Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (30 novembre-6 dicembre) | Giulia
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Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (30 novembre-6 dicembre)

Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero, Domani, Il Fatto quotidiano, Il Manifesto, più uno sguardo sul web [di Barbara Consarino]

Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (30 novembre-6 dicembre)
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Barbara Consarino Modifica articolo

7 Dicembre 2020 - 11.08


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Una settimana di notizie sui nostri media: come e quanto si parla di donne? E quanto sono le donne a scrivere del mondo, con il loro sguardo. GiULiA prosegue con il suo “osservatorio” per raccontare cosa è successo nei giornali, in ottica di genere.

 

L’immagine che apre la nostra rassegna stampa è quella della copertina del Time con la ragazza dell’anno. Lei si chiama Gitanjali Rao, ha 15 anni, americana di origine indiana ed è una geniale giovane scienziata capace di usare l’intelligenza artificiale per combattere inquinamento, droghe e cyberbullismo dando vita a una serie di invenzioni trasversali già testate con successo. Una ventata di ottimismo in un anno da dimenticare.

In primo piano nel mondo Continua la lenta transizione fra Trump e il neo presidente Biden dopo i sofferti conteggi dei voti per le elezioni in Usa. Tante le donne nominate nella nuova amministrazione che si occuperanno di economia, sicurezza nazionale e comunicazione, come forse non era mai avvenuto prima.

In Italia mentre ci si avvia verso le feste natalizie, il lockdown, le misure economiche per contrastarne gli effetti sulle categorie produttive, le polemiche sulla tenuta del Governo occupano sempre le prime pagine dei giornali. Ma anche la cronaca ci porta buone e cattive notizie che rilanciano con prepotenza tutte le contraddizioni di genere: abbiamo la prima donna arbitra di Champions League, la francese Stephanie Frappart, e la prima procuratrice generale a Milano, Francesca Nanni. Ma tanti fatti di cronaca nera che spesso vedono vittime persone giovanissime. Si va avanti, ma sembra di tornare indietro.

Le firme Nella settimana esaminata 439 le firme maschili, contro le 162 femminili richiamate in prima pagina

Commenti, editoriali e analisi ne abbiamo contati 83 a firma maschile e 34 a firma femminile

Le donne intervistate sono sempre una minoranza rispetto agli uomini. Ecco alcune segnalazioni: l’1 dicembre il Corriere della Sera intervista Ilaria Capua, docente universitaria ed esperta di influenza aviaria ed altri virus, su quanto ci attende in futuro; parola anche a Tay Calenda, fotoreporter ferita dalla polizia a Parigi durante gli ultimi scontri; bella intervista su Fanpage ad Antonietta Rositani, una donna che il marito ha tentato di uccidere dandole fuoco: dopo due anni e una ventina di interventi per curare le ustioni, torna finalmente a casa dai suoi figli, cercando una nuova normalità;  il 2 dicembre Il Corriere della Sera, La Repubblica e La Stampa  intervistano la maestra torinese vittima di revenge porn: ha perdonato il suo ex, che ha diffuso i loro video privati in rete, ma non le persone, comprese colleghe e mamme, che l’hanno isolata, emarginata e pure insultata in una riunione pubblica durante la quale è stata costretta a dare le dimissioni dalla scuola. I cronisti l’hanno incontrata in tribunale dove ha testimoniato contro la direttrice dell’asilo accusata di violenza privata e diffamazione. Ma intanto non riesce più a trovare un lavoro.

Il 4 dicembre la Stampa intervista la ministra Luciana Lamorgese, argomenti il Covid, i controlli natalizi, l’ordine pubblico; sul quotidiano di Torino parla pure Shirin Ebadi, iraniana, premio Nobel per la pace 2003 che fa una acuta analisi del suo Paese, indebolito dal Covid e da una crisi economica che ha azzerato la classe media; la nuova procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, è intervistata sull’inserto milanese di Repubblica da Liana Milella. Il Fatto sottolinea la disparità di genere in magistratura con un dato curioso: le magistrate sono ormai più dei magistrati, ma solo 1 su 4 ha avuto accesso ad incarichi direttivi.  Di tutt’altro argomento il 3 dicembre l’intervista del Manifesto alla divulgatrice scientifica Alessandra Viola che si batte per la difesa delle piante e parla dei cambiamenti climatici.

L’anniversario La grande stagione dei diritti civili in Italia inizia il 1° dicembre 1970, quando viene approvata la legge Fortuna- Baslini che introduce nel nostro ordinamento il divorzio. Quest’anno si festeggia il cinquantennale. I giornali ne fanno una rievocazione in sordina: una pagina di ricostruzione Il Corriere della Sera, il Messaggero punta sui divorzi celebri, altri si affidano a commenti che parlano soprattutto di quelli che sono e saranno i nuovi diritti. Repubblica intervista Emma Bonino, Raniero La Valle e Luciana Castellina: a quest’ultima il Manifesto affida la memoria di quegli anni in un racconto che si snoda fra politica, costume e vita privata. Nei fatti molti praticavano già il divorzio e chi poteva, come i genitori di Castellina, faceva ricorso alla Sacra Rota. Per gli altri fu, senza esagerare, un nuovo 25 aprile.

Polemica1: Maradona, la morte del campione oltre agli immancabili misteri sulla sua fine ha portato qualche lacerazione anche nei movimenti femministi: in Spagna la calciatrice Paula Dapena, ha rifiutato il rituale minuto di silenzio in suo ricordo e i social l’hanno fatta a pezzi. Romina Ferrer, illustratrice argentina e femminista militante, invece, ha disegnato una vignetta con un pallone che piange e la scritta «Adios, Diego».  Per lei, leggiamo sulla Stampa del 4 dicembre, è stato un leader, un campione, un uomo del popolo che si batteva per i deboli, certo pure un violento, vittima della cultura machista dominante nei suoi anni d’oro. Ma era il Campione e basta. La sua posizione non è piaciuta alle compagne del movimento, ma lei non si preoccupa. “Nelle lotte io ci sono sempre stata”.

Polemica 2 Una ragazza di 18 anni denuncia di essere stata stuprata a Milano da un imprenditore nel corso di una festa con largo uso di sostanze stupefacenti. Lui si chiama Alberto Genovese, è un uomo di successo, Il Sole24ore lo ha definito un «vulcano di idee», quasi rammaricandosi dell’arresto, suscitando la reazione del comitato di redazione. Sottotraccia il solito sottinteso, la vittima un po’ se l’è cercata. Vittorio Feltri lo scrive chiaro e tondo, gli risponde, anzi gli vorrebbe rispondere, l’ex presidente della camera Laura Boldrini che ha un blog su Huffington Post, diretto dal figlio di Feltri, Mattia, che si rifiuta di pubblicare, per non offendere il padre. La linea sottile fra la censura e il diritto di un direttore a decidere cosa mettere in pagina o online, divide il mondo dell’informazione.  Ma, comunque andrà a finire questa storia (già si parla di un maxi risarcimento alla vittima), come scrive la politologa Nadia Urbinati su Domani dell’1 dicembre «… parlare senza filtri di queste vicende mette a rischio il vivere civile» e cita le esternazioni di Vittorio Feltri come esempio negativo. 

Cattive notizie: un bimbo di 7 anni a Manfredonia, provincia di Foggia, avrebbe ucciso il compagno della mamma per difendere la donna dalle botte. Ne danno notizia i giornali del 2 dicembre, ma all’indomani la notizia sparisce, forse in attesa di altri accertamenti.  Comunque sia andata una storia terribile sulla condizione in cui vivono i più fragili. Ricordiamo sempre che i maltrattamenti in famiglia sono ormai i reati più diffusi.

      

Il Peggio Dal Manifesto del 5 dicembre: la maggioranza del Consiglio comunale di Crotone approva quasi all’unanimità una mozione contro il Ddl Zan, da poco approvato alla Camera sulle misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi legati al sesso, al genere all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alla disabilità.

Quando si dice la priorità di un comune appena colpito da una grave alluvione…

Gender pay gap Lucia Calvosa, presidente Eni, commenta, sul Messaggero del 6 dicembre, la questione mai risolta della disparità di salario fra uomini e donne. Molti i dati interessanti: il divario retributivo di genere su scala mondiale è del 20 per cento, in Italia siamo al 59 per cento. Uno studio di Bankitalia ha evidenziato che la piena occupazione femminile varrebbe 7 punti del nostro Pil.

Dimissionata Timnit Gebru , scienziata e ricercatrice americana, co-leader del team etico di Google per l’intelligenza artificiale è stata invitata dall’azienda a fare la valigia. E’ il Giornale a dare questa notizia, spiegando che Gebru da tempo si è mostrata molto critica nei confronti dell’impegno solo di facciata del colosso nei programmi di diversità. A sostenerla la protesta di 1.200 accademici.   

Giustizia e dintorni Rossana Rovere, avvocata, già presidente dell’Ordine di Pordenone e molto impegnata sul fronte dei diritti delle donne, ha rifiutato di difendere un uomo accusato di aver ucciso la sua compagna e lo ha spiegato così:«Non sarei stata serena, tutti i cittadini hanno il diritto di essere rappresentati con convinzione».

Immacolata Rizzo è la mamma di Noemi Durini, 16 anni, accoltellata dal fidanzato Lucio Marzo, di un anno più grande di lei e seppellita quando era ancora viva sotto un mucchio di pietre in aperta campagna. Una morte atroce, da film dell’orrore. Adesso, a tre anni dai fatti, il ragazzo chiede di essere ammesso al lavoro esterno.  Il Corriere della Sera del 6 dicembre pubblica la lettera della madre, che si ribella di fronte alla richiesta dell’assassino. «Da madre non posso accettare che questa persona possa essere libera anche per pochi istanti».

 

Buone Notizie Su Domani del 4 dicembre una pagina su una ricerca commissionata dalla Bill& Melinda Gates Foundation sulle disparità di genere nell’informazione quotidiana, disparità che vengono avvertite anche dalle lettrici che non apprezzano prodotti editoriali progettati e scritti da uomini che vogliono farsi leggere da altri uomini. Il report si occupa soprattutto di paesi in via di sviluppo, ma anche in Italia le donne sono ancora poco valorizzate nelle redazioni. Basterebbe contare, come fa questa Rassegna, il numero delle firme maschili rispetto a quelle femminili. 

In Cina Le ragazze del WoYeShi, il Me-Too cinese sfidano la censura: arriva in tribunale la vicenda di una stagista molestata da un noto presentatore televisivo. La vicenda l’abbiamo letta sul Manifesto del 3 dicembre.   

In Polonia Continua la protesta delle donne in piazza per difendere il diritto di aborto.

Stop alle offese Insulti, minacce, intolleranza diffusa, via social tutto questo è all’ordine del giorno e le donne subiscono le offese peggiori, che siano semplici utenti della rete, o ministre o attrici e cantanti. Anche per invertire il trend è nato Stop alle offese, il primo servizio di assistenza tecnica e legale gratuita ideato dal Ceo di Reputation manager, l’ingegner Andrea Barchiesi. Funziona come un autovelox, scrive sul Messaggero del 5 dicembre Valentina Venturi, chi si sente diffamato si può mettere in contatto con Stop alle offese e il materiale raccolto sarà valutato e se ritenuto valido inviato alla polizia. L’educazione serve ma è un processo lento, spiega Barchiesi, bisogna far pagare chi ferisce con le parole.

 

Maternità Sempre più parti in casa per paura di essere contagiate dal Covid. Questa la scelta di molte future mamme italiane, secondo un servizio pubblicato da Domani del 6 dicembre. Ma le nascite sono sempre meno nel nostro Paese. La paura del domani scatenata dal virus ha aggravato la crisi demografica già presente in Italia. A fine anno, leggiamo sul Messaggero del 5 dicembre, a cura di Maria Lombardi, i nuovi nati sarebbero 408mila, contro i 420mila del 2019 e 391mila le nascite previste alla fine del 2021, secondo le previsioni dell’Istat. 

   

Potete leggere la precedente rassegna stampa sui generis qui

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