La solidarietà di GiULiA a Luciana Esposito: «Costretta a non mi occuparmi più di camorra» | Giulia
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La solidarietà di GiULiA a Luciana Esposito: «Costretta a non mi occuparmi più di camorra»

La coraggiosa giornalista denuncia l'isolamento e le continue minacce nel suo lavoro di inchiesta sulle infiltrazioni a Ponticelli. Un'altra giornalista minacciata, Claudia Marra della Rai, ha visto condannato il suo hater in tribunale.

La solidarietà di GiULiA a Luciana Esposito: «Costretta a non mi occuparmi più di camorra»
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29 Gennaio 2025 - 16.38


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«La mia battaglia termina qui. A partire da questo momento non mi occuperò più della camorra di Ponticelli. È una decisione dolorosa, dolorosissima, perché non ci sono più le premesse e i presupposti per continuare. A Ponticelli, lo Stato non è mai sceso in campo contro la camorra». E’ la gravissima denuncia della giornalista napoletana Luciana Esposito, direttrice del giornale online Napolitan.it che da anni documenta l’infiltrazione della camorra nel territorio di Ponticelli. Pochi mesi fa, a giugno, erano state confermate in appello  le condanne e anche il risarcimento al Sindacato unitario giornalisti della Campania nel processo per l’aggressione contro Esposito avvenuta nel Parco Merola di Ponticelli nel 2015. Un processo durato quasi 10 anni durante i quali la giornalista ha dovuto subire continue minacce e un progressivo isolamento. Ora questa decisione sofferta di lasciare il campo da parte della coraggiosa collega a cui GiULiA giornalista esprime la sua solidarietà e il suo pieno sostegno. Nella sua denuncia, pubblicata in un video, Esposito parla di un «rapporto quantomeno ambiguo tra alcuni poliziotti ed esponenti della criminalità. Non posso non tener conto sul fatto che su una delle ultime minacce che ho ricevuto c’è la firma di una persona che ricopre un incarico dirigenziale del commissariato di polizia di Ponticelli».  Accuse gravissime e un clima pesantissimo che al momento almeno spinge una voce importantissima nel panorama dell’informazione locale ad abbandonare il campo. «Io non posso, non voglio e non devo essere la prossima vittima sacrificale. La mia vita vale di più . Sono sicura che su questo punto sarete tutti d’accordo con me. Non ho rimpianti, non la vivo come una sconfitta. Esco di scena a testa alta, a differenza di chi avrebbe potuto affiancarmi per provare a scrivere un finale diverso, per provare a realizzare quel sogno di legalità che per tanti anni abbiamo condiviso».

Condannato l’hater della giornalista Rai Claudia Marra

Si è conclusa intanto con una condanna il processo a carico di un hater palermitano di 24 anni che aveva minacciato su Facebook la giornalista Rai Claudia Marra. «Ti buttiamo l’acido in faccia. Siete a rischio tutti» l’agghiacciante monito intimidatorio via social del giovane palermitano di 24 anni, che attraverso un post pubblicato su Facebook nel 2018, si scagliò contro un servizio televisivo dedicato alla scomparsa avvenuta in Messico di tre cittadini partenopei. Nel post inoltre una sequela di volgari insulti sessisti, nei riguardi della cronista, come ha spiegato in una nota l’Usigrai, che si era costituito parte civile.

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