Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (6 aprile-11 aprile) | Giulia
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Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (6 aprile-11 aprile)

Una settimana di notizie sui nostri media: come e quanto si parla di donne? E quante sono le donne a scrivere del mondo. GiULiA prosegue con il suo "osservatorio" sui giornali, in ottica di genere. [di Paola Rizzi]

Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (6 aprile-11 aprile)
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Paola Rizzi Modifica articolo

12 Aprile 2021 - 12.15


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Settimana dal 6 all’11 aprile:Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Il Messaggero, Domani, Il Fatto quotidiano, Avvenire, il Sole 24 ore più uno sguardo sul web

 

Firme in prima pagina: 528 uomini/133 donne

Editoriali in prima pagina: 89 uomini/38 donne

Interviste: 107 uomini / 37 donne

 

 

 

La foto di questa rassegna stampa la dedichiamo alla vignetta di Ellekappa sul “sofagate”, che ci pare dica tutto ciò che di sostanziale c’è da dire su una vicenda che ha occupato per tutta la settimana siti e giornali. Lo sgarbo diplomatico e istituzionale alla presidente della Commissione europea Ursula Van der Leyen , frutto del combinato disposto del bullismo equamente diviso tra Erdogan e Charles Michel, è destinato ad occupare ancora per molto i media, soprattutto per le conseguenze economiche e geopolitiche di quel “dittatore” proferito dal nostro Mario Draghi nei confronti del leader turco. Molte le voci su questa vicenda, qui segnaliamo solo l’articolo del10 aprile dell’inviata del Corriere della Sera Monica Ricci Sargentini sulla repressione in Turchia raccontata da un esponente della comunità Lgbtq più volte incarcerato e da diverse attiviste dei diritti delle donne, sempre più in difficoltà nel loro lavoro, soprattutto dopo l’uscita del Paese dalla convenzione di Istanbul.

 

Catcalling, di cosa stiamo parlando?

«Quando avevo 15 anni io e un’amica ci siamo imbattute in un uomo che, nascosto tra le auto, si toccava i genitali in pieno giorno. Siamo scappate. Abbiamo incontrato poco più in là un giovane carabiniere. Vergognandoci, gli abbiamo raccontato l’episodio e lui, con un sorriso, ha risposto: «Con due belle ragazze come voi…». Un doppio choc. (Paola, 49 anni)». E’ una delle testimonianze raccolte da Chiara Severgnini e Irene Soave in un sondaggio della 27esimaora e pubblicate poi sul Corriere della sera il 6 aprile. La parola è una new entry, ossia chiamare il gatto con un fischio per indicare le molestie stradali, ma il fenomeno è vecchio come il mondo e non per questo meno censurabile. Ne ha parlato anche l’attrice Vittoria Puccini in un intervista sul Messaggero: «Non sono complimenti, ma una forma di violenza che crea molto disagio». Stessa posizione netta della cantante Francesca Michielin, seconda a Sanremo con Fedez, che in una lunga intervista su Domani liquida la cosa come «punta dell’iceberg della mascolinità tossica». Felice la sintesi dell’antropologo Marino Niola su Repubblica dell’8 aprile che fa un’excursus sulla pratica del fischio di richiamo nelle varie culture, per concludere che «se non c’è intesa tra chi fischia e chi è fischiato, quel sibilo diventa insulto».

 

 

Chi porta a casa i soldi

Le miliardarie sono aumentate, nella lista di Forbes sono 328 su 2775, l’11,8% e ci sono anche le italiane, le eredi Caprotti di Esselunga. In effetti la settimana ha raccontato molto di cosa sta succedendo nel mondo delle donne ai vertici del business. Ci sono notizie buone ed altre meno buone. Buonissime per la re Mida (esiste una versione femminile?) di qualunque cosa di cui si occupi, ossia Chiara Ferragni: Maria Silvia Sacchi sul Corriere della sera il 10 aprile dà conto di come, non appena è entrata nel cda, il tocco dell’influencer abbia fatto balzare del 14% le azioni Tod’s, cioè un apprezzamento di 130 milioni di euro. Un caso estremo di quello che molte ricerche testimoniano, cioè che più donne nei board fanno aumentare i fatturati. C’è però ancora molta strada da fare visto che, come dimostra il rapporto Consob diffuso questa settimana, solo il 2% degli ad delle società quotate in borsa è donna. Va meglio nei cda, dove il 42% dei posti sono occupati da donne. Per forza, essendoci una legge che lo impone. Come spiega Antonella Mariani su Avvenire del 7 aprile, tra gli effetti positivi della legge Golfo Mosca sulle quote nei cda, ci sono l’ età media più bassa e i titoli di studio più alti che hanno garantito migliori performance alle società, ma c’è anche il fenomeno dell’interlocking: le donne sono più spesso degli uomini presenti in più di un cda, cioè si pesca in un bacino più ristretto, anche per la pigrizia nell’esaminare nuovi profili. Per fare confronti, secondo l’associazione European Women in board i ruoli apicali in Italia ricoperti da donne sono il 17%, in Norvegia 33%, nel Regno Unito il 25.
 Qualcosa potrebbe cambiare con il ricambio generazionale. Lo spiega Maria Cristina Origlia su Alleyoop che mostra come ora grazie al pensionamento dei baby boomer si aprono nuove prospettive per i vertici manageriali, che però vanno colte.

 

Al lato opposto della catena alimentare però le cose sono sempre più difficili. Su Avvenire del 10 aprile in un’intervista Teresa Bellanova, viceministra alle infrastrutture e alla mobilità parla della necessità di «un nuovo welfare per le “vittime” di telelavoro. Lo smartworking penalizza soprattutto le donne, determina una distribuzione asimmetrica di vantaggi e svantaggi, infatti piace di più agli uomini. Ha riportato le donne indietro, chiuse tra cura della casa, cura dei figli e lavoro. Servono strumenti innovativi che concilino vita e lavoro a distanza». E cita l’accordo fatto tra Autostrade e sindacati di categoria che consente ai lavoratori a casa con figli in DAD di disconnettersi per seguire i figli.

 

Crisi familiari da Dad

Ma la Dad e lo smartworking penalizzano anche le coppie vip: sul Messaggero dell’11 aprile Martina Colombari e Billy Costacurta parlano del loro lockdown. Per superare l’isolamento insieme a un figlio adolescente si sono affidati anche all’aiuto di uno psicologo. Colombari consiglia pure di delegare ai padri e di farli entrare di più nelle dinamiche familiari. Maura Manca, psicoterapeuta e presidente dell’ Osservatorio nazionale adolescenza, invita i genitori a non cercare una perfezione impossibile e a chiedere aiuto se necessario. A proposito del non cercare la perfezione segnaliamo il divertente articolo di Melissa Panarello sulla Stampa dell’11 aprile sul fenomeno del “mumsplaining” , ossia le mamme spiegone che pretendono di imporre alle gravide o alle neomamme come si devono sentire e cosa devono fare per essere perfette, mentre lei rivendica il suo diritto di sbagliare da sola, ma con amore.

 

 

Rubrica Murgia sul Giornale

Con una sconcertante frequenza sul Giornale si trova qualcuno che parla male della scrittrice Michela Murgia. Una fissazione. Questa settimana ben due articoli, uno in cui si dà conto di una causa vinta in appello da un editore contro la scrittrice, dove da notare più che la notizia c’è soprattutto la didascalia alla sua foto: «Maestrina sempre pronta a dare giudizi». Cioè un giudizio in una dida.

L’altro è una paginata con diversi rappresentanti delle forze armate cha l’attaccano dopo le sue dichiarazioni in cui aveva detto che a lei un commissario al piano vaccinale che gira in divisa la spaventa. Sulla vicenda è tornata lei stessa intervistata sulla Stampa il 9 aprile, ribadendo il concetto che il ricorso ai militari rappresenta un fallimento della politica. Sempre sulla Stampa Dacia Maraini la difende anche se a lei la divisa non fa paura.

Nella stessa pagina del Giornale sui militari versus Murgia veniva dato conto dell’annuncio di Laura Boldrini che dovrà essere operata per una malattia a quanto si capisce piuttosto seria. Nonostante Boldrini sia, come Murgia, un bersaglio frequente del centro destra e dei suoi organi di stampa, il giorno dopo il quotidiano diretto da Sallusti ha pubblicato una lettera a Boldrini di Valeria Braghieri molto empatica e quasi affettuosa.

 

Buone notizie

La nuova presidente del Kossovo si chiama Vjosa Osmani, ha 38 anni, è fuggita dal suo paese come profuga, è diventata una giurista e ora punta molto «sul coraggio delle ragazze» in un paese maschilista. Ne parlano tutti ma soprattutto la Stampa del 6 aprile.

 

 

Cattive notizie

Non si fanno processi fuori dai tribunali, ma l’annullamento da parte della Cassazione di una sentenza torinese svela la vicenda sconcertante, raccontata da Simona Lorenzetti sul Corriere del 7 aprile, di una crocerossina abusata e del capo assolto dall’accusa di stupro perchè lei “non urlava”. «Non grida, non urla, non piange. Risponde alle chiamate di servizio mentre lui la aggredisce, senza insospettire, anche solo involontariamente, il centralinista». Ragioni sufficienti per valutare inattendibile l’accusa della giovane volontaria. Ora il processo si rifà.

Notizia horror raccontata da tutti i media è quella di un uomo di Milano che ha assunto nel dark web un sicario per spaccare la schiena e sfregiare la ex fidanzata, ma senza accecarla, così si poteva vedere sfigurata. Piano per fortuna scoperto.

Fanpage per primo ha raccontato la terribile vicenda di Malika, ragazza 22enne di Castelgfiorentino, lesbica, aggredita, minacciata e buttata fuori di casa dai genitori dopo il suo coming out ed ora senza fissa dimora. Ha denunciato i genitori ma solo dopo il servizio di Fanpage la procura ha aperto un’inchiesta. Molta solidarietà e collette le consentireanno di pagarsi un affitto.

 

 

Sport

Molte e sempre di più le notizie dallo sport femminile sui giornali. Segnaliamo sulla Stampa del 9 aprile l’intervista a Manuela Furlan, operaia e capitana della nazionale di rugby che ha perdonato Malagò di aver detto che il rugby è uno sport per maschi e spiega come i mondiali di calcio abbiano cambiato la percezione dello sport femminile. Il suo orgoglio è l’aver convinto i camionisti a tifare per le azzurre della palla ovale. L’altra storia è quella sul Messaggero di Rachael Blackmore, Una fantina irlandese di 31 anni che ha vinto la più importante e massacrante gara a ostacoli, il Grand National, che si corre ad Aintree dal 1839. Le donne vi sono state ammesse dal 1977, grazie al Sex Discrimination Act del 1975 e lei è la prima donna a vincere la gara.

 

Storie dal mondo

Sul Fatto del 7 aprile Sarah Benichou racconta la “Bancada femminista” delle eredi di Marielle Franco, l’attivista lesbica uccisa nel 2018: nel Brasile omofobo per la prima volta delle donne di colore e trans sono entrate nel consiglio comunale di San Paolo dopo le amministrative del novembre 2020.«Fino a pochissimo tempo fa, le sole donne nere ad entrare in questo palazzo erano quelle delle pulizie»

Il Giornale dell’11 aprile nell’anniversario del viaggio spaziale di Yuri Gagarin racconta tutte le Lady Gagarin di oggi con il titolo “Le donne si prendono lo spazio”: sono cosmonaute sudafricane, russe, poi c’è la saudita a capo dell’agenzia spaziale saudita e l’italiana Simonetta di Pippo candidata a guidare quella europea.

Sulla pagina del Messaggero dell’11 aprile Mind the gap, sintesi cartacea della sezione del sito del giornale dedicato alle differenze di genere, c’è un articolo sulle eroiche ragazze ebree della Resistenza polacca ai nazifascisti, mai riconosciute dalla storiografia ufficiale e raccontate ora da Judy Batalian che sulle loro storie ha scritto un libro.

 

Cose dell’altro mondo

Il matriarcato esiste e funziona benissimo: lo racconta Giorgia Serughetti su Domani del 9 aprile riprendendo il libro di Ricardo Coler,Il regno delle donne, sulla civiltà Mosuo nella regione cinese dello Yunnan, dove tuttora comandano le donne, non esiste il matrimonio, i padri non vengono riconosciuti e la società è ordinata su base matrilineare. Risultato: zero violenza.

Bucce di banana

C’è una vedova in più nel mondo, la regina Elisabetta. Nel darne l’annuncio sul sito Repubblica ha titolato : “Addio al principe Filippo, ombra discreta della Regina Elisabetta per oltre 70 anni: era l’unico che poteva permettersi di dire alla sovrana “Stai zitta”». As usual, la massima aspirazione del patriarcato spicciolo in un sommario. Poi il titolo è stato cambiato.

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