Siena: esposizione di "quarti di donna" in tv per scaramanzia | Giulia
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Siena: esposizione di "quarti di donna" in tv per scaramanzia

Col titolo "Che il culo ci assista sempre" incredibile filmato in onda al mattino su Canale 3. Esposto all'Ordine dei giornalisti, al Corecom e petizione di associazioni senesi (con l'adesione di GiULiA).

Siena: esposizione di "quarti di donna" in tv per scaramanzia
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7 Aprile 2020 - 16.18


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Nessuno manco ci provi a tirare in ballo l’irriverenza dei senesi per giustificare quanto è andato in onda su Canale 3 di Siena, con in studio divertiti e sghignazzanti il direttore responsabile Franco Masoni, assieme al co-conduttore Luca Virgili: “Che il culo ci assista sempre” (a proposito del Covid 19) era il titolo del filmato mandato in onda, con l’esposizione di sederi – e veri o finti che fossero proprio non importa – di ragazze, che si abbassavano i pantaloni a mostrarlo per strada o in ufficio. Incredibile…

 

E la reazione delle donne e delle associazioni senesi è stata immediata. Immediata la denuncia al Consiglio di disciplina dell’Ordine dei giornalisti.

 

Ecco la presa di posizione delle associazioni di Siena e non solo, sottoscritta anche da GiULiA giornaliste, che in Toscana ha molte (vigili) colleghe:

 

“L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno, in queste settimane in cui la violenza maschile contro le donne è diventata un’emergenza dalle proporzioni difficilmente calcolabili e altrettanto difficilmente contenibili, l’ultima cosa che ci serve è un’informazione/intrattenimento che utilizza vecchi e laidi stereotipi che, se non fosse, appunto, per la drammaticità della situazione, non potrebbero che suscitare un sentimento di pietà per i giornalisti/intrattenitori che ancora vi fanno ricorso.

Il siparietto andato in scena sull’emittente televisiva Canale 3 (per chi se lo fosse perso, due navigati commentatori che ridacchiano ammiccanti sul motivetto “che il culo ci assista sempre” mentre mostrano un campionario di sederi femminili) è un giornalismo/intrattenimento da avanspettacolo di quart’ordine, che speravamo superato da decenni, e che non intendiamo assolutamente censurare: troppo teniamo alla libertà di informazione e alla serietà delle leggi che la garantiscono.

Si tratta qui di deontologia e di etica, categorie che guidano solidamente il lavoro dell’informazione: per il giornalista è obbligatorio il mantenimento del decoro e della dignità professionale.

E non c’è bisogno di ricordare quanto forte sia il nesso tra l’uso violento dell’immagine femminile e il rafforzamento della legittimazione della violenza contro le donne.

 

Anpi Siena, Arci Siena, Associazione Amica Donna Aps Centro antiviolenza Valdichiana senese, Associazione Archivio Udi provincia di Siena, Associazione DonnaAmiataVald’orcia Centro antiviolenza dell’Amiata Vald’Orcia, Associazione Donne insieme Valdelsa Centro antiviolenza della Valdelsa senese, Centro culturale delle donne Mara Meoni, CGIL Siena, Donna chiama donna, Donne Democratiche di Siena, Giovani Democratici Siena, Movimento Pansessuale Arcigay Siena, Nonunadimeno Siena

 

 

 

Sul caso è intervenuta anche la Consigliera della Provincia di Siena con delega alle pari opportunità, Giulia Periccioli, con una dichiarazione: “Una vergogna!

Non si possono trovare altre parole per definire le immagini diffuse nella trasmissione mattutina di Canale3 e che da stamani girano nelle chat di tutta Siena.

Per l’ennesima volta siamo costretti ad assistere ad un uso improprio dell’immagine del corpo delle donne e non a tarda ora, ma in pieno giorno quando, causa dell’emergenza che stiamo vivendo, è più che probabile che molti bambini siano di fronte al teleschermo.

Mi stupisco e mi fa arrabbiare dover scrivere queste considerazioni nell’aprile del 2020, come se nulla fosse cambiato rispetto all’immagine femminile introdotta dalla televisione commerciale nei primi anni 80; come se fosse vuota e inutile ogni iniziativa e ogni sforzo di Enti e Associazioni che da anni si impegnano nella lotta al maschilismo e alla conseguente discriminazione femminile, che disapprovano a gran voce l’utilizzo dell’immagine e del corpo delle donne come oggetto, come strumento per vendere prodotti o per colmare “piacevolmente” vuoti di contenuto.

Noi non ci stiamo! E non ci voltiamo dall’altra parte ridacchiando.

La Provincia di Siena prende le distanze da questo tipo di televisione e chiede una forte presa di posizione dell’emittente nei confronti dei conduttori e dei redattori del programma”.

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