Care amiche,
voi siete giornaliste, persone sicuramente abituate a vivere nel mondo frenetico e spaventoso , almeno per me , di oggi.
Vi voglio raccontare la mia mattinata, senza piangermi addosso ma così come è.
Mi sono alzata presto , i ragazzi sono grandi , ma un buon caffè preparato dalla mamma fa sempre piacere , ho scambiato due parole prima che uscissero e poi sono stata accanto a mio marito.
Mi sono sentita persa.
Nel mese di Luglio ha avuto un episodio di TIA e non si è ripreso bene.
Non lavora, questo da anni poiché la sua attività in proprio è andata male.Pensava proprio in estate di ricominciare qualcosa da solo ma la malattia lo ha bloccato.
Io a breve inizierò un corso per Baby sitter organizzato dal Comune per entrare nelle liste delle baby sitter accreditate dal comune.
Ho quasi 58 anni, ho cresciuto i ragazzi, ho aiutato mio marito, ho sofferto di sfratti, mancanza di lavoro, lavoro negato con cause naturalmente finite in patteggiamento a mio sfavore , ho avuto denaro per riuscire a superare il momento, aiuti dalla famiglia per barcheggiare, ma sono sempre al punto di prima.
Sono esausta, e stamane non riesco a ragionare, ho il cuore in tumulto, sono spaventata a morte.
Cosa sarà di noi? I miei figli sono all’università ma il presalario è pochissimo. Hanno la mensa e più o meno mille euro l’anno , cosa ci fanno? Poco .
Impartiscono lezioni di matematica, ma studiare ingegneria e fisica non è un gioco.
Pago mille euro di affitto al mese, e questo mese ne ho solo 800.
Devo far vivere tutti e non voglio, non voglio chiedere a mia sorella che pure è molto affluente. Mi sento senza dignità e senza forze.
Non ho più il coraggio di affrontare le istituzioni. Quando sei povera , la colpa è tua.
Per un sostegno per mio marito ci vuole l’invalidità e anche se la terapia pressoria lo rende come una ameba , parla , cammina e si gestisce bene, grazie al cielo, ma non è più la stessa persona.
Ecco come mi sento, stamane sarei dovuta andare all’ufficio casa del comune per vedere cosa posso fare.
Con un pochino di aiuto dalla mia famiglia e un lavoro da parte mia potrei riuscire a pagare un modesto affitto , ma case non ce ne sono, bisogna mettersi in lista.
Ho pensato di affittare una camera a qualche studente , anche se non si potrebbe. Non trovo nessuno che voglia stare in famiglia.
Insomma oggi vedo nero.
Parlo bene francese e inglese, tanti anni fa ho conseguito il Proficiency proprio a Cambridge dove sono stata per diversi anni, ma non serve a niente per me in questo momento.
Sono inchiodata . Possibile che una donna debba soffrire tale violenza? Non riuscire a pensare, non riuscire a calmarsi, non riuscire a credere che ci sia una via di uscita.
Talvolta e so di dire una bestemmia, sarebbe meglio finirla qui. Non valgo niente , non produco, spendo quel poco che ho. A cosa servo?
So che tante donne si sentono come me, cosa si fa concretamente per loro?
Una borsa del lavoro organizzata da donne in gamba, che l’ufficio del lavoro per chi lo conosce fa piangere e non aiuta mai e poi mai.
Un centro di ascolto non pruriginoso e colpevolizzante, organizzato da donne in gamba in tutte le città forse aiuterebbe,le donne sono forti ma fragili nello stesso tempo e vanno soccorse e abbracciate, ne hanno bisogno anche se fanno le coraggiose.
Insomma , spedirò questa mail così com’è senza neanche correggerla perché altrimenti non la invierò presa da rimorsi e vergogna per essermi esposta.
Vi saluto cordialmente,sarei tanto contenta di avere una risposta anche piccola, un consiglio, un piccolo abbraccio.
Patrizia