di Maria Lepri
Uno sguardo ironico e attento fin dagli anni del Liceo Giulio Cesare, 1975-1979. Anni caldi e burrascosi dove le amicizie si sceglievano per le passioni politiche. Poi la passione per il giornalismo. Entrata alla Rai nel 1991, al giornale radio, Ida Colucci diventò un’ottima cronista sotto la direzione di Livio Zanetti. Il passaggio alla televisione fu desiderato e sofferto. Della televisione amava tutto, tranne l’apparire. Non ha mai considerato un lustro per il nostro mestiere farsi vedere con un microfono di fronte alle telecamere. Ed è andata avanti però, con determinazione e passione, con riservatezza, ma anche grande grinta.
Nel 2016 è stata chiamata alla guida del Tg2. La prima donna a dirigere una testata così importante. Primo obiettivo: cambiare la firma. Da direttore a direttrice. Credeva fortemente nella necessità di modificare il linguaggio. Pensava che il linguaggio di genere fosse una conquista da difendere con le unghie e con i denti. La direttrice Ida Colucci ha cercato di modificare il linguaggio del racconto: quello della cronaca nera, della politica italiana, della politica estera, del costume.
Con lei, al Tg2, i femminicidi sono diventati notizie di rigore. L’8 marzo non una ricorrenza qualsiasi, ma una giornata in cui dedicare il telegiornale alle donne che lavoravano, che lottavano, che soffrivano.
Il 25 novembre la giornata contro la violenza sulle donne era una sfida giornalistica e professionale. E tutti i giornalisti del Tg2 erano coinvolti in questa piccola rivoluzione,.
Ida Colucci si è ammalata, ha sofferto e non ha mai mollato. Qualcuno dagli alti piani di Viale Mazzini le offriva di lasciare, lei non ha lasciato fin quando è stata costretta, non dalla malattia, ma dagli intrecci politici di un’Azienda che non ha mai amato le donne coraggiose.
Buon compleanno Ida. Tra pochi giorni avresti compiuto 59 anni e sei sempre stata una vera leonessa. Noi Giulie ti ricorderemo così: giornalista e “direttrice” leonessa.