No alle dimissioni in bianco, 14 donne scrivono alla ministra Fornero | Giulia
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No alle dimissioni in bianco, 14 donne scrivono alla ministra Fornero

Tra le firmatarie giornaliste, imprenditrici e sindacaliste, tra cui le tre segretarie confederali Cgil, Cisl e Uil Serena Sorrentino, Anna Rea, Viviana Ocmin

No alle dimissioni in bianco, 14 donne scrivono alla ministra Fornero
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18 Novembre 2011 - 17.06


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‘Roma, 23 nov – Scrivono alla neo ministra del Lavoro, Elsa Fornero, per chiedere che venga ripristinata la legge (188 del 2007) contro le dimissioni in bianco: sono 14 donne che hanno preso carta e penna e inviato una lettera aperta alla nuova titolare del Welfare. Tra le firmatarie ci sono donne della politica e della cultura, sindacaliste, giornaliste e imprenditrici: tra loro, Titti Di Salvo e Marisa Nicchi, promotrici della legge nella scorsa legislatura, ma anche tre segretarie confederali di Cgil, Cisl e Uil, Serena Sorrentino, Anna Rea, Viviana Ocmin. La legge era stata fatta per impedire le dimissioni in bianco. L”obiettivo dell”abuso – scrivono – e” quello di aggirare il divieto di licenziamento in assenza di giusta causa e giustificato motivo (di aggirare dunque l”art.18 dello Statuto dei lavoratori). E al momento dell”assunzione infatti che capita che venga richiesto di firmare una lettera di dimissioni volontarie, definite in bianco perche” senza data. La data, proseguono, verra” messa successivamente, quando quella ragazza sara” incinta o quel ragazzo avra” avuto un infortunio o una lunga malattia. La legge 188 del 2007, ””semplice, efficace e priva di costi””, aveva una funzione preventiva basata su un”autodichiarazione codificata: le dimissioni volontarie dovevano essere autodichiarate esclusivamente su moduli con numerazione progressiva che, avendo una scadenza di quindici giorni, non potevano essere compilati prima del loro utilizzo. ””Noi donne del sindacato, del giornalismo, della societa” civile, della politica – concludono le firmatarie – noi che abbiamo promosso quella legge nel 2007, pensiamo che il futuro del Paese parta da questo atto concreto e simbolico, dal ripristino della dignita” e civilta” del lavoro: dal ripristino della legge 188/2007””. (ansa)

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