Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (dal 30 aprile al 6 maggio 2023) | Giulia
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Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (dal 30 aprile al 6 maggio 2023)

Una settimana di notizie sui nostri media: come e quanto si parla di donne? E quante sono le donne a scrivere del mondo. GiULiA prosegue con il suo osservatorio sui giornali in ottica di genere

Rassegna sui generis: la settimana di notizie sulle donne (dal 30 aprile al 6 maggio 2023)
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Barbara Consarino Modifica articolo

8 Maggio 2023 - 11.13


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Settimana dal 30 aprile al 6 maggio
Firme in prima pagina: 812 uomini, 247 donne
Editoriali e commenti in prima pagina: 150 uomini e 27 donne
Interviste:  194 uomini e 65 donne

Il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Giornale, Libero, Il Messaggero, Avvenire, Domani, Il Fatto quotidiano, Il Sole 24 ore, Il Manifesto, La Verità, Qn, La Gazzetta dello Sport, Tuttosport

Due parole su questi numeri: sono sempre pochissimi i commenti femminili, malgrado una settimana con diversi argomenti di genere. Un po’ meglio le interviste, rispetto ad aprile, passate da 58 a 65. Il Corriere della Sera conversa con Luciana Castellina mercoledì e sabato piazza il colpo con due pagine di colloquio fra Aldo Cazzullo e Michela Murgia che racconta di avere un tumore e pochi mesi di vita. La scrittrice si sposerà. Per amore, puntualizza lei ma pure per avere un regista della sua personale cerimonia degli addii. Tante riflessioni sulla vita e sulla morte, sulla malattia, sulla famiglia.  E una lezione di lucidità e coraggio. Murgia conclude con la politica: «Spero di non morire finché la Meloni è premier». Giorgia Meloni risponde via social con tutta la sua solidarietà: «Spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più presidente del consiglio come auspica perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro per molto tempo».

 I bambini protagonisti della settimana: sono storie amare le loro e tutte ravvicinate, come se un destino dispettoso incrociasse i fili delle loro vite: c’è Ismael che ha pochi mesi ed era in mare con la mamma per raggiungere l’Italia. La mamma è annegata, lui, dopo essere finito sulle prime pagine dei giornali, è stato affidato alla pediatra di Lampedusa che gli ha prestato le prime cure e forse, chissà, avrà una vita migliore. In parallelo i giornali si occupano della neonata trovata morta, adagiata sulla sponda di  un cassonetto della Caritas a Milano, quarto caso di abbandono di bimbi in Lombardia in 18 giorni. Questa volta a differenze delle altre tre in cui le mamme hanno scelto di lasciare i figli nelle culle per la vita o in ospedale, l’epilogo è stato tragico. Il direttore della Caritas ambrosiana, Luciano Gualzetti, denuncia come la città, bravissima ad attrarre capitali e turisti, non riesca ad intercettare il malessere di chi vive ai margini. Su Avvenire anche Marina Corradi pone la stessa domanda: «Proprio nessuno in questa Milano l’aveva vista quella madre al nono mese? Che città è questa, brillante, costosa, ricca, e poi tanto distratta, assente?». Ma la storia di questa piccola perde di interesse nel momento in cui l’autopsia dice che probabilmente la bambina è nata morta. Tant’è, c’è subito un altro caso di cui occuparsi, una neonata ritrovata nella Culla per la vita della Croce rossa di Bergamo. Accanto a lei un biglietto in cui si fa riferimento al fatto che la donna ha portato avanti la gravidanza nella più completa solitudine e da sola avrebbe partorito. In tutto ciò e con l’eco di una assordante retorica sulla natalità che ci accompagna da mesi, abbiamo cercato invano sui giornali una parola di commento da parte delle istituzioni. E, come era già successo con il bambino Enea lasciato nella culletta della Mangiagalli a Milano, tre settimane fa, nessuno si è preoccupato di proteggere la privacy della mamma, divulgandone senza remore il messaggio.  

Vite alla giornata

La maternità resta comunque un problema centrale, trattato da quasi tutti i quotidiani, con taglio diverso e spesso collegato al lavoro: i racconti di alcune donne, precarie da anni, la dicono lunga sulla mancanza di prospettive senza le quali è piuttosto difficile programmare un figlio. Domani dedica alle culle vuote un’inchiesta a puntate a firma di Eleonora Voltolina: un’analisi approfondita dei fattori che portano l’Italia a essere il terzultimo paese per natalità in Europa. A parte la legittima scelta di non avere figli, chi li desidera ne vorrebbe invece almeno due. La realtà è molto diversa e i motivi sono noti: infertilità, concepimento tardivo, scarsa conoscenza da parte dei giovani dei problemi legati alle gravidanze, cultura patriarcale dei maschi che li rende ancora padri a tempo limitato e scarso sostegno ai padri che vorrebbero condividere la genitorialità, problemi di scelta per le donne senza lavoro e autonomia finanziaria, scarso sostegno alle lavoratrici madri, mancanza di servizi, bonus e sgravi fiscali.  Due numeri diffusi da Confcommercio: al Sud lavora meno di una donna su tre e il tasso di occupazione generale è del 28,9 contro il 52 del Nord. Quanto alle donne in Italia lavora il 43,6 per cento contro una media europea del 54,1: «un gap molto più ampio rispetto a quello degli uomini: 60,3 in Italia 64,7 in Europa». La politica può fare la differenza, come in Francia. Ma non lo fa. Per completare il quadro, infatti, il Sole 24ore fa il punto sul progetto degli asili nido all’interno del Pnrr. Un filone molto delicato sul piano politico quello dei 2.390 tra nidi e scuole d’infanzia (solo a Milano ne mancherebbero 3.800 nei nidi, scrive Avvenire) che dovrebbero garantire 264mila posti in oltre 2 mila comuni con un finanziamento di 4,6 miliardi. A palazzo Chigi, leggiamo sul giornale di Confindustria, sono quasi certi che gli enti locali non riusciranno ad aggiudicare il 100 per cento dei lavori entro fine giugno, come da cronoprogramma. Due le alternative: ridimensionamento del progetto o un rinvio del termine a fine settembre.

Milano matrigna

Due gli aspetti controversi della città di cui i giornali si sono ampiamente occupati nella settimana: la scarsa sicurezza, soprattutto per le donne e vicino alla stazione Centrale, con due episodi di violenza sessuale e il caro affitti che rende la città invivibile per molti. Sulla soluzione del primo problema le posizioni sono abbastanza confuse, i giornali amplificano la richiesta di più polizia, ma è chiaro che la soluzione non può essere solo quella. Anche il sindaco Giuseppe Sala allarga le braccia, attaccato dai giornali di centrodestra che gli imputano pure la gestione dell’ordine pubblico.

Sul problema degli affitti, finisce in prima pagina sul Corriere e poi ripresa dagli altri giornali la foto di Ilaria Lamera, 23 anni, studentessa del Politecnico del capoluogo lombardo. La futura ingegnera, di Alzano Lombardo, nella Bergamasca, si è accampata con una tenda davanti alla sua università per protestare contro i prezzi delle case a Milano. Da pendolare sarebbe costretta a trascorrere quattro ore al giorno in treno, racconta al Qn e al Corriere. Per ora ha trovato una stanza provvisoria a 600 euro al mese, poi dovrà rimettersi a cercare. La giovane donna ha incassato la solidarietà soprattutto da sinistra con il Pd Pier Francesco Maiorino che ricorda le migliaia di case sfitte in città, Elly Schlein e il sindaco Sala. Soluzioni non ne arrivano, ma tanti consigli sì. Li raccoglie Umberto Folena, nella rubrica Press party su Avvenire. Libero in tono materno con Simona Bertuzzi.: «Hai ragione Ilaria, ma non dormire per strada». Lorenzo Mottola la butta in politica. “Quando governa il Pd finisce così”. Massimo Gramellini sul Corriere dice che Ilaria vuol sfuggire al pendolarismo, Mattia Feltri sulla Stampa rievoca i fasti della sua vita da studente fra Bergamo e Milano con partite a carte fra compagni di viaggio. Forse, aggiungiamo noi, Feltri dovrebbe farsi raccontare qualcosa dal Comitato pendolari su quella linea e Alzano non è Bergamo.

Ilaria Lamera su Instagram illustra la sua protesta

Cronache violente

Morte di una giovane donna bengalese, Sharmin Sultana, mamma di 2 bambini volata giù dal balcone l’8 marzo a Sestri Ponente. Prima ipotesi suicidio ma i parenti di lei, che stanno in Nord Europa non ci credono. Così saltano fuori frequenti liti con il marito di 20 anni più vecchio che lavora nei cantieri navali di Sestri per l’attivismo di lei su Tik Tok. Indagini in corso, ma comunque sia andata restano struggenti le immagini di lei, poco più che ragazzina, mentre balla in casa, spesso in compagnia dei suoi figli.

L’altra notizia è quella di Martina Rossi, la ragazza morta nel 2018  cadendo dal balcone in un hotel a Maiorca  in un tentativo di fuga  da una violenza sessuale ad opera di due ragazzi italiani, Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, che stanno scontando tre anni in semilibertà e finora non hanno mai pagato le spese processuali né mostrato segni di pentimento. La novità è che altri due ragazzi che li hanno coperti se la sono cavata con 6 mesi di volontariato, 1.500 euro di multa e scuse formali ai genitori della vittima. 

Ancora, tre vicende giunte a un primo epilogo giudiziario: l’ex agente immobiliare milanese accusato di violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni ai danni di una donna abusata davanti alla figlia, è stato condannato a 4 anni. E’ arrivata, sempre nel capoluogo lombardo, la prima sentenza per le violenze di gruppo in piazza del Duomo, mente si festeggiava l’inizio del 2022. Uno dei giovani è stato condannato a 5 anni e 10 mesi. A ciò si aggiunge una storia di Bologna dove una ragazza aggredita in autobus grida tutta la sua rabbia perché il presunto responsabile è stato subito rimesso in libertà. «Questa violenza – dice – è figlia della cultura patriarcale».

Fiction

Un altro argomento forte della settimana è stato il primo maggio, Selvaggia Lucarelli firma sul tema un commento sul Fatto quotidiano dove attacca Ambra Angiolini la conduttrice del Concertone: «Ambra mi ha fatto rimpiangere la pitonessa (Daniela Santanché ndr)  per aver tirato in ballo il contraddittorio con Rovelli che attacca Crosetto e per aver dileggiato le desinenze femminili». Con un finale così: «Un brutto primo maggio quello di Ambra Angiolini, ma il presidente del consiglio sarà contento».  Il Corriere dedica alle desinenze femminili dileggiate dalla conduttrice sul palco del concertone ( «Tenetevi le vocali dei femminili, e dateci la parità salariale») solo qualche riga di passaggio, centrando il servizio su Rovelli e Crosetto. Si parla anche dell’informazione televisiva schierata pro Meloni nel giorno dello show sul primo maggio, compreso il compagno di Meloni che ha preso in giro quelli che non lavorano il primo maggio e ha dato “in anteprima” le immagini del video della presidente. Registrato a Palazzo Chigi, divide i guru del marketing: al di là del giudizio che se ne può dare è indubbiamente una novità nel campo della comunicazione. Domani pubblica un commento al veleno di Mattia Carzaniga  scrivendo che il (la) presidente si presenta come donna di potere degna di un serial TV, abiti, tono, ambientazione, finale degni di Succession, una serie americana su una famiglia potente dell’informazione. E si domanda ironicamente come si faccia a prestare attenzione a tutti i provvedimenti che Meloni enumera quando abbiamo davanti uno dei pezzi di regia più belli della stagione… Non per niente il Manifesto titola “Fiction” sullo stesso argomento.
Stefano Iannaccone sullo stesso quotidiano prosegue il tiro al bersaglio su una presidente che da qualche tempo ha ridotto al minimo i rapporti con i giornalisti. «La linea è quella della comunicazione dall’alto, la premier parla, il pubblico ascolta così da poter infiocchettare qualche bugia». E questo sarebbe soprattutto opera di Mario Sechi, capo ufficio stampa che, si dice, detta le regole: dopo la disastrosa conferenza stampa a Cutro basta domande, meglio video accuratamente confezionati.

E parlando di comunicazione politica non si può non tornare sulla questione armocromia, nata da una risposta della segretaria Pd al giornalista di Vogue, Federico Chiara che la intervistava. Schlein ha spiegato di essersi affidata ad una armocromista che sceglie per lei i colori e gli abiti. Gran dibattito e le solite valanghe di insulti contro la segretaria. Sul Fatto quotidiano Veronica Gentili, conduttrice televisiva sostiene che non c’è nulla di male nell’avere un consulente d’immagine, si fa da sempre e lo fanno tutti, ma perché dirlo? Soprattutto la sua consulente avrebbe dovuto stare zitta, fedele al segreto professionale come un medico o un avvocato. Tira le somme sul suo blog Appunti, Stefano Feltri che ha lasciato da poco la direzione di Domani: «La prima ipotesi di partenza contestabile è che chi si vuole occupare di diseguaglianze e povertà debba essere povero o comunque sembrarlo, dunque che la colpa di Schlein sia stata violare questa ipocrisia minima condivisa a sinistra…dunque devi sembrare di sinistra perché altrimenti nessuno crederà che tu lo sia, perché nello stesso mondo della sinistra c’è una presunzione di ipocrisia…l’altra cosa interessante che ci ha insegnato il dibattito sull’armocromia è che Elly Schlein può parlare di politica estera, di finanza o di diritti finché vuole, ma basta una riga sui vestiti e subito il suo personaggio viene rimesso nel posto che la società (patriarcale) le ha assegnato». Insomma, siamo alle solite.

Chiese

Su Domani lo storico Giovanni Maria Vian illustra il conflitto ecclesiale tra Roma e la Germania. Tra i motivi di scontro anche la presenza femminile che la chiesa tedesca reclama a gran voce, questione ostica per il Vaticano. Per questo motivo il mese scorso in Germania hanno rassegnato le dimissioni una serie di importanti prelati.

Nell’inserto Noi in famiglia su Avvenire una intera pagina è dedicata all’intervista  al  teologo Luca Castiglioni che ha pubblicato il libro Figlie e figli di Dio. Uguaglianza battesimale e differenza sessuale. Intervista filosofica e politica molto interessante e lunga. «Chi rifiuta le categorie del gender teme di perdere il proprio potere nei rapporti codificati secondo il modello patriarcale». «La questione gender la questione femminile e il ripensamento della maschilità sono fermento attuale nella Chiesa, impensabile 15 anni fa, e snodo nevralgico per il futuro della Chiesa dai quali dipende la sua credibilità». «Gesù entra in relazione con le donne e con gli uomini senza imporre loro un modello di femminilità al quale dovrebbero corrispondere».

Lo sport

Poco più che notizie in breve per Paola Egonu: il ct dell’Italvolley donne Davide Mazzanti comunica che ci sarà anche lei alla National League dal 30 maggio a luglio. Buona notizia dopo le ipotesi di abbandono della Egonu in seguito ai commenti razzisti subiti alla sconfitta della nazionale contro il Brasile nella semifinale dei mondiali. Visto tutto lo spazio dato in quell’occasione, si poteva pensare a qualcosa di più.
Gazzetta dello sport e Tuttosport dedicano un pezzo al Vero volley Milano che mette a segno la seconda finale scudetto in due anni partendo anche in questo caso da sfavorita.
Roma vittoriosa al campionato femminile è una notizia della settimana, anche qui il pezzo poteva decisamente essere più lungo ma è corredato da un breve video delle giocatrici che festeggiano in pullman con la coppa e preceduto dalle parole di Mourinho che si complimenta. Nel pezzo, oltre a raccontare brevemente i gol e la vittoria complessiva, viene citato il post di Totti sui social in cui, anche lui, si congratula.  Su Eurosport registriamo un pezzo di Marco Arcari sulla vittoria e sul titolo di mvp di Paola Egonu nella coppa di Turchia, corredato da video.
Su Tuttosport la straordinaria impresa di Sofia Raffaeli che centra il 7° scudetto con Fabriano nella ginnastica. Le Final six di Torino hanno dimostrato che la disciplina, dopo gli scandali nei mesi passati con le denunce di maltrattamenti sulle atlete, è viva e riesce a suscitare ancora molto entusiasmo nel pubblico. Il prossimo obiettivo sono i campionati europei.
Sul Giorno di sabato, troviamo la notizia della presentazione del progetto 100 esperte in ambito sportivo a cura di GiULiA giornaliste, Osservatorio di Pavia e Fondazione Bracco che vuol dar voce sui media alle voci femminili più autorevoli, anche in vista delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026.

Il servizio su 100esperte nel tg regionale Rai della Lombardia

Infine, un’altra buona notizia: Bebe Vio alla quale era stata rubata la borsa che conteneva il pc con la sua tesi di laurea, si è fatta coraggio,  ha riscritto tutto a tempo di record e ora si potrà laureare. Una settimana fa l’atleta aveva lanciato un appello al ladro, ripreso da quotidiani e siti sportivi chiedendo le venisse restituito almeno il link, ma niente da fare. Però ha vinto lei.

Questa rassegna stampa è frutto del lavoro di squadra di  Caterina Caparello, Gegia Celotti, Barbara Consarino, Laura Fasano, Paola Rizzi, Luisella Seveso e Maria Luisa Villa

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