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Non calano i numeri delle donne infortunate sul lavoro. Lo ha sottolineato l”Inail lo scorso marzo, dando diffusione ai dati registrati dal 2006 al 2010. Anzi, nello stesso periodo la quota delle lavoratrici infortunate sul totale è aumentata di cinque punti percentuali. L”incidenza infortunistica più alta tra il personale domestico, nella sanità e nei servizi sociali.
I casi mortali nello stesso quinquennio sono passati da 99 a 78 (-21,2%) con un calo meno consistente rispetto a quello complessivo. Va sottolineato che ben 40 dei 78 casi mortali (51,3% contro il 20,8% degli uomini), si sono verificati “in itinere”, cioè nel tragitto casa-lavoro e viceversa. Nel 2010, gli infortuni sul lavoro al femminile rappresentano il 31,6% dei 775.669 casi complessivi, mentre costituiscono il 29,2% di quelli avvenuti in occasione di lavoro e ben il 50,7% di quelli “in itinere”. Questo probabilmente perché le donne sono principalmente occupate nel settore Servizi (il 49,5% del totale occupati), e in particolare in attività come Personale domestico, Sanità e servizi sociali, di per sé meno pericolose ma più soggette a spostamenti casa-lavoro.
La riduzione degli incidenti, nel quinquennio 2006-2010, è stata rilevante in Agricoltura (-28,0%) e contenuta nell”Industria e Servizi (-1,3%), mentre sono aumentati gli infortuni per le dipendenti in Conto Stato (+13,9%). Sul piano territoriale, circa il 60% degli infortuni femminili avvenuti nel 2010 si è verificato nel Nord del Paese. Sempre nel 2010, sono stati 31.288 gli infortuni sul lavoro che hanno interessato le lavoratrici straniere: le più colpite sono state le romene con 5.540 casi, le marocchine con 2.407 e le albanesi con 2.050 casi. I casi mortali sono stati 17 sui 78 complessivi.
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