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Il crimine ti fa fashion

'Le femministe americane l''hanno attaccata per i suoi ritratti di vittime, Melanie Pullen ribatte: la morte è minacciosa ma illumino la vita. Intervista di [Valeria Marchetti]'

Il crimine ti fa fashion
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11 Maggio 2012 - 13.07


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Il connubio tra crimine e Alta Moda è il marchio di fabbrica della fotografa americana Melanie Pullen. A soli trentasette anni Miss Pullen ha già scalato la vetta della notorieta’ esponendo i suoi lavori nelle piu’ prestigiose gallerie e musei americane e alla MiCamera di Milano.

I suoi lavori incantano con l’eleganza diegli abiti e degli accessori Chanel, Dior e Prada e scioccano per le immagini che riportano fedelmente la crudeltà degli efferati delitti commessi dai più celebri serial killer americani. Negli Stati Uniti i set fotografici di Melanie Pullen, oltre a catturare l’attenzione degli amanti ed esperti d’arte internazionali, sono state scelti come copertina dei magazine glamour più venduti nel mondo. Ogni sua creazione riscuote il plauso e l’entusiasmo dei brand fashion più quotati che fanno a gara per poter inserire le loro nuove creazioni nelle sue foto. Le attrici e le modelle famose fanno la fila davanti al suo studio per poter essere protagoniste dei suoi ritratti.

Dal 2005, anno in cui ha terminato il suo primo lavoro intitolato High Fashion Crime fino alla sua ultima fatica Hunted, la carriera di Melanie non ha avuto una battuta d’arresto. In una parola Melanie ha trovato la ‘chiave di volta’ per far si che il mondo si accorgesse di lei. Come ha fatto a raggiungere la vetta, ce lo spiega nell’intervista in esclusiva per l’Italia.

High Fashion Crime e’ stato il tuo battesimo di notorieta’. Per la prima volta nella storia della fotografia qualcuno ha unito la moda agli omicidi degli assassini seriali. Come ti e’ venuta questa idea?

Il Glamour nelle mie foto e’ stato pensato come una sorta di distrazione per il crimine. I capi fashion sono qualcosa che fanno ‘scivolare’ l’attenzione di chi guarda e raccontano la personalita’ di chi li indossa. Quando guardiamo le persone, il primo impatto che abbiamo con loro e’ notare il loro stile nel vestire. La moda è uno strumeto per raccontare storie e aggiungere personalita’ ai miei ritratti.

Nelle tue foto le modelle indossano sempre vestiti e accessori di marchi famosi come Gucci, Prada e Chanel, perchè i grandi nomi hanno così tanta importanza per te?

L’Alta Moda è uno status simbol e una forma di arte raffinatissima. Per questo mi e’ sembrato naturale aggiungere ai miei lavori l’arte di chi interpreta ogni giorno la vita delle donne.

Cosa, secondo te, ha attirato i grandi nomi della fashion e i grandi nomi di holliwood ad essere parte dei tuoi lavori?

Le mie foto innescano in chi le guarda un gioco di discordanze creative: la perfezione dei capi e la bellezza delle modelle associate al lato oscuro e cruento che l’umanita’ ha in se.

Credo che le case di moda siano rimaste affascinate dalla dualita’ che esprimo nei miei lavori.

Nella maggior parte delle tue foto sono ritratte giovani donne, perche’ questa scelta?

Le donne sono le vere protagoniste della moda. Sono le modelle che fanno vendere i giornali di moda e ogni sorta di prodotto nelle pubblicita’. Abbinare donne bellissime e crimini e’ qualcosa che attira l’attenzione dei media e della gente. Basta ricordare l’omicidio di Black Dalila, una donna bellissima brutalmente uccisa in America. La bellezza di Dalila e il suo assassinio sono diventate uno scoop che ha attirato l’attenzione. In High Fashion Crime ho voluto sottolineare proprio come i media siano alla ricerca di sensazionalismi prodotti dalla bellezza e dal crimine, due fattori che destano un interesse ossessivo da parte del pubblico.

Dalle vittime vestite con capi esclusivi ad hunted, il tuo ultimo set fotografico dove descrivi l’attimo prima che il crimine si compia. Cosa ti ha ispirato questa volta?

La filosofia sottesa al mio nuovo lavoro e’ la tensione di un dramma annunciato. Ho pensato al secondo in cui, per esempio, realizzi che la tua macchina andra’ fuori strada o il secondo in cui i passeggeri dei voli che si sono abbattuti sulle Torri Gemelle a New York hanno iniziato ad intuire il loro destino. La teatralità dei miei nuovi ritratti raccontono ancora una volta storie che sono accadute nella realtà e coinvolgono lo spettatore facendo si che rifletta sui momenti in cui la vita puo’ essere ad una svolta cruciale.

Chi ha collaborato con te nella serie fotografica HUNTED?

Il ‘fashion factor’ e’ ancora una parte essenziale del mio nuovo progetto. Chanel e Prada sono stati tra i primi ad aderire. Stanno collaborando anche attori famosi e amatoriali. Non mi interessano solo i volti noti ma l’espressivita’dei soggetti dietro alla mia macchna fotografica. Questo per me e’ importante.

Le femministe sono state le prime ad attaccare ferocemente i ritratti delle vittime dei serial killer. Di fatto tutti i lavori della Pullen mettono in luce come le donne siano le vittime preferite della violenza umana e nell’intervista mi rivela “Questo aspetto delle mie foto non viene capito”. A parte le critiche che sono implicite in ogni lavoro Melanie Pullen può essere definita come il nuovo Caravaggio del 2000. Le sue foto scure e minacciose esprimono il dramma della morte e del pericolo unite ai colori e le forme proposte per illuminare la vita delle donne. Se nel 1992 il film ‘La morte ti fa bella’ ha incassato un buon successo al botteghino il crimine ed il fashion hanno attirato l’attenzione degli appassionati di arte e moda conferendo alla Pullen la notorietà e il successo.

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