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“Ecco che cosa è successo oggi in Tribunale, a Lecce.
Hanno chiesto di costituirsi parte civile al mio fianco, chiedendo i danni a chi mi ha minacciata e offesa, come persona, come donna, come lavoratrice, come giornalista:
-Federazionale nazionale della stampa italiana
– Ossigeno per l’Informazione con L’Ordine nazionale dei giornalisti
-l’Udi, Unione delle donne italiane
-la Regione Puglia, su mandato diretto del presidente Emiliano
-la Consigliera regionale di parità
-la Fondazione Pangea onlus
-il centro antiviolenza Giraffa onlus di Bari
-la cooperativa di giornalisti Idea Dinamica, casa editrice del Tacco d’Italia.
Non si è presentato in aula né si è costituito parte civile l’allora sindaco di Casarano Gianni Stefano, né Luca Legittimo, che commissionò i manifesti che mi rappresentavano seppellita in una fossa.
Si è costituito parte civile contro di me l’ex consigliere comunale Gigi Loris Stefano, colui che mi ha minacciata e offesa sui social a causa delle mie inchieste sulla sacra corona unita in cui spiegavo che era considerato dagli inquirenti “contiguo e assonante” alla sacra corona.
Non è stato bello vederlo affianco a me in aula.
Ma questa è la ritualità della giustizia umana.
E noi umani siamo, con tutte le nostre debolezze e fallacità.
È stato invece bellissimo ed emozionante vedere tutti gli avvocati e avvocate schierati e in piedi, con la toga, a difesa non di una giornalista, ma dell’articolo 21 della Costituzione italiana. E le avvocate, non a difesa di una sola donna ma del diritto di tutte le donne a lavorare e vivere in una società in cui non si sia costrette a subire discriminazioni, sessismi, violenze e minacce in quanto donne, solo perché donne.
La mafia affonda le sue radici in un humus culturale patriarcale. Sconfiggere il patriarcato significa sconfiggere la mafia. Smantellarla pezzo a pezzo, dalle basi.
Questi due impegni, per me, corrono paralleli.
E su questo m’impegno, da 20 anni.
E continuerò a farlo finché avrò forza”.