Pensioni: agli uomini il 65% in più delle donne | Giulia
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Pensioni: agli uomini il 65% in più delle donne

Studio Istat e Inps per una analisi di genere su dati del 2010: 8,8 milioni di pensionate, oltre la metà ha più di 70 anni e prende meno di mille euro al mese.

Pensioni: agli uomini il 65% in più delle donne
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2 Agosto 2012 - 09.06


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‘Roma, 2 ago – Donne, anziane e a rischio poverta”. Un esercito di signore emerge dallo studio di Istat e Inps ””Trattamenti pensionistici e beneficiari. Un”analisi di genere”” sui dati del 2010: 8,8 milioni di pensionate, 93 ogni 100 donne lavoratrici. Oltre la meta” ha piu” di 70 anni e prende meno di mille euro al mese (54,8%). Solo un terzo degli uomini in pensione (34,9%) riceve assegni cosi” bassi. La situazione e” opposta se guardiamo ai trattamenti piu” ricchi, sopra i 3 mila euro, in questo caso gli uomini (597 mila) sono oltre tre volte piu” delle donne (180 mila). Le donne rappresentano il 53% dei pensionati, ma percepiscono solo il 44% degli oltre 258 miliardi di euro erogati. La loro pensione media non raggiunge gli 8.500 euro l”anno, mentre quella degli uomini supera i 14 mila, il 65,3% in piu”. Se si considera l”insieme dei trattamenti percepiti, tra pensioni di invalidita”, vecchiaia, ai superstiti e altre, il divario diminuisce al 43,6% con 18.435 euro per gli uomini e 12.840 per le donne. In entrambi i casi, pero”, la disuguaglianza continua a crescere e aumenta, tra il 2000 e il 2010, di 5,4 punti per la singola pensione e di 2,3 punti per il reddito pensionistico complessivo.

La distanza tra uomini e donne si fa sentire di piu” al Nord Italia che al Sud e vede i suoi picchi in Liguria dove il reddito pensionistico degli uomini e” ””una volta e mezza quello delle donne, del 55,3% piu” elevato””, secondo l”Istat, nel Lazio (53,8%) e nel Friuli-Venezia Giulia (52,3%). Pesano i diversi profili professionali e i divari nelle retribuzioni. Ancora oggi il tasso di occupazione delle donne e” inferiore al 50% (47,2%). ””Le donne sono sicuramente le piu” penalizzate dalla crisi – osserva il segretario generale della Spi-Cgil, Carla Canone – Ma ad essere penalizzate ormai sono tutte le fasce piu” deboli del paese ovvero i pensionati, i lavoratori che vengono espulsi dal mondo del lavoro e tutti quei giovani che ad oggi non hanno alcuna prospettiva occupazionale. Non e” solo una questione di genere”” ma occorre modificare ””nel profondo”” la politica del rigore. Il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, chiede di ””rimuovere l”odioso blocco dell”indicizzazione”” e abbassare le tasse. ””Solo in questo modo – spiega – i pensionati potranno recuperare il potere d”acquisto perso in questi anni e contribuire a sostenere la domanda interna e i consumi””.

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