‘Roma, 12 apr – Incrementare l”attivita” di base, accrescere il numero delle ragazze coinvolte attraverso un”azione di sensibilizzazione che parta dalle scuole e, in sintesi, avviare una politica di femminilizzazione del calcio. Questo l”obiettivo della quarta Conferenza Fifa sul Calcio Femminile, che vede riuniti a Fiumicino, a Roma, i delegati delle 53 Federazioni calcistiche affiliate alla Uefa.
La seconda giornata dei lavori e” stata incentrata sulla struttura dei campionati femminili e sul calcio di base. Un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti di Francia, Inghilterra, Svezia, Spagna, Russia e Israele ha tracciato una panoramica sull”attuale scenario delle competizioni, delineando le linee di indirizzo su cui definire un percorso di sviluppo condiviso nel contesto del calcio mondiale.
Per quanto riguarda la diffusione, uno dei problemi emersi e” che gran parte delle ragazze inizia ad allontanarsi dal calcio durante la scuola superiore o l”universita”, altre sono condizionate dal lavoro. Se da un lato l”implementazione di programmi specifici in grado di conciliare sport e istruzione – esemplare l”esperienza dell”Accademia Federale Francese di Clairefontaine – puo” costituire un supporto valido, un ruolo importante viene svolto dalla struttura operativa, dove la figura dell”allenatore risulta un elemento centrale. Tecnico, psicologo, punto di riferimento, l”allenatore o l”allenatrice deve essere una figura vicino alle ragazze, capire le loro necessita”. Ed e” anche per questo che l”accesso delle donne a tale professione diventa un elemento importante.
Commento alla notizia. Va bene tutto, vanno bene gli sport, tutti, anche quelli che maschilizzano le donne e le rendono competitive come richiedono le varie discipline, le pugili, le giocatrici di rugby, le calciatrici, appunto. Ma siamo sicure che l”obiettivo di scimmiottare gli uomini in tutto quello che fanno (compresa l”ossessione del calcio con il suo mondo finto e dorato di corruzione e competitizione ad alto tasso di adrenalina) sia la cosa migliore da proporre a giovani ragazze e studentesse? Andarle a cercare ed arruolarle nelle scuole francamente sembra una esagerazione. Chi lo desideri faccia ben quel che vuole, ma la scuola è una istituzione pubblica, e le squadre di calcio sono piccole/grandi aziende commerciali. Se proprio vogliono le calciatrici, facessero come si fa da per tutto: creassero un vivaio di giocatrici nelle grandi squadre (private). Insomma, un Mister nelle scuole con tanto di sguardo truce se non fai gol e occhio a pesce se tiri un rigore ben assestato, al momento, non sembra una priorità per le stedentesse, le giovani donne, le ragazze e le loro madri.
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