Riad, 1 ott – Prima ha censurato le immagini di queste diavolesse di donne intente a provare la comodità di una sedia o sistemare un libro nello scaffale. Poi, siccome le svedesi si sono incazzate, oplà, le scuse planetarie con la promessa di non scendere più a compromessi per amore del vile denaro. A rivelarlo l”edizione svedese del free press Metro di ieri che aveva messo a confronto in prima pagina le foto del catalogo di Ikea Arabia Saudita e quelle dello store europeo. Immediate le critiche delle ministre svedesi. Insomma, l”inciampo per Ikea stavolta è stato colossale, tanto quanto la sua mole industriale che l”anno scorso ha potuto contare su 600 milioni di clienti e annovera, per il suo catalogo, almeno 400 milioni di lettrici e lettori sparsi per il mondo.
Un intervento digitale è stato definito, quasi chirurgico, per andare incontro alle regole non proprio par conditio di un paese come la medievale Arabia Saudita. Immediata la reazione della Svezia, casa madre del colosso del mobile fai-da-te, nonché nazione orgogliosa per le sue politiche in favore dell”eguaglianza tra i sessi: “Non si possono cancellare le donne dalla realta”. Non permettendo loro di essere viste o sentite, o di lavorare, l’Arabia Saudita spreca meta” del suo capitale intellettuale” ha affermato la ministra del Commercio, Ewa Bjorling. Come non menzionare, in effetti, l’assurda realtà di una nazione che ha regole molto rigide per quanto riguarda la segregazione dei sessi: le donne non possono guidare e hanno bisogno dell’autorizzazione dei propri tutori maschili per viaggiare o ricevere cure mediche. Dunque, e giustamente, l”atteggiamento dell’Ikea è stato percepito come un cedimento nei confronti di un paese che discrimina le donne. Birgitta Ohlsson, ministra svedese per l’Europa, da parte sua ha sottolineato su Twitter che si tratta di un atteggiamento medievale.
Dopo le proteste ufficiali, la marcia indietro: con un comunicato l’azienda si è scusata per aver eliminato le foto di donne dal suo catalogo in Arabia Saudita, annunciando che cambierà la sua politica aziendale verso i nuovi mercati, che finora è stata di compromesso con culture e valori dei Paesi in cui si installava. ”Ikea si rammarica e si scusa per cio” che e” successo e comprende perche” in molti si sono indignati”, ha scritto. Eh ha assicurato: “Rivedremo le nostre procedure di lavoro per assicurare che episodi simili non accadano più”.
Arabia Saudita: Ikea rimuove le donne dal catalogo. Poi si scusa
Immediata la reazione della Svezia, casa madre del colosso del mobile fai-da-te. Le ministre: "Non si possono cancellare le donne dalla realtà".
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2 Ottobre 2012 - 11.44
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