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Le vignette: amore o antidepressivo?

Dalle interpretazioni di Pasolini a teatro alle vignette satiriche su Noi donne: Cristina Gentile si racconta intervistata dalla sua direttrice. Di [Tiziana Bartolini]

Le vignette: amore o antidepressivo?
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24 Settembre 2012 - 12.33


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“Il filo rosso che lega il mio percorso professionale che va dalla recitazione al disegno satirico è sempre stato quello di mantenere uno sguardo attento sulle contraddizioni umane, cercando uno stile del tutto personale, fuori dal coro”. È tutta una scoperta l’esperienza professionale di Cristina Gentile, vignettista di successo che dal 2012 è tornata a pubblicare le sue stoccate mensili su ‘noidonne’.

“Per chi matura il grano? Per chi canta e grida sulla chitarra il rogo di un futuro suicida. La libertà ha semi di futuro nel corpo di chi non potrà essere partigiano”… se ripenso ai miei esordi come attrice mi rivedo recitare questi versi al Teatro Valle di Roma nei panni di un angelo: è la tragedia in versi di Pier Paolo Pasolini, Bestia da stile, su Jan Palach. Questa fu la mia prima scrittura, quando da Milano, dopo aver fatto l”attrice di cabaret, teatro e cinema, mi trasferii a Roma. Lo spettacolo fu prodotto dal Fondo Pasolini, diretto da Laura Betti. Fu lei a scritturarmi insieme ai ragazzi della Silvia D”Amico. Vivevo in un sogno. Non molto tempo prima, al liceo, studiavo con passione Pasolini e andavo a vedere i suoi film, molti dei quali interpretati dalla Betti, nei cineforum milanesi. Ora lei veniva a vederci a teatro, mi dava consigli (utilissimi) di recitazione e invitava tutta la compagnia a casa sua dopo le rappresentazioni. Questo fu il mio primo impatto con Roma”.

Una carriera tutta giocata sulle note della creatività, quindi.

“Dopo l”esperienza teatrale di angelo pasoliniano ho toccato con mano le difficoltà alle quali una giovane attrice con tanti sogni e tanti progetti va incontro: il doversi affermare senza scendere a pesanti compromessi, avere la possibilità di fare solo scelte di qualità, difendere la propria integrità morale in un ambiente in cui il lavoro è poco e la competizione è tantissima; il tutto dovendo pagarsi affitto, bollette, insomma dovendoci vivere. Un vero incubo che io osservavo con occhio ironico”.

Come è avvenuto il passaggio al disegno e alla satira?

Il captare le contraddizioni, i vizi ed il narcisismo dilagante dell”ambiente ha fatto di me una vignettista. Ho cominciato a riempire quaderni durante le tournées teatrali in giro per l”Italia sui tic e sulle contraddizioni del mio ambiente lavorativo. Mostrai i disegni alle redazioni e me li pubblicarono. Da allora non ho più smesso di disegnare e pubblicare. È il mio modo di essere: se nella recitazione ero alla ricerca della mia identità nel disegno satirico l”ho trovata.

Le donne e la satira: un rapporto di amore e odio. O no?

La satira rappresenta per me un grande amore: la possibilità così importante per la vita di ognuno di dire la propria, di avere uno sguardo libero dai condizionamenti. Mi capita di ricevere, soprattutto durante le mostre delle mie vignette, messaggi da donne che dopo avermi ringraziato per averle divertite o fatte riflettere “vuotano il sacco” e mi scrivono delle difficoltà quotidiane che le angustiano. Mi sembra quasi che il disegno umoristico e l”umorismo in genere rappresenti per le donne un momento dove poter staccare dai problemi che le assillano. Forse per le donne, almeno quelle che mi scrivono, la satira non rappresenta un amore, ma di una medicina, quasi un antidepressivo. Mi sembra già tantissimo.


Visto dalla tua ”postazione” (di vita e di lavoro) come vedi, oggi, le donne e la società italiana?

Delfina, uno dei miei personaggi principali e che è su ‘noidonne’ tutti i mesi, è l”adattabilità fatta personaggio, come lo sono le donne, nel bene e nel male. Penso che la capacità femminile di trovare soluzioni, di supportare situazioni in bilico, di compiere equilibrismi impossibili sia enorme, soprattutto in questo periodo di crisi economica così difficile per le famiglie italiane. Noi donne siamo sempre state in bilico e questo fa si che nelle difficoltà riusciamo ad organizzarci. Credo che in questi tempi di incertezza e di precarietà le donne possano avere un ruolo più importante di quello cha hanno avuto finora. La capacità di resistenza e la creatività che le donne utilizzano per se stesse, nel proprio lavoro (precario e non), in famiglia è una grande risorsa da valorizzare non solo in modo retorico. E il discorso vale anche per le disegnatrici satiriche!

(le vignette di Cristina sono al link: http://www.noidonne.org/fotogallery-dettaglio.php?ID=0077)

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