Bahia, stop alle canzoni che offendono le donne | Giulia
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Bahia, stop alle canzoni che offendono le donne

Lo prevede la Legge anti-volgarità approvata dal governo brasiliano di Dilma Rousseff. "Testi lesivi della dignità delle donne". Ma gli artisti gridano: censura

Bahia, stop alle canzoni che offendono le donne
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30 Marzo 2012 - 08.01


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‘Rio de Janeiro, 29 mar – Bahia, la regione brasiliana che ha esportato nel resto del mondo la lambada (la danza sensuale divenuta un vero e proprio tormentone anche in Italia alla fine degli anni ”80), ha deciso di avviare una crociata contro le canzoni caratterizzate da testi ritenuti offensivi per le donne. E” quanto prevede la cosiddetta Legge anti-volgarità, approvata dall”assemblea legislativa statale su proposta della deputata Luiza Maia, esponente locale del Partido dos trabalhadores (Pt), della presidente del Brasile, Dilma Rousseff. L”obiettivo – ha spiegato la parlamentare – e” quello di proibire l”esibizione di artisti che ””presentino musiche che mortificano, incentivano alla violenza o espongano le donne a situazioni imbarazzanti””.

Nel mirino della normativa entra cosi” un vasto repertorio di musiche, che spesso raggiungono il successo proprio grazie all”uso nei testi cantati di frasi a doppio senso, come il pagode, un genere molto diffuso a Salvador e di enorme impatto popolare. Il governo di Bahia intende invece vietare l”ingaggio di bande le cui hit piu” famose contengano parole considerate lesive per la dignita” della donna. Chi non si adegua rischia multe salate e addirittura la confisca del 50% del compenso.

Per la maggioranza dei destinatari delle nuove disposizioni si tratta pero” di una forma di censura. Secondo il cantante Luiz Caldas – nome d”arte padre dell”Axe (un altro ritmo tipico della Bahia, ndr) – la responsabilita” per la diffusione e il largo riscontro di questo tipo di musiche tra la gente e” anche del potere pubblico. ””Mentre lo Stato si dimentica di dare educazione di qualita”, le persone continueranno ad ascoltare senza sosta canzoni di contenuto triviale””. A giudizio della deputata Luiza Maia, invece, la legge si inserisce nell”ambito delle politiche adottate sin dal governo Lula e che mirano a combattere la sovraesposizione mediatica del sesso. In questa direzione, Brasilia ha per esempio avviato una serie di azioni processuali nei confronti di 2.169 siti internet di tutto il mondo che associano il Paese alla prostituzione. ””Se le bande presentano al pubblico canzoni in cui chiamano le donne meschine, arrampicatrici e obbligano le loro ballerine a coreografie umilianti, che tipo di insegnamento diamo alla societa”?””, si interroga la parlamentare.’

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