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“Le donne, protagoniste di un grande moto di risveglio civile e morale della società italiana, si rivolgono a Lei signor Presidente, impegnato come non mai nella difficile opera di salvaguardia della coesione e delle speranze del popolo italiano – perché si faccia interprete della urgente necessità di dare pieno valore alle grandi energie e competenze femminili nella nuova stagione politica che si apre”: poche righe, rispettose, al Presidente Napolitano. La firma è quella del Comitato promotore di “Se non ora quando”, lo spirito quelle delle tante, tantissime donne che dopo essere scese in piazza sono rimaste in contatto, via web e non solo.
La finanza è l”emergenza di questo Paese: certo, l”ombra del default, del fallimento, grava su tutti noi. Ma un”emergenza non ne scaccia un”altra: il lavoro, il lavoro che non c”è, il lavoro cattivo, il lavoro che uccide e quello da schiavi senza diritti. Ed è emergenza anche l”invisibilità delle donne: perché è sulle donne che più pesa la crisi, quella del lavoro che va di pari passo con quella di un welfare sempre più taccagno, introvabile…
Se non ora, quando? Ora, che finalmente dobbiamo pensare a costruire e ricostruire, la presenza delle donne, delle loro intelligenze, delle loro capacità – spesso grandi e misconosciute – deve essere un pilastro del rinascimento del nostro Paese. Erano nella Costituente, grandi donne che hanno fatto la storia della nostra libertà. Servono oggi più che mai: oggi che l”immagine della donna è stata offuscata dall”uso e dall”abuso del suo corpo, nella pubblicità come nella politica. Oggi che le donne scese in piazza hanno trascinato i loro compagni nella rivendicazione di un futuro diverso.
E” vero, il governo Berlusconi non finisce per le proteste di piazza – come non finisce per l”opposizione politica in Parlamento: ma quelle manifestazioni, dei lavoratori, delle donne, sono state la nostra – nuova – resistenza. Ed è per questo che oggi le donne, con orgoglio, si fanno avanti da protagoniste, per far ripartire il Paese. E” ora.
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