Femminicidi, rompere il silenzio con le parole e gli sguardi di chi resta | Giulia
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Femminicidi, rompere il silenzio con le parole e gli sguardi di chi resta

Un corso di formazione per giornalisti organizzato a MIlano sul tema del femminicidi e della violenza di genere

Femminicidi, rompere il silenzio con le parole e gli sguardi di chi resta
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13 Maggio 2024 - 11.48


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Data: 17/05/2024 dalle 14:00 alle 17:00

Luogo: Sala del Grechetto, Biblioteca Sormani, Corso di porta Vittoria, 6. Milano

Iscrizioni: fino al 15/05/2024

Programma: Come si racconta un femminicidio con parole che non facciano scempio della memoria delle vittime e che non feriscano coloro che restano, segnati per sempre, siano essi figli, compagni, genitori? Quali i vocaboli? Dove mettere un punto? Dove fermare lo sguardo per non andare oltre la cronaca, oltre l’interesse pubblico e per tutelare i sentimenti intimi e privati? Le Nazioni Unite hanno stilato linee guida su come riportare le violenze contro le donne, alcuni, pochi, organi di stampa si sono dati regole comportamentali di base. In questo corso ne parliamo con giornalisti abituati a trattare e riflettere su queste notizie, con una psicologa impegnata da decenni in un fitto lavoro sul territorio contro le violenze di genere, e con un orfano di femmicidio impegnato in un lavoro di testimonianza pubblica a partire dalla propria esperienza personale.
RELATORI/TRICI: Stefania Prandi è giornalista, scrittrice e fotografa freelance. Si occupa di diritti umani, sfruttamento sul lavoro, violenza di genere, ambiente. Ha collaborato con testate quali Internazionale, il manifesto, Il Sole 24 Ore, IrpiMedia, National Geographic, Al Jazeera, El País, Correctiv, Radiotelevisione svizzera, Elle e Danwatch. Ha lavorato con associazioni e organizzazioni non governative. Ha scritto due libri: Oro rosso. Fragole, pomodori, molestie e sfruttamento nel Mediterraneo, sulle braccianti che subiscono molestie sessuali, ricatti e stupri nelle serre e nei campi di Italia, Spagna e Marocco; Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta sulle vittime di femminicidio e i loro familiari. Entrambi sono stati pubblicati dalla casa editrice Settenove. Ha vinto riconoscimenti e premi in Italia, Svizzera, Germania, Belgio e Stati Uniti. E’ una socia di GiULiA giornaliste; Nadia Muscialini, psicoanalista, lavora dal 1993 presso il Servizio Sanitario Nazionale dove si è sempre occupata della salute e della tutela del benessere di donne e minori che accedono ai presidi ospedalieri. Ha collaborato alla creazione e realizzazione di diversi sportelli antiviolenza sia sul territorio che online. Ha fondato e diretto fino al 2015 “Soccorso Rosa”, centro antiviolenza in difesa di donne e bambini vittime di violenza domestica presso l’ospedale San Carlo Borromeo di Milano, e la “Onlus Soccorso Rosa”, con la quale ha realizzato il progetto “Di Pari Passo”, un percorso di educazione contro gli stereotipi e la violenza di genere nelle scuole secondarie di primo e secondo grado in tutta Italia. “Di Pari Passo” ha ricevuto la medaglia di riconoscimento della Presidenza della Repubblica; Giuseppe Delmonte è oggi un medico anestesista. Orfano di femminicidio dal 26 luglio 1997 quando la mamma, Olga Granà, venne uccisa dal padre, Salvatore. Giuseppe aveva 18 anni ed era l’ultimo di tre figli. Da anni racconta nelle scuole e nelle interviste la violenza in famiglia a cui lui e i due fratelli hanno assistito per tutta la vita, fino a quella mortale, e denuncia quello che è successo dopo, l’ergastolo del dolore a cui sono condannati coloro che rimangono; MODERA: Lorella Beretta, giornalista freelance, ha iniziato a occuparsi di violenze di genere vent’anni fa, con trasmissioni e inchieste radiofoniche per Radiopopolare e per altre testate, promuovendo anche dibattiti, rassegne e curando una newsletter dedicata agli stereotipi di genere che producono ogni forma di violenza.

Il corso assegna 5 crediti deontologici.

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