Israele, in cella giovane giornalista accusata di spionaggio | Giulia
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Israele, in cella giovane giornalista accusata di spionaggio

Libertà di stampa: Anat Kam era stata condannata a quattro anni e mezzo di reclusione per aver sottratto documenti militari riservati, durante il suo servizio di leva

Israele, in cella giovane giornalista accusata di spionaggio
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26 Novembre 2011 - 11.37


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‘Tel Aviv, 23 nov – E” da oggi rinchiusa in un carcere femminile di Neve Tirza, non lontano da Tel Aviv, la giovane giornalista israeliana Anat Kamm, condannata nei mesi scorsi a quattro anni e mezzo di reclusione per aver sottratto alcune centinaia di documenti militari riservati durante il suo servizio di leva. Anat Kam e” entrata in prigione in mattinata, sotto l”occhio di fotografi e cameramen, dopo che alcuni giorni fa era stato respinto l”ultimo tentativo del suo avvocato di ottenere gli arresti domiciliari. Reporter in erba poco piu” che ventenne, Anat e” stata condannata per ”spionaggio” per essersi impossessata di documenti a cui aveva accesso in quanto militare, nell”archivio dell”ufficio di un generale. Alcuni dei documenti testimoniavano di comportamenti illegittimi, in violazione di sentenze della Corte suprema israeliana, attribuiti a unita” dislocate nei Territori palestinesi occupati. L”inchiesta sul caso Kamm ha coinvolto anche un altro giornalista, Uri Blau, del quotidiano progressista Haaretz, al quale la reporter-soldata aveva passato una piccola parte di documenti trafugati il cui contenuto risulta essere stato poi usato – seppure senza citazioni dirette – per un articolo di denuncia. Blau, riparato nei mesi scorsi a Londra, e” tornato solo di recente in Israele dopo aver ricevuto assicurazione che nessun mandato d”arresto pendeva su di lui. Gli inquirenti lo hanno interrogato e hanno escluso nei suoi confronti l”accusa di spionaggio, mentre non hanno ancora definito un”eventuale incriminazione per reati minori. Durante gli interrogatori condotti dallo Shin Bet – i servizi di sicurezza interni d”Israele – Anat Kamm ha sostenuto d”aver agito per ragioni ideologiche e di principio, ma ha anche ammesso di non aver valutato bene le implicazioni della vicenda ”per leggerezza”. (ansa)’

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