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Storie che annullano i confini

Il primo premio del concorso "Lingua Madre" alla nigeriana Eniola Odutuga, il secondo a Wafa El Antari (Marocco), il terzo alla catalana Amàlia Lombarte del Castillo

Storie che annullano i confini
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14 Maggio 2019 - 22.14


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di Stefanella Campana

Ultimo giorno al Salone Internazionale del Libro di Torino e finalmente si conosce chi si è aggiudicata i tanti premi della XIV edizione del Concorso letterario Lingua Madre. Ideato nel 2005 da Daniela Finocchi, giornalista (e socia di GiULiA), è l’unico dedicato alle donne straniere residenti in Italia che esprimono storie, pensieri nella lingua italiana. Il primo premio a Eniola Odutuga  con Tempesta dentro di me, un racconto di formazione crudo e fanciullesco al tempo stesso, che nella sua narrazione non assolve neanche la narratrice-protagonista.
Originaria della Nigeria, Odutuga giunge in Italia nel 2013 in stato di gravidanza e viene accolta e protetta dalla fondazione “Lamacchia”. Vive a Barletta.

Seconda Classificata Premio Speciale Consulta Femminile Regionale del Piemonte Wafa El Antari (Marocco) con il racconto Tra le mani di un nome in cui, fra prosa e poesia, esprime con intensità e disincanto le difficoltà affrontate dalla sua famiglia quando dal deserto del Marocco si è trasferita fra le montagne venete. La lacerante esperienza di essere straniera dentro e fuori di sé. El Antari studia Giurisprudenza e crede nel potere salvifico della scrittura in versi, che coltiva con passione. Risiede a Schio.

Terza Classificata Amàlia Lombarte del Castillo con il racconto Ora che posso farlo, in cui libera sulla carta i controversi sentimenti per la madre, riuscendo, attraverso un dialogo impossibile, a riappacificarsi con il proprio passato familiare. Di origine catalana, Lombarte del Castillo è da sempre interessata a cinema e radio.

Il concorso prevede anche un Premio Sezione Speciale Donne Italiane. In questa edizione è andato alla torinese Elisa Botticella, ingegnere civile e storyteller, con il racconto Una donna lo deve fare, una rappresentazione consapevole di una realtà di violenza, pregiudizio e stereotipo verso la cultura rom, raccontata con uno stile piano, senza enfasi, quotidiano, che rende ancora più desolante la vicenda. Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Bahar Heidarzade (Iran) con la fotografia Parlo con te; Premio Speciale Slow Food Terra Madre Andreea Luminita Dragomir (Romania) con il racconto Un lascito, una dolce e sentita lettera all’amica scomparsa, ricca di odori, sapori ed emozioni dell’infanzia che costituiscono un affresco unico e nostalgico. Premio Speciale Torino Film Festival Anastassia Caterina Angioi, Metà bielorussa e metà sarda con il racconto Un posto nel mondo scava nei problemi profondi, non solo ambientali ma anche psicologici, legati all’integrazione in una nuova cultura. Premio Speciale Giuria Popolare Zhanna Stankovych (Ucraina) con il racconto Quasi paradiso.


Sono oltre settemila le autrici che hanno scritto, fotografato, condiviso in tutti questi anni di lavoro e impegno intorno alla narrazione, alla cultura, alla relazione tra donne e fra queste sono sempre di più le giovanissime che partecipano, traducendo sulla pagina – ma anche nelle fotografie della sezione fotografica – con spontaneità e, a volte, disincanto la realtà che le circonda.

“Si nota nelle autrici del Concorso la tendenza ad abbandonare l’autobiografia in favore dei generi letterari più disparati, dai racconti epistolari a quelli distopici, dalle commedie alle favole moderne e questa varietà si rispecchia anche negli scatti fotografici dove si alternano momenti di vita quotidiana, paesaggi onirici, metaforiche composizioni artistiche. Storie che annullano il confine, spesso considerato invalicabile, fra prima e dopo, vecchio e nuovo, passato e futuro – spiega Daniela Finocchi – Tutte le autrici  hanno sperimentato l’attraversamento, non sempre quello di uno spazio geografico. Dall’infanzia all’età adulta, dal paese di nascita a quello d’approdo, dall’essere figlie all’essere madri. I racconti ritraggono un mondo in cui qualsiasi tentativo di confinamento non può che fallire. Si annulla inevitabilmente davanti ad esperienze di vite multiformi, mescolate, intrecciate”.  Daniela, il clima negativo che si respira ora in Italia contro gli stranieri si avverte anche nelle testimonianze ricevute? “I pregiudizi esistono e così le contraddizioni per cui ragazze nate in Italia, che hanno frequentato tutte le scuole in Italia, che studiano Foscolo e Dante e la storia dell’Italia non sono riconosciute come italiane e gli viene negata la cittadinanza perché d’origine straniera. Questo certo emerge dai racconti, così come le storie di sfruttamento o di violenza. Ma quello che emerge è soprattutto il messaggio di fiducia, speranza, amore delle donne”.

 

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