta del legislatore, e non certo della Rai, di regolare in modo diverso le due tipologie contrattuali”;

terzo punto, “i contratti di lavoro autonomo hanno, da sempre, previsto clausole che regolano la impossibilita” di proseguire il rapporto, sia per causa del lavoratore sia per causa dell”azienda, con previsione solo per quest”ultima di una somma risarcitoria da versare alla collaboratrice o al collaboratore in caso di recesso anticipato”. Altro elemento sottolineato nella dettagliata nota della dg e” che “l”esplicitazione delle cause di impossibilita” a proseguire il rapporto risale ormai a quasi 10 anni fa, comprende anche malattia, infortunio e cause di forza maggiore e non fa che declinare cio” che in precedenza era previsto senza specificazione delle singole ipotesi”. E ancora, ne” prima dell”introduzione delle cause di impossibilita” ne” da quando sono state inserite, “nessuno mai – e” sottolineato – ha avuto nulla da eccepire, ne” in fase negoziale ne” in fase di perfezionamento del contratto, ne” in eventuali momenti di successive contestazioni, che pure come immaginabile, vi sono state, anche a livello giudiziario”, e pero” “mai e poi mai hanno riguardato la tutela della maternita””. Al riguardo, “e” il caso di sottolineare che tale universale accettazione della clausola non ha riguardato solo i collaboratori o i contratti di lieve entita”. Da cio” potrebbe legittimamente ritenersi che sia avvenuto per la debolezza della posizione del collaboratore autonomo rispetto alla Rai. Al contrario, la condivisione sulla correttezza della clausola non e” mai stata messa in discussione dai migliori agenti, procuratori e avvocati che assai spesso rappresentano le collaboratrici e i collaboratori autonomi che poi firmano i contratti”.

Ugualmente, “tale condivisione ha riguardato indistintamente tutti i contratti, tanto quelli di basso livello retributivo, quanto quelli piu” ricchi”. Quanto detto e” avvenuto sostanzialmente per due ordini di ragioni. Innanzi tutto “non vi e” nulla di illegittim, come erroneamente da molti affermato, nella clausola in esame” e, secondo, “nella sostanza, come la Rai ha gia” avuto modo di evidenziare, nessun contratto e” stato mai risolto (parlare di licenziamento e” del tutto improprio) a causa di una gravidanza”. Anzi, precisa Lei, “al contrario la Rai ha sempre favorito le collaboratrici in gravidanza, ben al di la” dei meri obblighi di legge, in particolare evitando di risolvere i contratti e, cosi”, penalizzarle economicamente, determinando le condizioni affinche” esse potessero rendere la prestazione in modo compatibile con la loro condizione e, in ogni caso, il contratto in corso potesse essere fino in fondo onorato”.

Infine, la Rai “ha sempre riaccolto le lavoratrici madri dopo la maternita”, individuando per loro nuove possibilita” di lavoro”. La sottolineatura finale e” che di tutto questo “non sara” difficile trovare molte testimonianze, sia sotto il profilo giuridico, sia sotto l”aspetto della gestione concreta dei contratti, per tutti gli operatori dell”informazione che saranno interessati ad accertarlo”. In ogni caso, la direttrice generale ha scelto, pur in assenza di discriminazioni, la strada di cambiare la clausola, cosi” da “evitare strumentalizzazioni”.

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