Come me, Marilena, Ester e Marilù, il 16% dei 300 giornalisti minacciati in Italia, sono donne che sono soggette anche a intimidazioni di tipo sessista.
“Strega”, hanno scritto sotto una mia foto “ritoccata” con i capelli verdi, gli occhi rossi e i denti di fuori come se avessi le zanne, e lo hanno fatto solo perché ho scritto di Pas (sindrome di alienazione parentale) e affido condiviso. Hanno riempito questo blog di frasi indecenti e piene di odio appellandomi con epiteti che non mi riguardano: nazista, razzista, nazifemminsta, e tanto altro.
Hanno cercato di intimidirmi con minacce dirette che ho respinto al mittente, mi hanno calunniata manipolando i miei articoli con attacchi personali che niente hanno a che vedere con un sano e proficuo contraddittorio. Hanno minacciato di querelare il giornale facendomi apparire come una che “pianta grane”. Mi hanno indicata e messa alla gogna per aver difeso i senatori e le senatrici, a loro volta minacciati per aver presentato emendamenti al ddl 957 (modifica dell’affido condiviso) che avrebbe introdotto per legge una malattia che non esiste e che il ministero della sanità ha sancito come tale dopo il caso di Padova andato in onda ovunque (e su cui già si sono spenti i riflettori).
Mi hanno seguita nelle conferenze per vedere cosa dicevo. Hanno sparso la mia foto nel web come fosse loro e come una “wanted”, una ricercata. Nei gruppi che hanno sui social network, e su cui oltre a incitamento all’odio sostengono la cultura dello stupro fino alla negazione del femminicido, hanno scritto – coprendosi sotto nomi fittizi – che dovevo essere “punita” per quello che stavo scrivendo. Hanno cercato di ridurmi al silenzio in ogni modo su una tragedia che si consuma dentro le mura di casa e che in moltissimi casi nasconde in realtà abusi e violenza domestica. E tutto questo per aver scoperchiato il vaso di Pandora in cui è venuto fuori che oggi in Italia 40.000 bambini transitano nelle case famiglia perché tolti alle famiglie con un costo che varia tra i 3.000 e i 6.000 euro al mese (una cifra che sfamerebbe un’intera famiglia se c’è indigenza) e dove piccole creature sono strappate alle loro madri perché “malati” di Pas, una “malattia” diagnosticata ormai da molti psicologi nelle consulenze all’interno dei tribunali, e che ormai si è infiltrata in maniera capillare, con giudici che preferiscono “medicalizzare” piuttosto che verificare in maniera approfondita attraverso la storia del caso.
Su questa vicenda ho ricevuto tantissima solidarietà: da associazioni e da moltissime persone che mi leggono e mi seguono, e anche dal giornale che ha respinto le accuse che mi venivano fatte e le minacce. E siccome la solidarietà è fondamentale per combattere la paura, per continuare a scrivere e fare inchieste su tutto questo, e per sostenere tutte le colleghe che affrontano ogni giorno la verità dando la possibilità a cittadini e cittadine di usufruire di una corretta informazione: pubblico e chiedo di aderire all’appello lanciato in occasione del convegno “Il velo squarciato. Intimidazioni e violenze contro le giornaliste”, che si è svolto a Montecitorio, nella sala Aldo Moro, la mattina del 27 novembre per la Giornata Mondiale indetta dall’ONU per l’eliminazione della violenza contro le donne, con le testimonianze di Ester Castano, Marilù Mastrogiovanni, Marilena Natale, e la mia, per le intimidazioni, minacce, e le violenze subite a causa del nostro lavoro.
I lavori sono stati condotti da Nella Condorelli e Arianna Voto, presidenti della Commissione Pari Opportunità dell’Associazione Stampa Romana, e da Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno (Osservatorio sui giornalisti minacciati in Italia promosso da Fnsi e Ordine dei giornalisti), che ringrazio di cuore per quello che fanno e per la loro dedizione. Il consiglio comunale di Firenze è fra i primi firmatari dell’appello. In Italia, ha detto Alberto Spampinato di Ossigeno, ”c’è una crescente intolleranza per il lavoro dei giornalisti e per il giornalismo critico. Ciò produce un numero di minacce, intimidazioni ed abusi che non ha eguali nel’Unione Europea: è necessario portare questi problemi all’attenzione pubblica nell’interesse della democrazia”. E c’è bisogno anche, dico io, che tutta la stampa e l’informazione, anche quella dei “grandi” giornali, torni a fare giornalismo d’inchiesta sganciandosi da compromessi con il potere, per dare voce a chi non ce l’ha e per far emergere la realtà che ci circonda con l’oggettività di cui la nostra professione ha bisogno.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha mandato il suo messaggio dicendo che la violenza contro le donne è ormai “una vera e propria emergenza sociale”, ed è necessario “coglierne la portata e le dimensioni effettive”, e che “Occorrono interventi per tutelare con maggiore efficacia le donne che con coraggio manifestano situazioni di abuso”; mentre il presidente della Camera Gianfranco Fini, ha scritto che “Le operatrici dell’informazione sono sovente sottoposte a gravi aggressioni, minacce e forme di rappresaglia”, e quindi si augura che Ossigeno serva “a far conoscere un fenomeno di cui si parla poco e delle cui dimensioni non c’è una percezione adeguata”.
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