Il libro di Maria Rosa Cutrufelli si apre con due domande, come e perché si scrive?, a cui se ne aggiunge subito unʼaltra: esiste una scrittura femminile?
Per cercare le risposte lʼautrice parte da sé, dalla propria esperienza di scrittura. Alle prime due domande le risposte sono relativamente semplici: il ‘come’ è legato alla tecnica, alle scelte stilistiche; il ‘perché’ invece non ha un’unica risposta, sono mille i
motivi per cui si scrive, e talvolta (non sempre) è un ‘perché’ che risponde al bisogno di esplorare la propria identità. Il terzo quesito è solitamente riservato alle scrittrici. Si parte così alla ricerca della scrittura “delle donne” dopo che tanto si è scritto “sulle donne”.
Prima di tutto, c’è da dire che parlare di scrittura ‘femminile’ o ‘maschile’ è fuorviante, perché il femminile e il maschile sono convenzioni sociali. E le convenzioni cambiano nel tempo considerando questo o quello tipico del genere maschile o femminile. Dunque basta con la domanda retorica sullʼesistenza o meno di una scrittura femminile. No, non esiste. Ma se sostituiamo gli aggettivi con i sostantivi ‘uomo’, ‘donna’, allora il discorso cambia.
Perché gli uomini e le donne vivono esperienze diverse e il loro approccio alla scrittura è diverso, per tradizione e a volte anche per ‘sostanza’. E’ qui, in questa differenza, che è necessario scavare per capire cosa significa essere ‘scrittore’ e cosa significa essere ‘scrittrice’.
Maria Rosa Cutrufelli impegna la seconda parte del volume ad analizzare il mito di Demetra, Persefone ed Antigone, perché la vera domanda da porsi è in quale
immaginario si scrive. E il nostro immaginario si è costruito attraverso millenni di cultura patriarcale.
Nello stesso spazio ci racconta delle opere di Gaspara Stampa che sono arrivate a noi grazie alla devozione della sorella Cassandra e riesumate dopo secoli di oblio. Ed ancora il racconto della Cutrufelli va avanti con la narrazione della sua scelta di appartenere alla Sicilia e allʼincontro con una “personaggia” che si tramuta in uno scontro.
Non manca una analisi della letteratura afroamericana in parallelo con le arti visive afro-americane. Scrivere con lʼinchiostro bianco risponde esattamente alla definizione della collana “i leggendari” di iacobellieditore: piccoli volumi intriganti ed eleganti, sì perché scritto con pacata eleganza ed intrigante per il sorprendente peso specifico che traspare dal pocket, molto pratico da portare, anche in treno.