#sonotuttimaschi: anche qui qualcosa si muove contro i “manel” | Giulia
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#sonotuttimaschi: anche qui qualcosa si muove contro i “manel”

Troppi tavoli per soli uomini, nei convegni e in tv. GiULiA lo denuncia da tempo, ora anche una campagna del Fatto quotidiano

#sonotuttimaschi: anche qui qualcosa si muove contro i “manel”
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14 Luglio 2019 - 16.15


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In Europa non è da oggi che quando ci sono convegni, tavole rotonde, presentazioni di libri con soli uomini, suona un campanello d’allarme. Invece di stupirsi, arrabbiarsi, andarsene, si denuncia. O si blocca tutto.

Si stanno moltiplicando le iniziative contro i “manel” (ovvero i panel a prevalenza maschile). Giovanna Pezzuoli ci ha raccontato nel suo articolo come in Belgio sia nata addirittura una associazione di contrasto al fenomeno, la Brussels Binder Beyond. Il Financial Times è corso ai ripari contro articoli in cui vengono sentiti solo voci di esperti maschili, mettendo al lavoro un team di “controllo” e addirittura un programma che dà semaforo rosso al giornalista mentre scrive il suo pezzo.
E in Italia? GiULiA da lungo tempo è al lavoro su questi temi, a partire da 100 esperte ovvero il tentativo di offrire ai giornali e ai talk show una panoramica delle eccellenze femminili, perché ad essere intervistati non siano più solo i soliti noti. Ma anche con articoli di denuncia (recentemente quello di Daria Lucca sui festival culturali di questa estate).
La buona notizia è che non siamo sole! Il Fatto quotidiano nei giorni scorsi ha lanciato una iniziativa contro i “Tavoli per soli uomini”: ha invitato lettrici e lettori a “immortalare” i “manel” nostrani – presentazioni, eventi, tavole rotonde, talk show politici dove chi sale sul palco come relatore è un uomo e le donne, se e quando ci sono, sono relegate al ruolo di presentatrice. L’invito è a inviare foto e screenshot a sonotuttimaschi@ilfattoquotidiano.it (le immagini, assicurano, saranno pubblicate sul sito).
[s.gar.]

 

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