Stalking e malainformazione | Giulia
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Stalking e malainformazione

Un caso di stalking finito sulle pagine di un giornale, non per denunciare il fatto ma per aiutare l’uomo accusato del reato. E lei, due volte vittima. Di [Sabina Sestu]

Stalking e malainformazione
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22 Maggio 2013 - 18.46


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Cara GIULIA,

ci sono storie che lasciano l’amaro in bocca, soprattutto quando ad essere coinvolta è la stampa. Convinta come sono sempre stata che compito imprescindibile dei media sia quello di riportare i fatti così come si svolgono, cercando di essere il più possibile obiettivi ed imparziali, il caso di cui sono stata testimone impotente alcuni anni fa mi ha dato un’idea precisa di cosa sia la mala-informazione. Ho volutamente evitato di fare nomi e riferimenti precisi per non ferire ulteriormente, e a distanza di tempo, la vittima di questa incresciosa vicenda. Credo, però, fermamente che sia fondamentale denunciare i casi di mala-informazione, soprattutto quando colpiscono le donne…

Piccolo paese di provincia dove si conoscono tutti. Una giovane donna trova il coraggio di denunciare il suo molestatore, l’ex fidanzato. Un giornalista molto saccente decide di schiaffare in prima pagina il caso proprio quando la ragazza ritira la denuncia. Il motivo? Lo stalker deve aprire un’attività commerciale e quella brutta storia potrebbe compromettere i suoi affari. Nessun riguardo per i sentimenti e la reputazione della protagonista femminile di questo fatto di cronaca. L’unica cosa importante, per il giornalista, è aiutare l’amico a ripulire la sua di reputazione, non di scoprire la verità su quanto accaduto.

Gloria – nome inventato per ovvi motivi – una giovane donna poco più che ventenne decide di lasciare il suo ex ragazzo, più grande di lei, perché troppo possessivo e geloso. Lui non accetta di buon grado la decisione della giovane e inizia a tempestarla di sms e di telefonate. Arriva persino a rigarle la macchina oltre che a divulgare false voci su di lei. Gloria si rivolge ai carabinieri e lo denuncia. Il caso finisce in tribunale. Per molte giovani donne come lei, che vivono in un paese dove tutti conoscono tutti e dove è difficile, e per tante quasi impossibile, trovare il coraggio di denunciare i comportamenti maschili lesivi dell’integrità e della dignità femminile, Gloria diventa un’icona, un esempio da seguire. Lui smette di perseguitarla proprio per quella spada di Damocle che pende sulla sua testa e complice anche il fatto che i carabinieri lo tengono d’occhio. Il caso segue il suo iter, Gloria ha l’appoggio della famiglia e delle forze dell’ordine. Il Gip esegue le sue indagini e decide che ci sono tutti gli elementi per procedere davanti al giudice. Gloria può decidere se portare avanti la causa o fermarsi lì. Sceglie la seconda. Decide che la lezione può bastare, forse immaginando che il suo ex fidanzato abbia capito.

Storia chiusa? Nient’affatto. L’uomo si rivolge al suo amico giornalista, vuole raccontare la sua versione dei fatti, ha necessità di ripulire la sua reputazione. E il giornalista abbocca, sarà per lo scoop, sarà per l’orgoglio maschile ferito. Gloria molto probabilmente deve pagare l’affronto fatto all’intera categoria maschile. Davanti alla telecamera (il giornalista alla fine ha deciso di fare una videointervista) lo stalker sputa veleno contro quella ragazzina che ha avuto la sfrontatezza di denunciarlo. Racconta dell’anno d’inferno che Gloria gli ha fatto passare, dei carabinieri che hanno visitato a più riprese la sua casa e delle convocazioni in questura. Nega qualsiasi accusa lei gli abbia lanciato. Lui non ha fatto nulla di male è vittima di una pazza. Dimentica che lei ha ritirato la denuncia.

Il giornalista butta giù l’articolo, una parte della redazione protesta appena lo legge. È pieno di inesattezze giuridiche, ma soprattutto è inopportuno e lesivo per la ragazza. Il giornalista si impunta, è un ottimo pezzo e poi il nome della giovane non compare neanche una volta. Ma tutti sapranno di chi si parla. In quel paese si sa tutto di tutti. Forte della sua autorità e appoggiato dagli altri colleghi maschi il giornalista pubblica l’articolo in prima pagina, con la foto dell’ex fidanzato di Gloria che mette in bella mostra un sorriso strafottente. Il giornale viene letto da tutti. I commenti si sprecano. Il paese si divide in due, tra innocentisti e colpevolisti. Come sempre accade.

Il nome di Gloria è sulla bocca di tutti e lei si sente profondamente ferita e tradita da quella mala-stampa, che invece di fare informazione ha deciso di farsi portavoce delle rivendicazioni di un maschilismo strisciante e maligno. Niente contraddittorio, solo la versione distorta e di parte del suo ex fidanzato. Ma è stanca, non ha più voglia di lottare. Vuole solo lasciarsi alle spalle quella brutta vicenda.

Il danno che arreca la stampa, testimoniato da questo fatto di cronaca di qualche anno fa, non ha leso solo la protagonista di questa storia, ma tutte le donne che subiscono molestie di qualsivoglia tipo, dallo stalking a quelle sessuali, per non parlare delle percosse e delle morti.
Molte donne, anche a causa di come vengono dipinte e raccontate dai media, decidono di non denunciare le violenze e i maltrattamenti che subiscono dagli uomini.

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