#ComeTiSenti, il progetto sulla salute mentale dei giornalisti che parla di molestie e discriminazioni di genere | Giulia
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#ComeTiSenti, il progetto sulla salute mentale dei giornalisti che parla di molestie e discriminazioni di genere

Nasce la piattaforma #ComeTiSenti, da un progetto di IrpiMedia, per monitorare la salute mentale dei giornalisti. Uno dei temi sono le molestie e la discriminazione di genere e tra le risorse utili c'è anche GiULiA giornaliste

#ComeTiSenti, il progetto sulla salute mentale dei giornalisti che parla di molestie e discriminazioni di genere
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25 Maggio 2024 - 11.03


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Come ti senti? Non benissimo, grazie. E’ la risposta che hanno dato in larga maggioranza i 558 giornalisti freelance o parasubordinati che hanno risposto al questionario sulla salute mentale lanciato nel 2023 dalla testata indipendente IrpiMedia per monitorare la salute mentale nel giornalismo. Come riassume il report, realizzato dalla giornalista Alice Facchini, «l’87% afferma di soffrire di stress, il 73% di ansia, il 68% sente un senso di inadeguatezza. Più della metà soffre di insonnia. Uno su due ha la sensazione di non essere compreso e prova un forte senso di solitudine. Il 42% afferma di soffrire di sindrome da burnout, di avere attacchi di rabbia immotivati e di essere dipendente da internet e dai social network. Uno su tre parla esplicitamente di “depressione”. Il 28% denuncia perdita di appetito o abuso di cibo, il 27% ha attacchi di panico e il 26% ha difficoltà a intraprendere e mantenere relazioni di coppia. Il 15% dice di aver subito disturbi da stress post traumatico. Solo il 2% dichiara di non aver mai sofferto di nessuno di questi problemi».

Un lavoro che ha raccolto una mole di testimonianze, dalla giornalista che molla tutto per trasferirsi per un’assunzione promessa e poi non mantenuta al precario a cui viene spiegato perché è giusto lavorare gratis o che in caso di querele l’avvocato se lo deve pagare lui. O ancora il collaboratore a cui viene chiesto di fare anche le veci del caposervizio ma pure di servire gli aperitivi ad un evento.

Se il fattore economico è la fonte primaria di disagio, ben il 31% del campione denuncia molestie e discriminazioni. Ecco perché il tema delle discriminazioni di genere sarà uno dei tre pilastri della piattaforma #ComeTiSenti, passo successivo alla ricerca. Il progetto è promosso dal centro di giornalismo d’inchiesta IRPI (Investigative Reporting Project Italy), in collaborazione con il sindacato FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana), la cassa di assistenza sanitaria Casagit Salute, e l’Ordine dei Giornalisti ed è un portale aperto dove si invitano i colleghi a raccontare la propria storia di malessere o disagio mentale in anonimato e insieme si offrono strumenti e indicazioni sulle azioni di contrasto e i servizi o gli esperti a cui rivolgersi.

Nella sezione sulle discriminazioni di genere, dove si tratta di gender pay gap e di molestie sessuali (nel 2019 un sondaggio Fnsi svelò che l’85% delle giornaliste dichiarava di essere stata molestata) si cita anche GiULiA giornaliste tra le risorse utili per affrontare il fenomeno, assieme allo sportello antimolestie di Fnsi, Fondazione Libellula, IWMF e Espulse-La stampa è dei maschi. Gli altri temi sono il precariato e i rischi sul campo per chi opera in aree critiche ed è target delle minacce online. «Un lavoro precario –  ha commentato la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante nel corso della conferenza stampa- porta a una vita precaria. È il trauma del vivere quotidiano senza certezze né una rete e coinvolge il 90 se non il 100% della popolazione giornalistica. Oggi il 70% dei nostri colleghi non ha un contratto, ma vive alla giornata. Ma come si può vivere serenamente con 17 mila euro l’anno con partita Iva da pagare? ».

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