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Mezzo secolo di impegno, d'amicizia e soprattutto di bellissime fotografie

Al MaCof di Brescia una mostra del Collettivo Donne Fotoreporter fondato nel 1976 racconta cosa significa “Crescere insieme”

Mezzo secolo di impegno, d'amicizia e soprattutto di bellissime fotografie
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Marina Cosi Modifica articolo

8 Settembre 2023 - 00.12


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Dal 16 settembre al 22 ottobre al  MaCof di Brescia (Centro della Fotografia Italiana che ha sede nel Palazzo Martinengo Colleoni), fra le iniziative dell’anno della Cultura – il Collettivo Donne Fotoreporter propone una storia che racconta per immagini, naturalmente, cosa significhi “Crescere insieme”, titolo della mostra. Perché man mano che cambiava la realtà, e la realtà femminile in particolare, loro erano lì a documentarla. Ognuna seguendo il proprio percorso, ma senza mai perdersi di vista, sino all’ultimo appuntamento di quel ciclo, nel 1980, con la mostra “Una, Nessuna, Centomila” a Palazzo Fortuny a Venezia.

Basta mettere a fronte la foto di gruppo di quel 1976, con nove giovani donne molto comprese e “serissime” (solo una ha un accenno di sorriso), con quella attuale di sette di loro assai più rilassate e consapevoli. Tutto cominciò per caso, ciascuna partecipando alla stessa chiamata del museo coi propri scatti salvo poi tornare al proprio percorso artistico; ma il collettivo intanto s’era formato…

Stavolta, dunque, i sette temi con cui hanno risposto all’appello sono: “La famiglia” (Liliana Barchiesi); “Crescere con” (Kitti Bolognesi); “Lavorare non sempre stanca” (Giovanna Calvenzi); “Il cielo sopra Milano” (Giovanna Chiodo); “Il giardino condiviso” (Marzia Malli); “Io lavoro” (Laura Rizzi) e “In mezzo alle donne” (Livia Sismondi).

Ne abbiamo parlato con Liliana Barchiesi, collega (e “gi.u.li.a”) che ha scelto di svolgere un tema, la famiglia, che più d’altri illustra quanto e come sia cambiata la società (e la consapevolezza) in questo mezzo secolo. Sottotitolo: “famiglia è vivere insieme con amore“. Ambientazione: ritratto in studio, così da concentrarsi sul tema, eliminando qualsiasi influenza esterna. Ed ecco famiglie omogenitoriali, madri che allevano da sole i propri figli, famiglie di immigrati integrate e altre di più recente arrivo…; «Più in generale – spiega Liliana – ritraggo convivenze per scelta e per amore».

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