Tunisia, tornano in strada le ragazze della Rivoluzione | Giulia
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Tunisia, tornano in strada le ragazze della Rivoluzione

Simbolo di un Paese che non intende accettare supinamente l'avanzata dall'Islam più retrivo. In centinaia oggi alla manifestazione contro la "troika" ovvero i tre presidenti

Tunisia, tornano in strada le ragazze della Rivoluzione
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24 Ottobre 2012 - 18.00


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Tunisi, 23 ott – Questa volta non sono scese in strada per difendere le conquiste delle donne tunisine degli ultimi 55 anni, ma per diventare simbolo di un Paese che non intende accettare supinamente l”avanzata dall”Islam più retrivo. Sono le ragazze tunisine a essere state protagoniste della giornata politica più tesa del Paese, da un anno a questa parte. Sono tornate in piazza per gridare ai partiti di governo che non ci stanno ad essere schiacciate nei loro diritti da un governo che tenta di diventare regime, a vedere riportato indietro di decenni l”orologio della storia.
In centinaia oggi hanno partecipato alla manifestazione contro la ”troika” (i tre presidenti) e lo hanno fatto davanti all’Assemblea costituente, al cui interno si svolgeva una cerimonia che aveva l’obiettivo di glorificare quanto fatto dal governo. Alla celebrazione, a sottolinearne l”importanza, hanno partecipato Moncef Marzouki, presidente della repubblica, Mustapha Ben Jafaar, quello dell’Assemblea Costituente, e Hamadi Djebali, capo del governo. Ma davanti a loro hanno trovato un’aula semivuota, perche l’opposizione non ha voluto, con la sua presenza, dare corpo ai trionfalismi della maggioranza. Mentre nell”aula risuonavano discorsi di circostanza, fuori le ragazze della Rivoluzione gridavano la loro rabbia per quanto accade in Tunisia e non esitavano a sfidare, con una dose di coraggio sconosciuta ai loro amici maschi, migliaia di sostenitori del governo. La Tunisia è nostra e Gannouchi, vai via gridavano. Frasi forti, accompagnate da sorrisi rivolti agli antagonisti, verso i quali qualche ragazza sventolava banconote da 20 dinari, quasi a dire loro che erano lì per motivazioni non proprio politiche.
Rispetto alla gente portata in piazza ieri dalle opposizioni, i partiti della maggioranza, con Ennahdha in testa, hanno vinto la battaglia dei numeri e dell’organizzazione, con qualche piccolo interrogativo. Come, ad esempio, quello su cosa ci facessero degli autobus del servizio pubblico ad aspettare i simpatizzanti per portarli davanti alla Costituente. Oggi era l”ultimo giorno concesso ufficialmente all”Assemblea per elaborare il testo della Costituzione, lavoro non concluso e con tempi ancora tutti da capire. E anche oggi, per l’opposizione, scade la legittimità del governo provvisorio a continuare il suo mandato. Questioni, a questo punto, di principio perché Ennahdha non intende arretrare di un millimetro. Ma da oggi deve guardarsi anche alle spalle perché dalla latitanza lo sceicco salafita Abu Iyad, ricercato per l”assalto all’ambasciata americana, ha tuonato contro il governo, accusandolo d”essere spinto dalla brama di potere. Tra le righe del proclama, anche un annuncio inquietante, sul fatto che Ansar el Sharia, braccio religioso del movimento, ha creato dei comitati di difesa del popolo e appare difficile pensare che, per questo autoattribuito compito, non si siano dotati dei necessari strumenti.

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